Il rispetto del vivere in una comunità, il rispetto delle regole e delle norme che sanciscono lo stare insieme, restituirebbe un’immagine di minore degrado. Certi fenomeni di sfruttamento di giovani che non hanno altre alternative ludiche, vanno ridimensionati.
La risposta dell’amministrazione non arriva. Sembra non vivano in questa città, sull’emergenza sicurezza cadono dal pero (e nominare alberi a Bagheria è rischioso, c’è u zù vasa-vasa e noi abbiamo u zù tagghia-tagghia, forse parenti). Che fosse necessaria una stretta nei confronti di tutte quelle manifestazioni di distrazione dalla legalità, cominciando dalle cose becere, non lo hanno capito solo a Palazzo Butera.
Il degrado chiama degrado.
La Polizia Municipale, nonostante la diffidenza di alcuni veramente provati dagli avvenimenti, sta cercando di arginare alcuni di questi fenomeni.
Durante i controlli serali, sono stati sanzionati ieri sera 4 locali della movida, alcuni per avere messo in atto una eccessiva occupazione del suolo pubblico non autorizzata (come quasi tutti i fruttivendoli?). Sono esercizi che insistono sul centro storico uno di questi aveva anche organizzato spettacolo e attività musicale non autorizzata. L’applicazione di alcune ordinanze sindacali e di alcune normative, potrebbe fare la differenza anche tra i giovani chiamati ad un ulteriore sforzo. I ragazzi per bene devono assumere atteggiamenti virtuosi e devono potersi distinguere, da chi irrimediabilmente ha bisogno di più tempo e stimoli diversi per trovare una dimensione e i giusti modi di esprimersi e venire fuori.
Chi deve rispettare questo momento di difficoltà, è colui il quale trae maggiori guadagni da uno sfruttamento incondizionato di certe fragilità. Dobbiamo tutti lavorare e guadagnare, ma ci sono conseguenze a livello familiare, sociale e civico (ma nel senso proprio di civiltà urbana) che questa gente non vive in prima persona.
Che il controllo del territorio sia necessità impellente, lo dicono anche gli episodi di criminalità, che facilitati dal caos generale, avvengono sempre più spesso.
Mentre a casa i papà vedono le loro giovani donzellette leopardiane, e i cuori si preparano alla tensione fino all’ora del rientro, le birre nei frigoriferi fremono. Questo è l’espressione di una tensione sociale non indifferente tra chi spera in un pronto rientro a casa, e chi spera di trattenerli fuori il più a lungo possibile.
l’indifferenza delle istituzioni resta inaccettabile perché
Bagheria non è un Comune per tutti.
Ignazio Soresi
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