Le immagini confermerebbero le testimonianze secondo cui gli operai stavano interrando rifiuti di vario tipo. Da sottolineare il silenzio di tutti. I cittadini stanchi rompono l’omertà delle istituzioni e ci raccontano quello che hanno visto.
Persiste il silenzio delle istituzioni sulla vicenda del cantiere di via primo Monaco posto sotto sequestro venerdì scorso dalla autorità giudiziaria.
Da quanto emergerebbe dalle testimonianze e dalle fotografie, l’azienda appaltatrice, era in procinto di interrare tutta una serie di rifiuti, si ritiene, rinvenuti sul posto.
Ricordiamo che i lavori eseguiti dalla ditta Paglino Vincenzo di Alcamo, che si era aggiudicata l’appalto con un ribasso del 12% su base d’asta, sono eseguiti per conto del Comune, nell’ ambito della esecuzione delle opere di sistemazione a verde zone adiacenti strada peep Contrada Monaco.
Il cantiere, presentato alla opinione pubblica, pretestuosamente, se non strumentalmente come “riqualificazione di Contrada Monaco”, era oggi ovviamente deserto ma restano perfettamente visibili i rifiuti ammucchiati in piccoli cumuli e altri in un fossa non ancora ricoperta.
Qualora le cose stessero come riferito dalle testimonianze, si aprirebbero scenari inquietanti. Si è già collaborato con questa ditta e in che cantieri? Quali potrebbero essere le eventuali responsabilità del comune? Perché tutto questo riserbo sull’accaduto? Per ragioni investigative?
Per quanto la vicenda non sia delineata trattandosi di un cantiere Comunale non sarebbe il caso di riferire ai cittadini quanto possibile? Non sembra ci sia il rischio di inquinare le prove, il cantiere è visibile e a cielo aperto, ed in certo qual modo, accessibile a tutti.
Se davvero si trattasse di interramento di rifiuti, di cui per altro non è evidente la natura (già gli pneumatici da soli sono rifiuti speciali) , sarebbe una cosa di una gravità assoluta, una di quelle sufficienti a screditare lo stesso ente locale, che, avviando un cantiere, ha anche obblighi di vigilanza. A Bagheria, dove le necessità sono di ben altra natura, alla parola controllo si deve essere particolarmente allergici. tranne in unico caso divenuto di portata internazionale: l’incidente delle panchine di corso Umberto I.
Questi sono I FATTI: c’è un cantiere che sta eseguendo lavori per il Comune di Bagheria, che venerdì è stato posto sotto sequestro per accertamenti. L’illecito riguarderebbe la gestione dei rifiuti. Poi c’è il silenzio.
Dove sbagliamo se sosteniamo che
Bagheria non è un Comune per tutti?
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