Lavori di riqualificazione a Bagheria. Dopo la propaganda tutto fermo.
Dopo i proclami e i presunti illeciti sul taglio dei pini in viale Bagnera, tutto fermo, anche in via Dante e in via primo Monaco. Un gruppo di cittadini lamenta notevoli disagi.
L’amministrazione di Bagheria ha un grandissimo pregio. No, non è quello di programmare certi interventi per garantire futuro ad alcuni suoi pezzi pregiati (basta leggere le cronache di certi interventi di questi giorni e guardare bene le foto a corredo dei comunicati e quelle dei profili social di questi eminenti amministratori), ma quello piuttosto di aggregare cittadini che non riescono ad ottenete attimi di normalità.
Un gruppo di residenti di via Dante lamenta lo stallo dei lavoro di riqualificazione, fermi ormai da tre settimane, senza apparente motivo. Voci indicano nella presenza di 4 pini il motivo dello stallo. Dopo averne ridimensionato le radici sembrerebbe siano stati lasciati cosi ad agonizzare per poterne dichiarare a breve lo stato di cattiva salute e tagliarli senza attirare attenzione, ovviamente approfittando della complice distrazione di qualcuno preposto per statuto a vigilare su ecologia e ambiente.
La riduzione della carreggiata crea una seria difficoltà di viabilità, in una arteria principale che si immette sull’unico tratto di collegamento mare/monti attivo al momento: l’ asse via città di Palermo/viale Bagnera.
Anche questo, come ormai tutti sanno, era stato interessato da una maldestro tentativo di riqualificazione, anche in questo caso fermo con un restringimento notevolissimo della parte carrabile, che rende tutta la zona un inferno.
Quella che poi è passata, con un calembour comunicativo, come la “Riqualificazione di contrada Monaco”, rivelatosi poi un piccolo intervento all’inizio di via primo Monaco, è diventato l’ennesimo cantiere momentaneamente fermo.
E non scordiamo sempre in via Dante, la vicenda dei nuovi locali del consultorio, una vicenda che mette in luce una colpevole lungaggine, e che sottolinea, ancora una volta, come
Bagheria non sia un Comune per tutti.
Ignazio Soresi
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