Walt Disney e la storia del topo che cambiò il mondo.
Quando le passioni giovanili e i personaggi si tramandano da generazione in generazione, entrano nella cultura globale, e ne incarnano le istanze, superano i confini dell’età.
Diventano tradizione e memoria comune.
Ne abbiamo bisogno.
Ho appena visto “Topolino: La storia di un topo”, documentario uscito recentemente su Disney+.
Ora, premettendo che sia una visione veramente commovente e leggermente romanticizzata, mi trovo completamente spiazzato dopo aver riflettuto di nuovo sull’importanza di un’icona mondiale che da sempre amo, guardo e leggo.
Prima di essere associato al consumismo, alle grandi aziende, al capitalismo e chi più ne ha più ne metta, quel piccolo topo di campagna era rappresentazione tangibile di innovazione artistica (e tecnica). Era simbolo di caos, libertà, genuina ammirazione.
Ben prima di diventare mito dei fumetti italiani (solo qui, infatti, possiamo vantare il settimanale di Topolino, pregio italiano unico in tutto il mondo) questa leggendaria creatura nasce nei ruggenti anni ‘20 dalle menti di un campagnolo sognatore e di un animatore senza precedenti, entrambi americani.
Le novità portate da Walt Disney e compagni al cinema e all’animazione sono numerosissime, per citarne una: Steamboat Willie, il primo corto di vero successo con protagonista Topolino, fu il primo corto animato della storia ad avere l’audio sincronizzato. In perdita dopo aver perso i diritti sulla sua prima creazione, Oswald Il Coniglio Fortunato, Walt fu costretto a vendere la sua macchina, e insieme a Ub Iwerks (collaboratore che rifinì il concetto iniziale di Topolino) ipotecarono le loro case per potersi permettere di pagare un’orchestra e un compositore di New York! Il risultato fu un successo straordinario.
Così inizia il vero flusso di continua arte e creatività generate dal crescente universo creato intorno a Walt. Emozioni e ispirazioni così forti da coinvolgere e ispirare milioni di artisti dopo di lui. Non a caso persino Andy Warhol citò sempre Disney come suo artista preferito, e inserì Topolino nella sua serie di Miti, mettendolo vicino, e al pari, di figure storiche reali.
Delle tante bugie e leggende metropolitane diffuse nel tempo su Walt Disney e la sua vita, ce ne sono alcune che fanno veramente male.
L’ignoranza ha corrotto l’idea di un personaggio che dal 1928 è stato grande fonte di speranza, di gioia e di ispirazione per innumerevoli generazioni.
Fa commuovere vedere un fumetto su Topolino realizzato da un prigioniero di un campo di concentramento, che anche in quella situazione vedeva comunque in quel topo una luce nel buio.
L’impero costruito da Disney non è certo privo di difetti o pagine oscure nel suo curriculum. Non è però mio interesse scavare in complicati meccanismi aziendali di grandi corporazioni.
Noi stiamo parlando del personaggio di Topolino, e del contributo eterno che ha dato all’arte e al cinema non possiamo lamentarci.
Essendo quasi una divinità dei tempi moderni, è incredibile vedere le prove di quanto un semplice topo animato abbia dato a centinaia di migliaia di persone.
Persino durante la Grande Depressione, la
Seconda Guerra Mondiale e la guerra in Vietnam, gli americani hanno sempre mirato a Topolino per cercare felicità in periodi terribili.
Era un topo così potente da far paura persino a Hitler, che vietava ai tedeschi di indossare i famosi bottoni di Topolino, comprendendo bene come la creazione di Disney fosse ormai universalmente riconosciuta e affermata come simbolo di vera libertà, indipendenza e insurrezione (tutte cose che il führer riteneva pericolose).
D’altronde lo stesso governo americano si era affidato a Disney per realizzare corti e manifesti in cui Topolino e Minnie spiegavano alle famiglie come comportarsi (conservando il grasso in cucina per gli esplosivi, per esempio) o Paperino con le sue disavventure militari teneva alto il morale dei soldati.
Insomma, del Topo ormai in quasi 100 anni di storia si è detto di tutto: dal leggendario Fantasia, del 1940, che rivoluzionò completamente il modo di vedere e fare animazione, fino ai periodi bui e il moderno rinascimento di questi personaggi.
Topolino è una figura che fin dalla sua nascita ha veramente conquistato ogni parte del mondo, ed è ovunque: immediatamente riconoscibile da ognuno di noi, a prescindere dall’età. Per alcuni è una vecchia conoscenza che fa sempre piacere rivedere, per altri (i più giovani) un simpatico personaggio al quale è facile affezionarsi. Ma per tutti è, e sempre sarà, il più fedele degli amici.
Nicolò Soresi
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