In tempi in cui la disaffezione verso la politica appare qualcosa di cronico, per non dire stagnante, ogni turno elettorale non può che fungere da occasione di riscatto per un mondo che fatica dannatamente ad attirare le attenzioni degli elettori.
La percentuale dell’astensionismo, d’altronde, è un dato ormai talmente costante negli ultimi anni da dover essere considerata obiettivamente la vera “vincitrice” delle elezioni. Bagheria non è, purtroppo un’eccezione. Passeggiando in mezzo alla
gente non si può far finta di nulla.
La politica rimane lontana dai pensieri di molti, tantissimi bagheresi. Difficile scalfire l’idea di chi ne intravede qualcosa a sé
stante, un mondo egoista, privo di interessi comuni. E ascoltando attentamente i malumori delle persone, è facile ritenere che qualsiasi tentativo di convincimento assomigli sempre più ad un’autentica impresa.
Bagheria merita di essere rappresentata all’Ars!
Eppure, nonostante tutto, la politica ha l’obbligo di provarci. Toccando le corde giuste, i temi maggiormente sensibili per la gente, pensando per prima cosa a come alimentare la speranza di un cambiamento anche tra i più delusi e arrabbiati. Il che significherebbe quantomeno spingere a interessarsi ai contenuti politici da una parte, e a impegnarsi per una delle cause in
campo dall’altra.
Due passaggi fondamentali del percorso che ha la sua naturale conclusione nel conseguente esercizio del diritto di voto. Unico
strumento utile, questo, per scegliere chiunque si valuti capace di rappresentare le proprie istanze, le proprie idee, i propri bisogni. O perché no il proprio territorio. Quest’ultimo, in particolare, un elemento da tenere prontamente in considerazione
specie quando ci si trova di fronte ad elezioni generali come lo sono le prossime regionali siciliane del 5 novembre.
Anche per la nostra Bagheria e per i suoi candidati presenti nelle varie compagini partitiche, da destra a sinistra passando per il M5s. La candidatura di un proprio “concittadino” potrebbe, e (si spera) dovrebbe, essere una molla determinante per spingere la gente a votare alle prossime regionali.
Non si tratta di semplice visibilità, piuttosto di una concreta necessità. In fondo, in tempi in cui è lecito sentirsi abbandonati, isolati, inascoltati, appare quasi naturale rivolgersi a chi ci risulta più vicino, tanto idealmente quanto fisicamente.
Un modo per affidarsi a chi, in primo luogo, potrebbe (e dovrebbe) conoscere le problematiche della propria realtà d’origine,
che per quanto riguarda Bagheria sono tante, troppe, specie in termini di assenza di servizi. E ancora carpirne più velocemente le esigenze e quindi le eventuali soluzioni. Elementi che, se corredati ovviamente da contenuti, da esperienza amministrativa, da capacità d’ascolto e da presenza nel territorio, potrebbero determinare un riavvicinamento, in tutti i sensi, delle istituzioni su quella che rimane, ancora oggi, la seconda città della provincia di Palermo.
Non resta che mettere alla prova i nostri candidati.
Articolo di Mario Montalbano