Fight Club a Bagheria. Incontri di lotta maschili e femminili anche tra minorenni.

Alle violente risse “uno contro uno”, sarebbero stati presenti adulti. Alcuni di questi avrebbero filmato senza intervenire.

Ci sarebbe un video in mano agli inquirenti, di un episodio specifico nei campetti di via Livio Andronico, dietro il famoso locale “Anni ‘20”, in cui due ragazzine se le danno di santa ragione in mezzo ad un folla radunatasi.
Chi gira il filmato sembrerebbe un adulto e adulti si vedrebbero poi intervenire, mentre una delle ragazze si autoproclama vincitrice.

Se tutto venisse confermato, compresa la voce di un giro di scommesse, sarebbe la chiosa perfetta, il fallimento di una cittadina pronta a consegnare una intera generazione a manovalanza di criminalità organizzata.

Il fenomeno baby gang non può aspettare, non possiamo giocare al “far finta di niente”.

Quando succederà un episodio Colleferro, della benedizione degli animali, della tratta degli schiavi a Bagheria(?????????), dello pseudo turismo come panacea dei mali, del polo musicale, se ne fregheranno tutti, e resterà la responsabilità sulle coscienze di chi, l’emergenza sicurezza, la sta ignorando allegramente.

Oggi non è nemmeno importante capire come e perché, è importante ristabilire il clima di civiltà necessario ad arginare certi fenomeni.

Certe manifestazioni vanno isolate e combattute. Poi, appena il sintomo non è più letale, lavori sulle cause del male.

Ignorare i sintomi o ammantarli di significati che non hanno, rende tutti corresponsabili di ciò che accade e di ciò che accadrà.

Non è lotta di classe, non è lotta generazionale, non ci sono rivendicazioni sociali come si vuole fare credere, con la narrazione che se ne fa qui a Bagheria, narrazione che parte anche da organi istituzionali dell’amministrazione.

A poco servono i nuovi servizi notturni della Polizia Municipale se si limitano a farsi vedere agli angoli di strada e non attuano quelle operazioni di controllo proprio nei confronti delle attività che lucrano sui nostri figli, incrementando l’alcolismo giovanile e minorile che non fa meno danno della droga (anche perché spesso vanno a braccetto nello stesso soggetto) e crea dipendenza come la ludopatia il nuovo obiettivo di quesa giunta che del territorio ignora (nella doppia accezione di mancata conoscenza e di mancata volontà di intervento) le istanze.

Da due anni parliamo di telecamere, e ci viene raccontato che sono operative tranne scoprire di un altro progetto in cantiere.

Ma a che sono servite?

Le risse davanti le scuole, certi tipi di scuole che non avrebbero nemmeno i requisiti ”fisici” ma gli si affida la formazione di adolescenti a rischio, bullismo per le strade, il corso principale trasformato in una zona di confine con gente che spara (si spera a salve) tra la folla, e la cosa più grave: il silenzio assoluto su queste vicende. Genitori che non hanno idea di cosa rischia un figlio in giro a Bagheria, e municipalità che nega il fenomeno, come il governo negava negli anni ’70, l’esistenza della mafia. All’epoca era per connivenza in questo caso dovrebbe essere miopia elettorale.

Bagheria non è un Comune per tutti.

Ignazio Soresi


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