Fare didattica in un momento storico caratterizzato da un grave disagio giovanile, non è cosa da prendere sottogamba.
Sottolineare ancora una volta che il disagio giovanile sia problema serio, è facile, essendo testimoni di una scazzottata tra ragazze a Bagheria
Un intervallo tra lezioni, trasformatosi in una momento drammatico per tutto l’isolato che ha potuto seguire la vicenda che si è declinata in momenti e in zona diverse, della stessa via.
Si tratta di studentesse di un Centro di Formazione che da qualche anno espleta anche la stessa didattica di un comune istituto tecnico, proponendosi come alternativa ai licei.
Dedicarsi alla formazione non è mai stata cosa facile, e la riforma del sistema scuola è una delle tematiche al centro di qualunque dibattito si voglia intavolare sulla socialità giovanile: scuola e famiglia.
Se oggi scuola e famiglia sono sul banco degli imputati per questi episodi sempre più frequenti, ben altre sono le responsabilità di chi nel locale, non è in grado di spingere su politiche di supporto alle famiglie, politiche inclusive che non lascino indietro nessuno, e di vigilare sulla bontà dell’intervento di certi operatori della formazione che in tante altre circostanze, proprio nella nostra realtà, sono stati interlocutori preferenziali, cominciando con il chiedersi, quanto un’aula situata in un piano scantinato ( come nel caso dell’istituto frequentato dalle due giovani pugilatrici), contribuisca psicologicamente all’idea di emarginazione sociale, vissuta in automatico dagli adolescenti di oggi ( ma di ogni tempo in realtà), e soprattutto, con le stringenti leggi di oggi, come sia stato possibile autorizzarne in questi luoghi.
Fa ancora più male poi, sapere dell’indifferenza di altri giovani più fortunati, impegnati nel civile e nel sociale, sensibili a tematiche teoriche e astratte, seppure tragiche e con risvolti nel vissuto, ma indifferenti e silenti su un tema, quello del disagio giovanile locale, che li tocca da vicino e sul quale dovrebbero saperne più di qualunque adulto.
Maria Scaduto
N.B. Pur rispettando tutti i termini di legge avendo reso irriconoscibile i volti, abbiamo accolto il desiderio di una delle ragazze coinvolte, di rimuovere l’immagine. Ogni valutazione rimane invariata.
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