Bastano pochi minuti per renderci conto che siamo nati e cresciuti da una parte del mondo ‘fortunata’.

Milioni di cittadine che stanno perdendo i loro diritti civili e umani che sono cambiati in maniera significativa nel corso degli ultimi vent’anni, dopo la caduta del regime islamico.

Oggi, riaccade di nuovo. Infatti, nelle città conquistate, scuole e università sono già state chiuse alle donne con la raccomandazione di non tornarci più e alcune insegnanti sono state uccise; sono state rimosse dai luoghi di lavoro e nelle strade vengono cancellate manifesti con raffigurazioni femminili: indipendenza, identità soppresse in un attimo.

Alle donne sarebbe anche stato detto di non uscire più di casa senza un accompagnatore di sesso maschile, di scegliere i propri vestiti. E in diverse città i miliziani talebani stanno girando casa per casa per rapire tutte le persone di sesso femminile dai 12 anni in sù, con l’intenzione di renderle schiave sessuali per il gruppo armato.

La paura tiene sveglie fino a tarda notte le afghane, che ascoltano i racconti di chi già ha avuto una percezione di quel che sarà, e diverso appare da quel che viene disegnato dalle rassicurazioni talebane rivolte a favore dei mezzi di comunicazione.

Tutt’altro di quello che promettono; tutt’altro che democrazia e libertà. Vedere uno scenario dove civili corrono verso un aereo in fase di decollo pur di scappare dalla triste realtà e, poco dopo, precipitare nel vuoto è agghiacciante.

Isabella Principato.

Foto dal web



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