Tu chiamale se vuoi…emozioni… Fiorelli arriva secondo a Mondello al Giro di Sicilia

c’è un cartello all’ingresso di Salaparuta…”il Belice saluta il Giro di Sicilia”… già il Belice…terra di terremoto con le sue vigne…i suoi luoghi sacri…Partanna…i fantasmi di Poggioreale…Gibellina e il Cretto di Burri festeggia il Giro siculo, una terra martoriata…dimenticata…Paradiso che merita più visibilità da parte del mondo dello sport…della Bici…con le sue strade eterne, i suoi paesaggi mozzafiato, descritti e narrati da poeti e scrittori…il suo mare azzurro cavalcato da onde bianche, immerso in scogli secolari, figli di Polifemo…il suo cielo solcato dal sole perenne e dai mille colori…

peccato che i corridori con gli occhi sulla strada e le mani sul manubrio non possono godere di tanta bellezza e passano pedalando campioni come Nibali, Frome, Valverde e i loro scudieri, giovani e aitanti che sudano e sognano di metterli dietro, passano tra l’entusiasmo della gente che lascia le spiagge per ammirarli, un lampo, un razzo e via già sono lontani lasciandosi dietro il rombo, il rumore delle ruote, un sibilo che entra nelle orecchie come le sirene, il soffio della carovana e il gruppo sempre compatto, serrato con qualche temerario che prova una fuga impossibile con quella balena che ingoia tutti e solo alla fine dalle sue fauci vola lo spagnolo Molano e accanto a lui sfreccia impavido senza timore, sfacciato, lasciandosi dietro i Moschetti e gli altri velocisti che un tempo incutevano paura, ma giù la maschera, via la timidezza, spartano dentro il cuore e artigli d’aquila che graffiano ma è pudore quella mano sul viso, è secondo il nostro Filippo, non nascondere la delusione per non essere stato profeta in patria, ma non ci hai deluso, ci hai entusiasmato, fatto battere il cuore, ci hai emozionato!

Non sarai lo squalo dello Stretto, non volerai contro il tempo come Ganna, ma hai la vocazione per essere un piccolo grande campione, hai l’ansia di scrollarti di dosso i velocisti più esperti, smaliziati, hai la voglia di esserci sempre lì davanti a sprintare, a sbracciare, a sgomitare, a rischiare da solo, senza trenini o apripista per arrivare a un’appuntamento che hai con te stesso, bravo Filippo, questa terra a volte amara con i suoi figli non ti dimenticherà tanto facilmente…

continua a farci sognare e poi…tu chiamale se vuoi emozioni…

Giuseppe Morreale

Filippo Fiorelli dopo l’arrivo


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