L’arco del Padreterno

Ci affidiamo ai racconti di gioventù del Professore Antonino Russo, per apprezzare la Bagheria avvolgente che non ritroviamo più per le strade di questa cittadina.

All’inizio della via Palagonia, venendo dal Corso Umberto I°, vi è un arco che chiudeva lo spazio di Palazzo Palagonia. Io quasi ogni giorno attraversavo quell’arco, andando dalla mia nonna materna. Ogni volta mi fermavo per guardare dentro la cappelluccia attraverso le grate del cancello sempre chiuso. Quel cancello veniva aperto di tanto in tanto da un prete che doveva celebrare Messa in determinate occasioni. Nella cappelluccia era collocata una statuetta del Padreterno. Quando io ero ragazzo ogni anno (non ricordo in che periodo) in quell’area si svolgeva una festa che veniva chiusa dal gioco della rottura delle pignatte. Le pignatte di terracotta contenevano cioccolatini, caramelle, ma una era piena di urina. Chi le rompeva doveva indovinare (e quindi rompere) l’unica che conteneva molte monete,

Quando queste cadevano a terra i ragazzini presenti alla scena facevano a gara per raccoglierne qualcuna. Quello che aveva rotto la pignatta cercava di tenere lontani i ragazzini, ma non sempre vi riusciva. Una parte del bottino, quindi, andava nelle tasche dei monelli che alla svelta poi si allontanavano.

Alla fine delle operazioni veniva fuori immancabilmente la pignatta piena di urina. Il protagonista della scena e qualche spettatore ricevevano qualche spruzzo maleodorante. La scena suscitava una risata collettiva e decretava la chiusura dei festeggiamenti.

Antonino Russo

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