L’ultimo “guappo” del rione Vergini-Sanità.

Ancora un racconto del Professore Antonino Russo di una disarmante attualità. La figura quasi romantica del malavitoso dei quartieri partenopei, contrapposta a figure che di romantico non hanno più nulla se non il soprannome dato loro immeritatamente :”la primula rossa”.

A Napoli ho iniziato ad insegnare in una scuola elementare del rione Vergini-Sanità, presso l’istituto Andrea Angiulli.

Un guappo, nel frattempo diventato anziano, accompagnando il nipotino in prima elementare, ha detto al piccolo di baciarmi le mani. Io ho fatto presente che non si usava più baciare le mani, ma il vecchio guappo ha insistito e il nipote ha ubidito. Mi è sembrato di fare un passo indietro nel tempo di parecchi anni. Un bidello mi ha detto che quel vecchio era uno degli ultimi guappi della Sanità, ma era una persona rispettabilissima. In effetti avevo anche io riscontrato una eleganza nei modi di quella persona che non faceva pensare a cose negative. Se si poteva obiettare qualcosa, forse abbondava in buone maniere, ma alla fine ciò non dispiaceva.

Il primo giorno il vecchio guappo mi ha detto: “Qualunque cosa a esposizione!”

Un giorno che gli ho riferito di atteggiamenti negativi del nipote, ha chiamato questi fuori dall’aula. Dopo un poco si sono uditi dei rumori alle pareti esterne dell’aula. Mi sono affacciato ed ho visto che il rumore veniva dalla testa del ragazzo sbattuta violentemente contro la parete. Da quel giorno non ho più accusato il ragazzo e lo stesso ha cercato di non darmene motivo. Quando il ragazzo non si comportava bene, bastava che io chiedessi se dovevo chiamare il nonno e tutto tornava nella normalità. Dopo qualche tempo quel signore è morto ed io ho perso un sicuro amico “guappo”.

Mano a mano che passavano gli anni mi sono convinto che il mio posto era in quella scuola. Alcuni miei colleghi hanno chiesto il trasferimento nelle scuole bene del Vomero e di Fuorigrotta.

Avevo, però, acquisito una esperienza in quell’ambiente e volevo utilizzarla al meglio. In quella scuola sono rimasto quaranta anni ed ho sempre trovato il modo di cavarmela e risolvere i problemi che non mancavano mai.

Antonino Russo

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