Una amministrazione che vive di tentativi eterogenei di fare informazione, sul tema del verde pubblico si scontra contro i risultati per strada, qualunque storia si voglia raccontare.
Sguinzagliare tutti i comunicatori, non servirà ad indorare la pillola.
Il risultato della guerra aperta conto il verde pubblico di Bagheria è sotto gli occhi di tutti (oggi anche dei Vigili Urbani, pare senza colpo ferire), ad ogni passaggio sulla parte bassa di Viale Bagnera, diventato un panorama di auto parcheggiate in un rigurgito di urbanizzazione, in pieno stile anni ‘70.
Inutile negare che in tantissime ambiti e modus operandi, il ritorno al passato è il leitmotiv di questa amministrazione. Quand’anche ci si impegnasse a spiegare che gli alberi di via Dante (adesso) sono malati, con elaborati periodi di prosa tecnica, si dimentica che i cittadini vedono e pensano, e le voci corrono.
Dagli uffici comunali arriverebbe proprio una voce che la relazione tecnica dell’agronomo, sugli alberi di via Dante fosse pronta da un pezzo, quello che non era pronta era la salute degli alberi.
Per arrivare ad essere malati come da descrizione, avrebbero subìto un apposito taglio delle radici, e un opportuno abbandono di 3 settimane all’addiaccio. Più che una relazione ci dicono possa essere una predizione, degna di doti divinatorie.
Ma qualora la voce fosse solo una malignità, basta andare in giro per tutta la città per scoprire come manca assolutamente qualunque tipo di manutenzione del verde pubblico, compreso quello nelle scuole non ultimato, e, soprattutto, manca una mappatura ( anche nei plessi scolastici) sullo stato di salute e di rischio degli arbusti, e un piano del verde integrato a cui potersi riferire.
Senza dimenticare la vicenda dei pini di via Bagnera, per il quale si sarebbe bypassato il parere paesaggistico, con i fatti che sarebbero sotto gli occhi di tutti qualunque sia il narratore.
In quel caso il Sindaco Filippo Tripoli avrebbe proprio raccontato altra realtà, e rimane un mistero come non si siano attivate le autorità competenti per accertare eventuali illeciti, anche e sopratutto gli organi interni alla municipalità, preposti al controllo.
Altra realtà racconta chiunque riporti di un fantomatico ”comitato di controllo del verde” sconfessato da WWF e LIPU e da tutte le altre associazioni (tranne un membro di una di queste che pare abbia participato alla semi deserta e fallita riunione di fondazione), unico interlocutore sarebbe dunque Legambiente di Bagheria, che forse si occupa solo degli alberi di Santa Flavia, ma solo dopo avere saputo dell’abbattimento dai media locali, perché su quelli di Bagheria si pronuncia proprio pochino.
Ai cittadini attenti certi particolari non sono sfuggiti e la frittata si è incollata alla padella: non la si può più rigirare.
Chiunque o comunque la si provi a raccontare resta il fatto che:
Bagheria non è un comune per tutti.
Ignazio Soresi
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