Nello scorso periodo natalizio gli operatori comunale del Parco Robinson hanno dato vita ad una raccolta di fondi attraverso la vendita di articoli natalizi prodotti dagli stessi ragazzi che fruiscono del servizio. Statuette natalizie, piccoli presepi ed articoli vari sono stati messi in vendita, con il ricavato gli organizzatori Pino Lima e Angela Ruggeri hanno deciso, di acquistare un “trasportino” per animali ed altri oggetti dello stesso tema e donarlo ai volontari dell’Asva di Bagheria. Nei giorni scorsi è avvenuta la consegna dei prodotti acquistati alla presenza dei dipendenti, dei ragazzi e dei responsabili della struttura bagherese che accoglie i cani randagi non solo di Bagheria ma anche da diversi comuni del circondario. Il “trasportino” consegnato è conforme anche per il trasporto aereo ed è a questo fine che verrà utilizzato per la prima volta. Giuseppe Pecoraro, volontario dell’Asva ci riferisce che uno dei cani ospiti della struttura in “contrada marino” è stato adottato da una famiglia di Firenze. Si tratta di “Sara” un meticcio di due anni recuperato per strada ed ora pronto ad essere accolta da una famiglia. Durante la cerimonia della consegna del materiale raccolto lo stesso Sig . Pecoraro ci ha riferito del momento di estrema difficoltà che vive la struttura che accoglie i cani randagi. La convenzione con il comune di Bagheria è scaduta lo scorso 31 dicembre e non si vede all’orizzonte la speranza di un rinnovo e senza fondi dare da mangiare giornalmente a circa 170 cani attualmente ospitati non è certamente una cosa facile considerando anche il fatto che fino ad oggi i responsabili del canile devono ricevere il pagamento delle fatture non liquidate dal settembre del 2014. Ma come fate allora? Abbiamo chiesto? “per fortuna ci sono tante persone sensibili al problema del randagismo – afferma Pecoraro- e ci forniscono croccantini ed altri alimenti adatti agli animali. Chiaramente non possiamo sperare in eterno su un sostegno continuo da parte degli amanti degli animali. Di contro invece continuiamo a ricevere chiamate da enti pubblici, principalmente comuni (soprattutto Bagheria) per cani randagi e cuccioli abbandonati fino ad oggi abbiamo ugualmente continuato a garantire questo servizio ma temiamo tra non molto di rimanere senza alimenti ed in questo caso l’unica strada da percorrere rimarrebbe l’apertura dei cancelli della struttura e liberare tutti gli animali per evitare di essere condannati a morire di fame”
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E’ morto Benedetto Varisco, l’uomo che amava i cavalli. L’ultimo viaggio sullo “stràscino”
Amava tanto i cavalli, con essi ha sempre vissuto, ha percorso parte del tragitto dell’ultimo viaggio su un carro tirato da un cavallo bardato a festa. E’ stato l’ultimo regalo che i figli, su suggerimento del maestro Enzo Di Liberto, hanno voluto fare al padre, l’85enne Benedetto Varisco, che, sabato 16 gennaio è morto di crepacuore, come dice, forse esagerando, la gente. Eppure qualcosa di vero ci sarà perché, negli ultimi mesi di vita, fra mille sofferenze per la frattura del femore, il povero “zu Binu”, com’era affettuosamente chiamato in famiglia e da chi gli voleva bene, è andato pure in depressione per non essere stato più in grado di accudire il proprio cavallo che considerava fra i suoi amici più cari. Immagini inusuali, dopo i funerali celebrati lunedì mattina nella chiesa delle Anime Sante, si son offerte ai bagheresi, molti dei quali non hanno esitato ad immortalarle in un clic fotografico. Non era infatti mai capitato che all’uscita dalla chiesa, un corteo fosse preceduto dalla bara adagiata invece che su un carro funebre, su uno “stràscino”. Chissà quante volte – commentavano gli amici – zu Bino aveva guidato lo strascino negli anni Quaranta e Cinquanta del secolo scorso. Lo strascino, in dialetto locale, è il carro senza sponde adibito al trasporto di materiale pesante e voluminoso, su cui venivano caricati, per esempio, i blocchi di tufo provenienti dalle cave di Aspra o le cassette degli agrumi delle nostre campagne per essere trasportati alla stazione ferroviaria o al porto di Palermo da dove venivano avviati in varie località della Penisola. Ebbene, lo strascino che trasportava Varisco in quel freddo lunedì di gennaio, ricordava l’affusto di cannone su cui era collocata la bara dell’eroe di guerra seguìto, in solenne, austero silenzio, dalla chiesa delle Anime Sante fino a via Libertà. Benedetto Varisco malvolentieri si era rassegnato al tramonto del carretto che, come strumento di lavoro e sostegno della famiglia, era stato relegato nell’angolo dei ricordi. Dismessi i panni del carrettiere per esercitare il mestiere di conducente di auto da noleggio, egli non volle privarsi mai del cavallo che poi lo avrebbe accompagnato nelle sfilate folcloristiche delle sagre paesane dove era il primo ad accorrere con l’entusiasmo di un bambino e il classico abbigliamento della tradizione siciliana. Viveva quasi in simbiosi con il cavallo e gli scintillavano gli occhi quando qualcuno gli chiedeva consigli sul perché, sul come e quando, su tutto ciò insomma che riguardasse un equino. Mite, condiscendente e generoso, di amici ne aveva tanti. Lo ha notato anche il parroco delle “Anime Sante” che ha celebrato le esequie in una chiesa gremita. Padre Massimiliano Purpura ha peraltro ricordato al popolo dei fedeli che “Benedetto è vivo più che mai ora che vive in Dio, con Dio e per Dio”, e, pur nell’ora del turbamento e del dolore, ha invitato i presenti a ringraziare il Signore per avercelo dato. Per il momento dunque zu Bino ci ha voluto precedere in Paradiso dove certamente ritroverà gli amati cavalli di una vita e dove magari, ritemprato dalla luce divina, non esiterà a cavalcarli e scorrazzare nelle sterminate praterie del cielo. Alla vedova, signora Pina Tomasello, ai figli Antonella, Giacomo e Angelo, ai nipoti e ai familiari tutti rivolgiamo le più sentite condoglianze, nostre personali, e di tutta la redazione del Settimanale.
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Per un servizio di trasporto pubblico urbano On. Figuccia “attiviamo una vera politica per far tornare il servizio a Bagheria”
Bagheria, è una città di medie dimensioni con una forma regolare e dislocata su un territorio pianeggiante, cioè possiede tutte le caratteristiche necessarie per lo sviluppo di un sistema di trasporto urbano eco-sostenibile ed efficiente. Invece a cosa assistiamo?..Guardiamoci in giro…i mezzi pubblici completamente assenti, le auto private ci soverchiano, il traffico stradale è aumentato a livelli insostenibili, trovare posteggio è un’impresa e per fare pochi chilometri ci si impiega parecchio tempo. Gianpiero Miosi, bagherese militante di Forza Italia, ha assistito in prima persona al peggioramento negli ultimi anni, delle condizioni della viabilità a Bagheria e non ha potuto fare a meno di notare la totale assenza di una politica cittadina orientata ad organizzare un sistema pubblico di trasporto urbano efficiente. E’ convinto che l’uso spesso improprio dell’auto privata anche per piccoli spostamenti, a parte essere questione di cattiva abitudine, è certamente favorito dalla totale mancanza di un sistema di trasporto pubblico urbano alternativo. L’on. Figuccia di Forza Italia ritiene fondate le osservazioni di Gianpiero Miosi e considera arrivato il momento di fare una vera politica del trasporto pubblico urbano. Egli evidenzia che Bagheria possiede tutti i numeri necessari perché un servizio di trasporto pubblico urbano possa offrire la comodità di spostarsi a tutti i bagheresi come per esempio agli studenti verso le scuole, alle casalinghe per raggiungere il Mercatino, per chi dalla zona bassa voglia andare alla zona alta di Bagheria e viceversa, per gli anziani, i lavoratori e così via…ed è sicuro che oltre agli indubbi vantaggi ambientali di lunga durata possa anche garantire nel medio termine un ritorno economico significativo a tutta la comunità. L’on. Figuccia e Gianpiero Miosi lavorano per il bene della città e per il benessere dei bagheresi e ringraziano tutti coloro che non gli faranno mancare il loro appoggio.
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Cattivi odori al depuratore: l’amministrazione informa sulle azioni in itinere
L’amministrazione comunale non sta ponendo in second’ordine le problematiche legate ai cattivi odori che provengono dal depuratore di Aspra. Ad informare la città l’assessore ai Lavori Pubblici e vicesindaco : “La questione è semplice nel comprendere le cause della problematiche, meno facile nel tentare di risolverla: i reflui oleosi della molitura dell’olio hanno creato non pochi problemi” – spiega l’assessore – quest’anno poi che c’è stata una produzione e raccolta ricchissima come non se ne vedevano da tempo, ha fatto si che, nonostante i controlli effettuati dalla polizia municipale, scarichi anomali arrivassero in gran quantità al depuratore”. Si sono quindi innescati fenomeni che causano i cattivi odori. La campagna di molitura è durata anche oltre misura nei tempi, i frantoi erano aperti anche a notte tarda, i controlli delle Polizia municipale non sono stati sufficienti e si sono registrati diversi scarichi anomali. Non tutti sanno che nel corretto smaltimento di queste acque di vegetazione, si può anche smaltirle in piccole quantità sui terreni, se si seguono determinate regole e norme. Alla prossima raccolta intensificheremo controlli e sanzioni e stiamo già prevedendo azioni preventive e correttive, non è tollerabile una cosa del genere” – spiega che ha anche illustrato gli ultimi avvenimenti relativi alla rescissione dell’affidamento temporaneo ad AMAP, lo scorso settembre, a causa di una gestione del depuratore ritenuta non sufficiente oltre che per altre manchevolezze – “La ditta che gestisce il depuratore è riuscita ad ottimizzare il funzionamento dello stesso, miglioramento che è stato poi inficiato dalla maggiore quantità degli scarichi abusivi”. L’amministrazione inoltre è stata in continuo contatto con la presidenza circoscrizionale di Aspra e con alcuni cittadini, ascoltando i suggerimenti e, insieme al presidente circoscrizionale Gerardo Lorenzini hanno effettuato diversi sopralluoghi, anche notturni. Abbiamo avviato una interlocuzione con la circoscrizione, i consiglieri comunali, alcuni cittadini di Aspra per potere arrivare ad una risoluzione della problematica in maniera partecipata” – sottolinea l’assessore – “intanto non siamo stati fermi: abbiamo contattato nuovamente la ditta c’è stata una riunione organizzativa, sono state prese delle misure correttive, è stata potenziata l’insufflazione di ossigeno nelle vasche di fango dell’impianto, e sono di questa mattina dati più incoraggianti nel miglioramento nella qualità dei fanghi, si sta riattivando una parte dell’impianto, un biofiltro per l’aria che non era in funzione quando abbiamo preso un gestione l’impianto, ed è necessario un certo tempo per migliorare l’attivazione di questo componente che ha un certo tempo di inerzia; monitoreremo costantemente l’impianto che ha grosse capacità depurative. Mi auguro che anche gli altri depuratori circostanti vengano attenzionati come il nostro, visto che molti scaricano nella nostra costa attraverso il fiume Eleuterio”.
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Vittoria Alliata colmata d’onori a Villafranca Sicula, la terra degli avi.
Invitata a Villafranca Sicula, nell’Agrigentino, la principessa Vittoria Alliata, giornalista, scrittrice e illustre arabista, è stata per la prima volta ospite nella cittadina fondata dai suoi avi nel 1499. Accompagnata dalla figlia Anthea e dalla nipotina Agata, è stata ricevuta con tutti gli onori al palazzo comunale dal sidaco Domenico Balsamo, dai componenti della giunta municipale, dai consiglieri comunali, da Nelly Scilabra responsabile della segreteria del presidente della Regione Crocetta e da altre autorità istituzionali della cittadina. La principessa ha raccontato la storia della sua famiglia che da Pisa nel XV secolo si è trasferita in terra siciliana dove ha fondato alcune cittadine, popolando territori e non facendo pagare tributi e gabelle ai nuovi arrivati. Il sindaco Balsamo ha annunciato che durante un’apposita riunione del consiglio comunale sarà concessa alla principessa la cittadinanza onoraria. Donna Vittoria ha promesso che donerà i libri di storia della sua famiglia e della fondazione creata dal padre principe Francesco, recentemente scomparso, che saranno ospitati in una sezione speciale di prossima realizzazione all’interno della biblioteca comunale “Barone Muso”. I libri, insieme a varie pubblicazioni riguardano, oltre alla storia della famiglia Alliata, la nascita della cittadina, la donazione delle opere d’arte, ecc. Per festeggiare la principessa Vittoria, all’interno della casina del Barone Musso, l’associazione culturale locale “Barone Musso”, ha realizzato tre quadri di storia, ossia una rappresentazione in costumi medievali che hanno fatto rivivere, grazie pure a una recitazione di buona fattura, la concessione della “licentia populandi”, il decreto di costruzione di Villafranca Sicula, i festeggiamenti della fondazione e i matrimoni celebri che si sono succeduti nei secoli tra i componenti della famiglia Alliata e le famiglie nobili dell’Isola, fino ad arrivare a Francesco Alliata, XVI principe della dinastia, scomparso nel luglio scorso. Il principe Francesco, personaggio di storia e di cultura, era molto legato a Villafranca dove tornava spesso per organizzare incontri culturali e avvicinare la gente. La principessa Vittoria dimostra di non essere da meno. Ha infatti concordato con il sindaco di lavorare assieme ad un progetto didattico e scientifico che rievochi la fondazione del centro agrigentino e che ricostruisca la presenza e la storia di cinque secoli della famiglia Alliata. E’ stato deciso a Sciacca, qualche giorno prima dell’incontro di Villafranca, in occasione della manifestazione culturale “Sciacca Film Fest” durante la quale è stato presentato pure il libro “Il Mediterraneo era il mio regno. Memorie di un aristocratico siciliano” di Francesco Alliata edito da Neri Pozza. “La principessa – ha riferito il primo cittadino – ci ha dato la sua completa disponibilità per ricostruire la vita del paese, della sua popolazione e di quanto la famiglia ha fatto per Villafranca Sicula nella realizzazione di monumenti e di opere d’arte ancora oggi esistenti. Per tale ragione, il comune ha presentato nei giorni scorsi un apposito progetto, dal titolo “Percorsi d’arte con gli Alliata da Villafranca Sicula a Palermo”, che speriamo possa ottenere il finanziamento da parte dell’assessorato regionale ai Beni Culturali e della Pubblica Istruzione”. Lo scopo del progetto sarà quello di fare conoscere meglio alla collettività villafranchese le origini del paese che 16 anni fa ha celebrato i 500 anni della sua nascita, con un gemellaggio che ha visto protagoniste una quindicina di Villafranca d’Europa i cui rappresentanti sono arrivati in Sicilia. “Si apriranno – ha concluso il sindaco – nuovi squarci di luce sulla storia, vecchia di oltre 5 secoli, della nostra cittadina. Alla principessa Vittoria concederemo gli stessi onori che sono stati tributati al padre Francesco con la cittadinanza onoraria”.
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Semplificazione per i finanziamenti in agricoltura. L’assessore Cracolici: “Bandi a sportello”
L’Assessorato Regionale all’Agricoltura sta lavorando alacremente, sotto la direzione politica delll’assessore Cracolici, per emettere i primi bandi della nuova programmazione dei fondi Europei entro il mese di aprile. Si mette così in movimentro una complessa macchina politico burocratica-amministartiva il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) Sicilia per il periodo 2014-2020, potrà contare su una dotazione finanziaria di 2.212.747.000 di euro con un incremento di oltre 27 milioni rispetto alla dotazione del PSR Sicilia 2007-2013, e che costituisce la maggiore dotazione finanziaria assegnata tra le regioni italiane a livello nazionale. Parte dei problemi legati all’agricoltura siciliana sono da ricercare anche nell’eccessiva burocratizzazione dell’accesso ai fondi. Basti pensare a qualche peripezia del precedente Piano. “Semplificazione – spiega l’assessore -. Questa è la parola chiave del mio mandato. Già in questo Psr (quello in vigore nel periodo 2014 – 2020, ndr), inseriremo le cosiddette misure a sportello per progetti con importi massimi di 200 o 250 mila euro. È inconcepibile che chi deve accedere a fondi per spese minime deve attendere anche due anni per riceverli. Si tratta di spese cofinanziate dalla stessa azienda che, magari, trascorsi due anni, non potrà più compartecipare. E così si crea un circolo vizioso con il rischio concreto di non riuscire ad assegnare questi soldi”. Altra novità riguarda i bandi chiusi per i finanziamenti del Psr. Ce ne saranno due-tre l’anno, Ognuno decreterà una classifica di ammissibilità ed in base a questa lista saranno esaminati i progetti che potranno poi essere finanziati. In questo modo puntiamo ad erogare le risorse nel giro di 120 giorni lavorativi. “Il prossimo 22 febbraio arriverà da Bruxelles il comitato di sorveglianza per approvare 9 delle 15 misure previste dal Psr – spiega Cracolici -. Le rimanenti saranno approvate in via scritta. Credo che ad aprile saremo pronti per partire anche se in queste settimane daremo istruzioni per avviare qualche misura e trovarsi tutti pronti in primavera”. Questi gli impegni assunti dall’assessore Cracolici per semplificare l’iter burocratico e favorire gli investimenti degli imprenditori agricoli e rendere più fluida e concreta l’attuazione del PSR dove per il periodo 2014-2020 sono stati individuati tre obiettivi strategici di lungo periodo 2. gestione sostenibile delle risorse naturali 3. sviluppo equilibrato dei territori rurali La nuova programmazione è basata su sei “priorità di intervento”. La prima priorità è “promuovere il trasferimento della conoscenza e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali”, con tre focus area individuate: La seconda priorità è “potenziare la redditività delle aziende agricole e la competitività dell’agricoltura in tutte le sue forma, promuovere tecniche innovative per le aziende agricole e la gestione sostenibile delle foreste”, con tre focus area individuate: La terza priorità è “promuovere l’organizzazione della filiera alimentare, compresa la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, il benessere animale e la gestione dei rischi nel settore agricolo”, con due focus area individuate: La quarta priorità è “preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura”, tre le focus area individuate: La quinta priorità è “incentivare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale”. La sesta priorità è “adoperarsi per l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nella zone rurali”. T re le focus area individuate: Viene abbandonata quindi la vecchia struttura, articolata in 4 Assi e 33 Misure, considerata troppo rigida e poco funzionale all’attribuzione di risorse a sostegno aree di intervento diverse da quelle per cui erano previste. Quindi l’impalcatura della nuova programmazioner si baserò su 3 obiettivi strategici, 6 priorità d’intervento, 18 focus di area ed il corredo di Misure e Sotto-misure. Le focus aree rappresentano i pilastri su cui poggia la strategia del PSR, infatti rappresentano i binari precostituiti su cui convergono le scelte programmatiche. A ciascuna focus area è assegnato un obiettivo specifico (Target) che dovrà essere raggiunto a fine programmazione. Le misure (come per il PSR Sicilia 2007/2013) rappresentano l’unità fondamentale del Programma e si articolano in un insieme di sotto-misure. Ciascuna sottomisura può riguardare contemporaneamente più focus area relative ad una priorità o focus area di differenti priorità. L’incrocio tra focus area e misure/sottomisura ha una gerarchia. Ci sono cioè sotto-misure che contribuiranno più delle altre al raggiungimento del target della focus area.
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Genitori impauriti dalla presenza dei figli di Gianluca Calì Nella civilissima Milano, per paura, non li vogliono in classe assieme ai loro figli
E’ andato via dalla sua Bagheria perché stanco delle continue minacce mafiose, ha scelto di trasferirsi a Milano con la sua famiglia per provare a dare una vita “normale” ai suoi figli, e invece si è trovato discriminato dai genitori dei compagni di classe dei suoi bambini: “Non lo vogliamo qui”. E’ la storia di Gianluca Calì, imprenditore siciliano diventato uno dei simboli della legalità e della lotta alla criminalità organizzata. Personaggio scomodo per i boss della zona che non gli hanno reso la vita facile, costringendolo ad abbandonare la sua terra, indossare costantemente un giubbotto antiproiettile, andare in giro in un’auto blindata. E oggi si trova ad affrontare una nuova battaglia: sconfiggere il pregiudizio dei genitori dei compagni dei suoi figli, sei e sette anni. Il signor Calì era stato convocato dalla direttrice per un incontro con le famiglie dell’istituto, e si è scatenato un caso ripreso dal quotidiano “la Repubblica”. La rappresentante di classe ha scritto una mail di protesta: “Alcuni genitori non vogliono partecipare alla riunione se sarà presente solo il signore Cali’ senza polizia o carabinieri, temono possa succedere qualcosa in quell’occasione, altri stanno pensando di far cambiare scuola ai propri figli perché preoccupati della loro sicurezza, io stessa mi sto interrogando da questa mattina se sia il caso di lasciare che siano i nonni o la tata ad andare a prendere i bambini a scuola, quando la scuola non è più un luogo sicuro”. E ancora: “Mi dispiace, ma la situazione così non ci piace per nulla e rattristati per i piccoli che subiscono l’eredità dei padri, ci sentiamo di dover proteggere i nostri di figli da una situazione incontrollata ed esogena”. Fino a proporre una soluzione che lascia senza parole: ”Sarebbe il caso che i bambini in questione uscissero da una porta secondaria e non all’orario canonico e comunque vorremmo tutti maggiori misure di sicurezza, perché non ci sentiamo sicuri”. Parole dure, alle quali l’imprenditore ha replicato nel migliore dei modi: le ha rese pubbliche, postandole sulla sua pagina di Facebook, lasciando così che l’indignazione arrivasse in maniera spontanea. E così è stato. Decine i commenti di solidarietà e disprezzo per le accuse riprovevoli. “Tutto mi aspettavo – è il commento amaro dello stesso Calì – tranne che la civilissima Milano reagisse così. Non credo che i miei figli debbano pagare lo scotto della già difficilissima situazione in cui vivo da 15 anni seguendo la via della legalità”.
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Francesco Speciale festeggia i suoi “primi” 100 anni. Fratello dell’on. Giuseppe e dell’imprenditore Pietro
Il 2016 si apre con il compleanno centenario di un cittadino bagherese. Il nove gennaio, infatti, Francesco Speciale, fratello maggiore dell’onorevole Giuseppe e dell’imprenditore Pietro, ha festeggiato il suo secolo di vita. Nato a Bagheria da Onofrio Speciale ed Angela Gargano, vi ha vissuto fino alla chiamata alle armi della seconda guerra mondiale. Ha compiuto studi di giurisprudenza. Nel 1943 ha sposato Anna Franceschini, conosciuta a Roma, dalla quale ha avuto due figli: Onofrio ed Angela. Alla fine del conflitto mondiale è ritornato a vivere per un breve periodo a Bagheria, per poi trasferirsi definitivamente a Roma, dove ha prestato servizio presso il Ministero del Lavoro in qualità di ispettore. All’atto del pensionamento si è trasferito con la moglie, venuta a mancare tre anni fa, nella sua residenza di Lavinio, località sulla costa laziale, vicino Roma, per potersi dedicare alla sua più grande passione: il giardinaggio. E, infatti, nel suo giardino, coltivato personalmente con piante di agrumi, fichidindia, nespole, ortaggi e fiori, ha riprodotto un pezzo della Sicilia tanto amata e mai dimenticata. Ha, tuttavia, continuato fino ai novant’anni a lavorare come consulente del lavoro per aziende, ristoranti e case di moda della capitale. E’ tornato a Bagheria fino a quattro anni fa in occasione del matrimonio di un pronipote. Ancora perfettamente lucido ed in discreta salute ha voluto festeggiare questo suo compleanno veramente speciale con i figli, la nipote Sara, gli amici ed i rappresentanti di tre generazioni di nipoti, che, giunti appositamente da Terni, Roma, Palermo e Bagheria, si sono riuniti allegramente attorno allo ”zio Ciccio “ per fargli sentire l’affetto della famiglia e il calore della sua Sicilia.
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Dopo Ficarazzi anche Aspra chiude il passaggio per i tir Sarà autorizzato solo il transito per il trasporto delle merci per le imprese ittiche
Con una ordinanza, che risale allo scorso mese di aprile ma diventata esecutiva nei giorni scorsi con l’apposizione della segnaletica, il sindaco di Bagheria ordina “il divieto di transito agli autocarri con massa superiore ai 35 quintali nella Via Francesco Tempra, in via Fiume d’Italia e Corso Italia in tutta la loro estensione”. Va detto che, in deroga a quanto espresso nell’ordinanza, possono essere autorizzati al transito solo i mezzi per il carico e scarico delle merci ad uso delle imprese ittiche della zona previo rilascio di autorizzazione ad opera del comando polizia municipale ed in seguito alla presa visione della prescritta bolla di consegna delle merci. Questa ordinanza nasce dalle conseguenze di una analoga ordinanza emessa qualche anno fà dal comune di Ficarazzi che vieta, durante il giorno, il transito dei mezzi pesanti dal corso principale del paese. La conseguenza dell’emanazione emessa dal sindaco di Ficarazzi Paolo Martorana fù che per aggirare il corso, i tir che provenivano da Palermo attraverso la SS 113 arrivando a Ficarazzi e trovando il divieto optavano per la litoranea quindi saltavano il percorso cittadino svoltando non appena arrivati al bivio di Villabate in direzione del mare e dopo aver percorso tutta la litoranea attraversavano la frazione di Aspra e successivamente dopo aver raggiunto il Corso Baldassarre Scaduto tornavano sulla statale all’altezza dell’incrocio tra la Via Rammacca e Corso Butera. Stesso percorso, ma all’incontrario, se i tir erano diretti a Palermo. Per come evidenziato nell’ordinanza emessa dal sindaco Patrizio Cinque, queste disposizioni non riguarderanno i mezzi pesanti che trasportano prodotti per le industrie ittiche della zona e, crediamo, nemmeno per gli altri mezzi che interessano il trasporto merci per le attività commerciali di Aspra. Appositi segnali sono stati collocati in Corso Baldassare Scaduto ed all’inizio del territorio comunale di Aspra all’altezza del ponte sulla litoranea.
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Ad Aspra depuratore con i problemi di sempre
Continuano a pervenire da settimane reiterate segnalazioni sulle mefitiche esalazioni mattutine e vespertine del depuratore di Aspra. L’assessore ai Lavori pubblici, , aveva annunciato trionfalmente a settembre, allorchè fu attuato l’intempestivo recesso da , che il nuovo affidamento di gestione ad una ditta privata ci metteva finalmente al riparo dagli annosi problemi. Pare però stando alle decine di segnalazioni che ci pervengono che non sia esattamente così. Considerato che i lavori di adeguamento realizzati negli scorsi anni non hanno sortito i risultati sperati, ci sono due strade da percorrere: la prima legata senz’altro all’emergenza forse causata in parte dalla stagionalità, vendemmia e molitura delle olive, e la seconda che è di prospettiva futura e sulla quale i residenti di Aspra da anni insistono, e cioè pensare ad una ipotesi che veda nel tempo la individuazione di una alternativa all’attuale depuratore. L’emergenza si può aggredire cercando di capire, cosa non impossibile, i motivi del malfunzionamento: mancata eliminazione dei fanghi, reflui non trattabili immessi abusivamente nella rete, maggiore attenzione e risorse nel trattamento dei reflui, la cosidetta ‘digestione’. Andiamo alla costruzione della possibile alternativa: dopo la dissoluzione delle Province regionali e l’introduzione delle città metropolitane Bagheria entrerà ufficialmente nell’orbita della città di Palermo, e questo vuol dire che per la gestione di servizi complessi, quali discarica, gestione acqua, impianti di depurazione, sistema di trasporti, si andrà sempre più verso un sistema integrato tra Bagheria e la città di Palermo. Non c’è quindi migliore occasione che, una volta tamponata seriamente l’emergenza, si lavori per costruire una alternativa praticabile. E vediamo quale potrà essere. Il depuratore palermitano di Acqua dei Corsari, al confine con Ficarazzi, è un impianto che attualmente depura acque reflue fino a 200.000 abitanti, mentre è in cantiere un nuovo progetto di ampliamento che prevede di aumentarne la capacità fino a 880 mila abitanti, riuscendo così a soddisfare il fabbisogno dell’intera città metropolitana. A questo punto non è follia pensare di potere con una nuova condotta che potrebbe seguire l’attuale percorso della ferrovia, canalizzare i reflui di Bagheria con una progettazione non particolarmente complessa, verso il depuratore di Acqua dei Corsari, lasciando l’attuale depuratore a servizio della sola frazione di Aspra e comunque della parte di territorio a mare rispetto alla SS 113. Non è una ipotesi campata in aria, ma ripetiamo, così come ci è stato confermato da chi ha conoscenza e competenza del problema, possibile e praticabile. Certo questo presuppone anche che si torni a dialogare con Amap, ma in politica come in amore, mai dire mai. Allora l’amminsitrazione di Patrizio Cinque cominci a lavorarci seriamente. tratto da “bagherianews.com”