Ogni volta che un pezzetto della vecchia Bagheria scompare, gli ottantenni come me perdono una parte del paesaggio umano nel quale sono cresciuti. Con Nino Lentini, recentemente scomparso, ci eravamo conosciuti all’Associazione Cattolica San Giovanni Bosco, presso la chiesa Madre.
In tale associazione ho potuto apprezzarlo anche come componente della filodrammatica: esemplare è stata a suo tempo la messa in scena del dramma “Giuda”, dove Nino recitava la parte di Pietro. L’attività artistico-letteraria di Nino Lentini, però, abbracciava altri campi: scriveva poesie (le si possono leggere in alcune antologie pubblicate negli anni sessanta), scriveva articoli sportivi al seguito della squadra del Bagheria che allora militava in quarta serie; scriveva testi per canzoni, alcune delle quali registrate in un disco che allora ho avuto il piacere di ascoltare e apprezzare.
Memorabili sono state le serate a casa sua con un amico prete che suonava la chitarra. Ci improvvisavamo critici musicali e davamo i nostri pareri abbastanza approssimativi. Quando ci si riuniva per stabilire i dettagli di una gita, si aveva la sensazione
di discutere di qualcosa di particolarmente importante (perché una gita per i giovani è una cosa importante) e Nino Lentini non faceva mancare il suo parere, con quel suo piglio autoritario.
Quando non si era in associazione si passeggiava lungo il corso Umberto: ed erano passeggiate che duravano ore, allietate da animate discussioni e battute di ogni genere. Poi, alla fine del 1959, io mi sono trasferito a Napoli, ma quando in estate
venivo a Bagheria, l’incontro con Nino era sempre piacevole.
I ricordi più belli sono ovviamente quelli legati al periodo della giovinezza. Da adulti buona parte del tempo era occupato dai lavoro (Nino Lentini era impiegato al Comune) e dalle incombenze familiari, con l’unico intermezzo delle vacanze estive al mare. Per gli amici rimane questo fascio di ricordi a rinverdirne la memoria.
Articolo di Antonino Russo