Cambio di passo per la “Casa della Salute”. Il sindaco Filippo Tripoli espone la soluzione adottata dal comune

Sembra giungere a un punto di svolta la vicenda della “Casa della Salute”, il centro sanitario polivalente che dovrebbe nascere a Bagheria, presso l’ex clinica delle Magnolie, interessando i comuni del Distretto Sanitario 39 (Bagheria,
Casteldaccia, Santa Flavia, Altavilla Milicia e Ficarazzi). Un progetto che affonda le sue radici nel tempo ma che, malgrado
l’impegno di soggetti pubblici e di associazioni che hanno preso a cuore la faccenda, fatica a tirarsi fuori da un frustrante immobilismo. La ricetta è semplice ma l’intruglio che ne viene fuori è potenzialmente letale: una costruzione destinata a uso sanitario dismessa e vandalizzata, un finanziamento ministeriale per la realizzazione della “Casa della Salute”, due bandi di gara prodotti dall’Asp per l’acquisizione della struttura. Tuttavia, entrambe le gare sono andate deserte col conseguente rischio che l’Asp perda il finanziamento per il centro polivalente (peraltro non esiguo, poiché la somma ammonta a oltre 10 milioni di euro).

Preso atto del fallimento di entrambi gli avvisi pubblici, il Sindaco di Bagheria Filippo Tripoli, lo scorso 19 aprile, ha tenuto una conferenza alla presenza dell’Assessore Emanuele Tornatore e del Consigliere Sergio Cannizzaro, dove è stata esposta la soluzione che il Comune intende seguire per la realizzazione della “Casa della Salute”. Il percorso più rapido e sicuro, secondo l’amministrazione, è quello dell’espropriazione per pubblica utilità dell’ex clinica delle Magnolie. Visti i fondamenti normativi che abilitano il Comune ad avviare la procedura, dunque, questa sembrerebbe l’unica via per far sì che l’Asp non perda il finanziamento e che la “Casa della Salute” venga finalmente realizzata.

A tal fine, chiarisce il Sindaco Tripoli, è stato avviato un rapporto con la Città di Palermo per candidare l’espropriazione e la
riqualificazione della clinica delle Magnolie a un finanziamento nell’ambito del “PON Metro 2021-2027” (Programma Operativo Città Metropolitane, ndr). Una candidatura che ha richiesto non poche qualità nella conduzione del dialogo istituzionale, visto che, spiega il Sindaco Tripoli: “di fatto i fondi del PON Città Metropolitane sarebbero rivolti soltanto alla Città di Palermo e ai comuni della prima cintura, di cui Bagheria non fa parte.

Ma abbiamo messo in evidenza lo stretto legame tra le due città di Bagheria e Palermo, sottolineando come la realizzazione della Casa della Salute a Bagheria non solo contribuirebbe a decongestionare le strutture sanitarie palermitane, ma
migliorerebbe anche le condizioni di mobilità sostenibile, riducendo gli spostamenti.” Durante la conferenza, inoltre, è stato dichiarato che il progetto di riqualificazione, oltre alla realizzazione della “Casa della Salute”, comprende anche la creazione di un centro “Dopo di noi”: area dedicata a persone diversamente abili e soggetti fragili che spesso, dopo la scomparsa di genitori e parenti, non hanno la possibilità di contare su realtà certe che riescano a seguirli e sostenerli. Pertanto,in estrema sintesi, ciò che emerge dalle comunicazioni del Sindaco è che il Comune intende avvalersi delle somme del “PON Metro” per espropriare la clinica delle Magnolie e adeguarla ai requisiti sanitari richiesti.

Dopodiché l’Asp, che in questo modo non perderebbe il finanziamento del Ministero, acquisirà dal Comune l’immobile
espropriato e procederà alla realizzazione della “Casa della Salute”. Va ricordato che le eventuali proposte che individuano altre aree per la “Casa della Salute” non sarebbero praticabili: come chiarito a tal proposito dal Sindaco “la realizzazione della centro polivalente tramite il finanziamento del Ministero della Salute non prevede la costruzione di nuovi edifici ma l’acquisizione di edifici già esistenti. Se l’Asp dovesse chiedere al Ministero della Sanità l’autorizzazione a modificare la scheda, potrebbero passare anni. Noi riteniamo che la soluzione più rapida sia quella dell’esproprio.”

Per quanto riguarda i tempi della soluzione adottata dal Comune e, in particolare, i fondi del “PON Metro” necessari per l’operazione, Tripoli afferma: “è chiaro che, rientrando queste somme in un quadro comunitario, potremmo avere la certezza che l’iter andrà a buon fine fra circa un anno. Entro quest’anno, però, si potrà avere certezza dell’inserimento del progetto nell’ambito del PON Metro. Ad ogni modo, tutto ci fa sperare per il meglio.” In ragione di queste considerazioni, da un certo punto di vista, si potrebbe anche pensare che le comunicazioni fornite siano forse un po’ premature e comportino l’assunzione di una buona dose di responsabilità politica. Ma, come chiarito dallo stesso Tripoli durante la conferenza, “non avrei voluto parlare della Casa della Salute finché le procedure non fossero state a buon punto. Ma, siccome ho
percepito che il nostro silenzio più che operoso è stato frainteso come segno di indifferenza, ho ritenuto opportuno dare queste informazioni.”

Insomma, fallito il primo percorso dei bandi di gara, si intraprende la via di altri istituti e procedure. Un cambio di passo sulla
questione, per certi aspetti. Potremmo dire che se Maometto non va alla montagna, allora la montagna viene a Maometto.
Anche se, com’è facile immaginare, i tempi di locomozione di una montagna sono più lenti di quelli di un essere umano, sia esso Maometto o qualsiasi altra persona che nulla ha a che vedere con le doti mistiche di un profeta. La soluzione indicata dall’amministrazione, come chiarito dal Sindaco, non produrrà risultati dall’oggi al domani. Ma di certo, c’è stato spiegato, è più rapida di altre alternative e l’amministrazione si dice fiduciosa. Pertanto, non resta che avere pazienza, fare attenzione affinché i tempi delle procedure non allentino quel po’ di sana tensione che fa sempre bene alla salute di faccende del genere, e auspicare che il percorso tracciato dal Comune di Bagheria possa finalmente portare a quei risultati attesi
da parecchio tempo.

Gioacchino D’Amico



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Questo articolo ha un commento

  1. La cosa che risulta strana e lascia parecchio perplessi è il perché non si possano utilizzare per l’esproprio gli stessi fondi già destinati per l’acquisizione dell’immobile a seguito della gara.
    Si ha la netta impressione che la città metropolitana non concederà i fondi necessari e tutto resterà fermo in omertoso silenzio.

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