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  • Sponsorizza o adotta il verde pubblico a Bagheria: “Un’iniziativa a favore dell’ambiente”

    Il Comune di Bagheria stipulerà contratti di sponsorizzazione o accordi di collaborazione per aiutare l’Amministrazione a migliorare il verde della città. Chiunque potrà diventare sponsor del verde cittadino o adottare un’area verde del Comune. Sarà possibile anche prendersi cura di arredi e attrezzature, delle aiuole e degli spazi destinati a verde pubblico antistanti a negozi, condomini e locali pubblici. A renderlo possibile un avviso pubblico approvato con la delibera di giunta n.4 del 28 gennaio. Si può partecipare mediante la sponsorizzazione finanziaria che prevede il versamento di una somma di denaro per sostenere interventi di realizzazione o di riqualificazione di aree verdi o aree gioco, o per interventi di manutenzione su aree verdi. In cambio si otterrà visibilità del proprio logo/ragione o denominazione sociale/marchio; mediante la sponsorizzazione tecnica che prevede la presentazione di un progetto di miglioramento di un’area verde o aiuola stradale, da approvare dal Comune e che lo sponsor realizzerà prendendosi cura dell’area per un periodo a sua scelta (da uno a cinque anni). Possibile anche il subentro nella cura di un’area verde, ed infine, se non si è interessati alla visibilità commerciale si potrà rendere più bella una parte del verde di Bagheria, sottoscrivendo un accordo di collaborazione per l’adozione di un’area. Tale procedura è prevista dal regolamento del verde pubblico e privato approvato con al delibera di consiglio comunale n.32/2015. Dal sito web comunale è possibile scaricare i modelli di domanda disponibili anche all’ICP, l’istanza potrà essere trasmessa agli indirizzi di posta elettronica sindaco@postecert.it e lavoripubblicibagheria@postercert.it Possono presentare domanda tutti i cittadini, privati e pubblici, singoli o associati, enti, associazioni in ogni momento dell’anno. Il contratto o l’accordo con il Comune può avere la durata minima di un anno o al massimo di cinque anni. Al termine del contratto sarà possibile ripresentare la domanda di sponsorizzazione o di collaborazione e ripresentare la propria candidatura. Dal sito web del Comune, dove è in fase di definizione una pagina web dedicata che sarà sempre visibile, è possibile scaricare l’elenco delle aree verdi, elenco che verrà tenuto aggiornato periodicamente in occasione delle nuove assegnazioni o quando vengono realizzate o progettate nuove aree sponsorizzabili, è comunque possibile proporre accordi per aree verdi di proprietà comunale non comprese nell’elenco. Sono già disponibili nella sezione albo pretorio on line l’avviso pubblico (il bando sarà sempre aperto, si potrà presentare domanda in qualsiasi momento dell’anno). Dall’albo pretorio on line è possibile scaricare l’avviso pubblico, il capitolato tecnico di manutenzione, le linee guida per la presentazione dei progetti di sponsorizzazione tecnica, la domanda di sponsorizzazione tecnica, ed i modelli per le domande. Invita alla collaborazione il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque che dice: “anche questa è una forma di partecipazione alla gestione dei beni pubblici, può essere una forma di pubblicità progresso in cui i soldi spesi fruttano due volte, auspico che gli imprenditori, i privati, la società civile apprezzi questa iniziativa e collabori attivamente”. “Per i Comuni che versano in stato di deficit finanziario è un ottimo aiuto per la cura del verde, per le aziende ed i privati un modo utile per farsi pubblicità e collaborare al bene comune” a sottolinearlo l’assessore al Verde Pubblico Luca Tripoli che ha fortemente voluto e lavorato a questa iniziativa. Ufficio stampa del comune di Bagheria

  • Ambiente e salute ad Aspra, che fare?

    Il presidente della Commissione regionale Ambiente, Mariella Maggio, mercoledì 3 febbraio alle 17,30 si recherà ad Aspra nei locali della Circoscrizione per incontrare la cittadinanza. Da anni il cattivo funzionamento del depuratore comunale tiene sotto scacco i residenti di Aspra: ormai è emergenza sanitaria e ambientale. La nuova amministrazione comunale non è riuscita a risolvere ad oggi il problema; sversamenti di liquami si verificano costantemente sulla costa da oltre un anno. 186 mila euro sono stati spesi negli ultimi due mesi dal sindaco, Patrizio Cinque, senza evidenti risultati. Il depuratore è fonte di inquinamento ambientale e di pericolose ricadute sulla salute dei cittadini che, per questo motivo, hanno chiesto più volte l’intervento delle autorità preposte. A rispondere all’appello è il presidente della Commissione regionale Ambiente, Mariella Maggio, che mercoledì 3 febbraio alle 17,30 si recherà ad Aspra nei locali della Circoscrizione, in Piazza Monsignor Cipolla, per incontrare la cittadinanza. Un’assemblea pubblica promossa dal Partito Democratico di Bagheria che, con l’aiuto di esperti del settore, analizzerà le possibili cause del malfunzionamento del depuratore comunale e quali le possibili soluzioni per evitare inquinamento e rischi per la salute, dopo gli ultimi mesi di disagi per la popolazione. All’incontro parteciperanno il prof. Antonio Caruso del Dipartimento delle Scienze della Terra e del Mare dell’Università di Palermo, già autore nel 2010 di uno studio sull’inquinamento della zona costiera del Golfo di Palermo; il dott. Francesco Gervasi, responsabile del Laboratorio di Oncologia dell’Ospedale ARNAS Civico; il dott. Giovanni Abbate, direttore della struttura territoriale dell’ARPA. Stefania Munafò, consulente dell’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente oltre all’ on. Mariella Maggio, Presidente della Commissione Regionale Ambiente, che nelle settimane scorse si è attivata per portare nelle sedi istituzionali la problematica del depuratore di Aspra. Durante l’assemblea saranno resi noti i dati ufficiali sulle emissioni del depuratore negli ultimi tre anni. L’incontro sarà moderato dal segretario del Pd locale, Orazio Amenta, mentre il Presidente della Circoscrizione è stato invitato a portare i saluti istituzionali a tutti i convenuti. Si invita tutta la cittadinanza a partecipare.

  • Ancora affidamenti diretti: il sindaco Cinque gioca con i soldi dei contribuenti

    ) Dopo aver reso nota la cifra stratosferica utilizzata dal sindaco Patrizio Cinque in affidamenti diretti per gestire la raccolta dei rifiuti (pari a 4,4 milioni di euro solo nel 2015), oggi parliamo ancora di soldi di contribuenti bagheresi distribuiti a pioggia da questa amministrazione. E’ il caso del depuratore comunale: 186 mila euro spesi in due mesi per non risolvere nulla . Un costo record a seguito dell’ennesimo affidamento diretto in perfetto stile 5 stelle, che rispetto al preventivo iniziale ha in corso d’opera addirittura triplicato il suo valore. Inutilmente, poiché da ottobre il depuratore è in tilt con enormi danni per la salute dei cittadini e per l’ambiente di Aspra. Il Pd chiede che si faccia chiarezza su come sono stati spesi questi soldi e a che cosa sono serviti, pretendendo una rendicontazione al centesimo, visto il risultato pessimo ottenuto e la preoccupazione che a pagare siano di tasca i cittadini bagheresi. , responsabile del Pd Bagheria per i servizi pubblici – Ci chiediamo cosa hanno prodotto i 485 mila euro di affidamenti diretti fatti dall’amministrazione 5 stelle nel settore idrico/fognario, di cui tre fatti di pugno dal sindaco Cinque, e soprattutto chi li pagherà, visto che una parte derivano da entrate incerte. Mezzo milione di euro di soldi pubblici impiegati in buona parte per il depuratore comunale, per la riparazione di un sottopasso e per la manutenzione di reti idriche e fognarie, nonostante siano ancora evidenti le perdite idriche in ogni angolo della città. La nostra preoccupazione è che questi fondi impegnati si trasformino in buona parte in un maxi debito fuori bilancio e che a pagare per l’incapacità amministrativa di Sindaco e assessori siano alla fine come sempre i cittadini. Come per i rifiuti anche per l’acqua si continua a procedere con affidamenti diretti in urgenza non per risolvere la singola emergenza, ma per gestire servizi pubblici in via ordinaria per mesi senza alcuna programmazione. La storia continuerà anche nel 2016? Fino a quando?”

  • Da Chagall ad Elisa Martorana il giorno della memoria tramite l’arte

    Da Chagall ad Elisa Martorana il giorno della memoria tramite l’arte

    A Canicattì in provincia di Agrigento il giorno della memoria viene vissuto tramite l’arte, a promuovere questa iniziativa L’Istituto Don Bosco di Canicattì che ha dedicato una giornata d’arte per ricordare le vittime della Shoah. Colonna portante della giornata è stato il laboratorio d’arte che ha visto protagonista l’artista bagherese Elisa Martorana invitata in veste di autrice del progetto artistico “ ” ha spiegato a gli alunni dell’Istituto quanto “L’Albero” sia un simbolo che accomuna molte culture e rappresenta profondamente il credo ebraico. Elisa Martorana così ha magistralmente coinvolgo i scolari in un laboratorio ricco di colore, emozione e messaggi profondi, il tutto per dare vita a una nuova immagine “L’albero della Shoah”. Elisa Martorana ha condotto i piccoli nel ricordo creativo riflettendo e rielaborando nozioni importanti e profonde, ed ecco che grazie all’arte i colori di Chagall incontrano il simbolismo della “ ” l’albero della vita degli ebrei, le “etichette” naziste dei campi di sterminio si trasformano in decori infantili dando vita cosi “all’albero della Shoah” cui la foto su tela opera di Elisa Martorana viene dipinta su guida dell’artista dagli allievi del Don Bosco, trasformando il giorno della Memoria non sono in un giorno di pianto ma in un giorno di luce di speranza, lacrime di luce rappresentate da schizzi di colore fluo. Elisa Martorana intervistata dalla stampa agrigentina si dichiara soddisfatta ed onorata che la sua creatività e la sua arte è stata scelta come linguaggio per parlare ai più piccoli di un tema cosi importante come la shoah dichiarando: “Il nostro periodo storico rende purtroppo la Shoah non solo un dramma storico ma un pericolo presente, è importante che i più piccoli vengano formati al rispetto e alla tutela della vita perché non si può rischiare di far rivivere quanto accaduto e l’arte per questo è lo strumento perfetto”. La fidapa di Canicattì a poi deciso di donare l’opera realizzata dall’Artista Elisa Martorana all’Istituto Don Bosco, dove resterà in mostra permanente così che tutti i “piccoli artisti” che hanno realizzo l’opera diretti dalla Martorana ne possano godere e sopratutto rivivere ogni giorno le nozioni apprese.

  • Da Chagall ad Elisa Martorana il giorno della memoria tramite l’arte

    A Canicattì in provincia di Agrigento il giorno della memoria viene vissuto tramite l’arte, a promuovere questa iniziativa L’Istituto Don Bosco di Canicattì che ha dedicato una giornata d’arte per ricordare le vittime della Shoah. Colonna portante della giornata è stato il laboratorio d’arte che ha visto protagonista l’artista bagherese , laboratorio promosso dalla presidente FIDAPA di Canicattì e la Segretaria Nazionale FIDAPA la Dott.ssa Elisa Martorana invitata in veste di autrice del progetto artistico “ ” ha spiegato a gli alunni dell’Istituto quanto “L’Albero” sia un simbolo che accomuna molte culture e rappresenta profondamente il credo ebraico. Elisa Martorana così ha magistralmente coinvolgo i scolari in un laboratorio ricco di colore, emozione e messaggi profondi, il tutto per dare vita a una nuova immagine “L’albero della Shoah”. Elisa Martorana ha condotto i piccoli nel ricordo creativo riflettendo e rielaborando nozioni importanti e profonde, ed ecco che grazie all’arte i colori di Chagall incontrano il simbolismo della “ ” l’albero della vita degli ebrei, le “etichette” naziste dei campi di sterminio si trasformano in decori infantili dando vita cosi “all’albero della Shoah” cui la foto su tela opera di Elisa Martorana viene dipinta su guida dell’artista dagli allievi del Don Bosco, trasformando il giorno della Memoria non sono in un giorno di pianto ma in un giorno di luce di speranza, lacrime di luce rappresentate da schizzi di colore fluo. Elisa Martorana intervistata dalla stampa agrigentina si dichiara soddisfatta ed onorata che la sua creatività e la sua arte è stata scelta come linguaggio per parlare ai più piccoli di un tema cosi importante come la shoah dichiarando: “Il nostro periodo storico rende purtroppo la Shoah non solo un dramma storico ma un pericolo presente, è importante che i più piccoli vengano formati al rispetto e alla tutela della vita perché non si può rischiare di far rivivere quanto accaduto e l’arte per questo è lo strumento perfetto”. La fidapa di Canicattì a poi deciso di donare l’opera realizzata dall’Artista Elisa Martorana all’Istituto Don Bosco, dove resterà in mostra permanente così che tutti i “piccoli artisti” che hanno realizzo l’opera diretti dalla Martorana ne possano godere e sopratutto rivivere ogni giorno le nozioni apprese.

  • Sabato in Corso Umberto Fabrizio Ferrandelli incontra i bagheresi

    Sabato 30 gennaio, a partire dalle ore 18,00, deputato regionale dimissionario e fondatore de “I Coraggiosi”, incontrerà i bagheresi in Corso Umberto I. L’incontro sarà l’occasione per discutere di Bagheria, ma anche di politica regionale e del referendum costituzionale. Il movimento dei Coraggiosi nasce per dare vita a una stagione di riforme in Sicilia, senza steccati politici o etichette di partito. Chiamiamo a raccolta la società tutta, gli innovatori, perché solo così potremo sconfiggere i conservatori e riportare la Sicilia in Italia. “I siciliani devono sapere che i politici non sono tutti uguali – afferma Ferrandelli – che la dignità vale più dei compromessi al ribasso e di una poltrona con stipendio all’Ars” CoraggioSì è il primo comitato siciliano per il sì alle riforme costituzionali. Nasce per iniziativa del Movimento dei Coraggiosi di Fabrizio Ferrandelli e avrà sede nei locali del Comitato siciliano, in via Principe di Belmonte 96 a Palermo. Comitati #CoraggioSì saranno attivati, nei prossimi giorni, nei 9 capoluoghi siciliani e in tutti i circoli siciliani (oltre 80) del Movimento dei Coraggiosi. Il comitato bagherese de “I coraggiosi” invita la cittadinanza a partecipare numerosa. Nel corso dell’intera giornata di sabato 30 gennaio, sarà possibile aderire al gruppo dei “Coraggiosi”, recandosi al gazebo allestito dal gruppo politico sul Corso Umberto I.

  • Il Quirinale cerca due esperti allevatori. – Insolita selezione pubblica per chi cerca lavoro

    Parli di Presidenza della Repubblica e ti immagini i corazzieri, i lustrini, gli avvocati e i giuristi…. invece stavolta dal “Colle” più alto è stata avviata la ricerca di due “Esperti allevatori”. Il Segretariato generale del Quirinale ha infatti indetto una selezione pubblica per individuare due figure esperte nel settore allevamento bestiame, da inserire nei ruoli della carriera ausiliaria tecnica nella Tenuta presidenziale di Castelporziano a Roma. I requisiti specifici necessari per candidarsi sono: Diploma di istruzione secondaria di primo grado Idoneità fisica alle mansioni da svolgere Età non inferiore a 18 anni e non superiore ai 45 anni Patente di guida di tipo B Abilitazione all’uso della trattrice agricola con rimorchio Abilitazione all’assistenza nel trasporto di animali vivi Tutti i dettagli di questa insolita offerta di lavoro sono su www.informa-giovani.net/notizie

  • “Il barocco in processione”. – Fede e tradizioni del cristiano del terzo millennio

    Intervista sull’ultima opera di Mons. Giovanni Lanzafame, prelato e scrittore conosciuto come “Mariologo” anche a livello internazionale. Impegnato da tempo sull’aspetto non solo ecumenico delle confraternite, ha trattato diversi temi che riguardano la Vergine Santissima, i Santi, la storia della chiesa, della liturgia ecc… ecc…. , autore di diverse recensioni sui testi del Mons. Lanzafame, i motivi del suo interessamento a questa sua ultima opera. “Ho incontrato per la prima volta Mons Lanzafame durante la ricorrenza dell’anniversario dell’incoronazione del sacro simulacro della Madre SS. Del Lume venerata a Palermo nel quartiere del Noviziato. Ne è nato un rispetto reciproco grazie anche alla grande devozione alla Madre SS. Del Lume, al mondo delle processioni in genere e alle tradizioni viste sotto l’ottica non come fatto in se stesso, ma esplorando questa forza della fede che aiuta a riscoprire la bellezza interiore attraverso tutte le sfaccettature devozionali, personali, ricchi di fede genuina”. Nel libro ti è stato chiesto di scrivere qualcosa sulla conclusione? Si, cosi sono andate le cose; dopo la mia conoscenza con l’autore insieme abbiamo affrontato diverse tematiche, abbiamo puntato su aspetti ecumenici e di tradizioni popolari e nonostante le difficoltà o muri, ma accompagnati dal Signore e dalla Vergine Santa siamo sempre andati avanti, non per orgoglio personale, ma affinchè gli altri possano essere edificati con la parola del Signore, attraverso anche segni come, per esempio, le devozioni e le tradizioni. Mi è stato espressamente chiesto di scrivere le conclusioni del libro. Il tema che ho voluto scegliere è stato: “LA PROCESSIONE COME ESPRESSIONE DI FEDE E DI DEVOZIONE”, infatti la processione è segno, innanzitutto prima di fede e dopo di devozione. L’ autore ci parla della storicità e del significato dei fercoli, delle vare, delle urne e dei carri trionfali, io invece ho cercato di dare un taglio netto e di parlare non dell’arte, ampiamente dibattuto nell’ introduzione da Mons. Rino La Delfa e dalla professoressa Maria Concetta Di Natale, ma andando a scrutare a cosa servono in fondo questi mezzi e a quale messaggio vogliono indirizzarci. E’ sbagliare pensare che alla società di oggi non interessino più queste tradizioni, o meglio per molti, e anche per alcuni sacerdoti non servino proprio a nulla? Le immagini, con i loro fercoli o vare, che portiamo fuori dalle nostre chiese non sono soltanto pezzi di legno ma fanno parte della nostra identità, della devozione di una comunità o ancora meglio di una città. Chi afferma che le statue sono soltanto un pezzo di legno o di qualsiasi altra fattura, non si rende conto che non solo sta bestemmiando, ma disconosce le sue radici. Nell’anno 787 venne convocato a Nicea un Concilio ecumenico che sancì l’assoluta liceità di rappresentare con le immagini la figura di Gesù, di Maria Sua Madre, degli Angeli e dei Santi. Il secondo Concilio di Nicea spiegava che attraverso le immagini il fedele viene invitato ad imitare i personaggi rappresentati: Gesù, Maria, gli Angeli e i Santi. Quindi, le immagini sacre sono uno strumento che aiutano il cristiano ad imitare coloro che vi sono rappresentati. A fianco degli Evangelici e dei Protestanti, ci sono anche i Testimoni di Geova decisamente contrari alla venerazione delle immagini, non ti pare che questo libro darà fastidio a chi non la pensa in questo modo, no? Qual è il motivo di questa contrarietà? Io credo che la causa della avversione delle altre religioni, ma anche dei non credenti, è da ricercare in una lettura parziale, distorta e quindi errata della Bibbia. Di solito, chi vuole dimostrare che Dio è contrario all’utilizzo e alla venerazione delle immagini, e dunque che noi cattolici ci poniamo contro la volontà di Dio, ci leggerà i versetti 2,3,4 e 5 del capitolo 20 del Libro dell’Esodo. E dopo la lettura di questi versetti si passa facilmente alla classica contestazione: la Chiesa Cattolica, utilizzando immagini e statue, disobbedisce al comando di Dio. Cosa c’è scritto nel versetto in questione? “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Risposta: Intanto, bisogna leggere tutta la Bibbia, non solo qualche brano. Subito dopo, nel versetto 5, il Signore spiega perché ha dato quel comando: “Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai”. Ecco il motivo per il quale Dio proibisce l’uso delle immagini. Ma effettivamente, Dio non proibisce le immagini in quanto tali, non proibisce l’utilizzo delle immagini sacre, ma proibisce l’idolatria, che era, ed è, un peccato gravissimo. Che cosa si intende per idolatria? Per idolatria s’intende mettere al posto del vero Dio un “idolo” e adorarlo. Ecco la ragione per la quale Dio proibisce di fare immagini: perché gli Ebrei correvano seriamente il pericolo di considerarle idoli e di adorarli; correvano il pericolo di prestare alle immagini, alle statue di creature del cielo o della terra quel culto che è dovuto solo a Dio. Era un pericolo concreto, visto che gli Ebrei erano circondati da popoli idolatri. Di più. Mentre Mosè riceveva le Sacre Tavole con i Dieci Comandamenti, il popolo ebraico si era già costruito un idolo d’oro. Il Vaticano insieme ai cattolici sostengono questa tesi: non proibizione delle immagini, ma proibizione dell’idolatria. Se leggiamo bene tutti i passi della Sacra Scrittura che proibiscono la costruzione di statue e di immagini, ci accorgeremo che la Bibbia condanna solo e sempre la raffigurazione e l’adorazione delle immagini delle divinità pagane, ossia degli idoli, in contrasto con l’adorazione dell’unico vero Dio. Secondo te non bisogna portare le prove che dimostrano la veridicità della dottrina cattolica? Certo, proprio la Bibbia insegna che Dio non proibisce, sempre, per qualunque ragione, di costruire immagini. Anzi, nella Bibbia si legge che Dio HA ADDIRITTURA ORDINATO DI COSTRUIRE IMMAGINI E STATUE. Restiamo nel libro dell’Esodo capitolo 36 – 37 Mosé, convocò “tutti gli uomini di ingegno” – e la Bibbia ci dice che questi uomini di ingegno, questi artisti “il Signore li aveva dotati di saggezza e di intelligenza, perché fossero in grado di eseguire i lavori della costruzione del santuario, fecero ogni cosa secondo ciò che il Signore aveva ordinato”. Il Signore aveva ordinato di adornare con statue e immagini l’Arca dell’Alleanza. Sempre nel Libro dell’Esodo si legge che uno di quegli artisti che il Signore aveva dotati di saggezza e di intelligenza disegnò due cherubini sul “velo di porpora viola e di porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto” (Es. 36,35). Quindi, si capisce bene che non solo le statue, ma anche i disegni, le “immagini” di creature sono gradite a Dio, quando sono utilizzate per il culto e non v’è pericolo di idolatria. Quindi la proibizione di costruire oggetti riguardava – come abbiamo detto- solo gli idoli; la proibizione voleva evitare – come abbiamo detto – il pericolo che questi oggetti diventassero idoli e fossero adorati al posto di Dio. Ora, nessuno che abbia un pò di conoscenza delle Sacre Scritture può ragionevolmente accusare i cattolici di adorare le statue che sì trovano nelle nostre chiese. Alcuni fatti, accaduti qualche tempo fà , hanno messo in luce fatti inquietanti come l’ inchino dell’ immagine davanti la casa di un boss, tu cosa ne pensi? Penso, che tutto ciò è sbagliato e se sono accadute queste occasioni, per fortuna relegate, e perché alcuni si sentono padroni di tutto e per tutto. Nessuna confraternita o nessuna altra persona di ogni grado o di qualsiasi ruolo esso copra in questa società o ancora meglio all’ interno della chiesa, possa credersi potente o credersi al di sopra di ogni autorità, perché ricordiamoci che solo Dio è potente. Neanche il politico di turno, neanche un sacerdote o il Papa stesso, perché tutti in questa vita, anche se siamo messi in un ruolo ben preciso o copriamo qualche responsabilità di fronte al popolo non dobbiamo sopprimere, allontanare, creare muri, fare differenze…. e potrei cosi andare avanti. Ognuno è servo, ognuno nel suo ruolo deve essere responsabile nella propria mansione che gli è stata affidata per il bene comune. Infine, dopo le varie presentazioni del suddetto libro in giro per la Sicilia e in ultimo a Palermo adesso anche Roma. Cosa è stato per te organizzare anche questo evento? Per organizzare la presentazione di un libro del genere bisogna rendersi conto, innanzittutto, che l’argomento affrontato non può interessare solo una cerchia territoriole ristretta, ma abbraccia l’intera Sicilia, quindi tutte le diocesi sicule, i vari paesi in cui sono citati i vari soggetti. Dietro c’ è un lavoro certosino da parte dell’autore, la realizzazione del libro ha richiesto l’impegno di anni, ricerche fotografiche e storiche di fercoli o vare affinchè si possano conoscere opere nascoste, opere d’ arte, che, portate in processione insieme ai sacri simulacri, danno la consapevolezza di ciò che si sta portando fuori dalle nostre chiese per dare un messaggio ben preciso. Quindi sono tradizioni da recuperare per riscattare e non abbandonare la nostra storia. Molte volte per la sola mania di cambiare si distruggono chiese, storia, opere d’arte, tradizioni, devozioni, comunità ecc. ecc. la stessa società civile cambiando non si ritrova in certi stili di vita come per esempio il valore della famiglia. Oggi la difesa della fede e la protezione della famiglia rappresentano infatti, in un momento storico in cui la dottrina della Chiesa e il ruolo della famiglia sembrano essere continuamente messe in discussione, una vera e propria esigenza per milioni di cattolici nel mondo. Per questo motivo è opportuno interrogarsi su quale sia il modo migliore per far fronte alle sfide sempre maggiori che vengono rivolte alla Famiglia dalla società post-moderna, soprattutto in Occidente ed in Europa. Ecco uno dei motivi di questo libro, ecco perché tanta promozione. “Il barocco in processione”, verrà presentato, il prossimo 30 Gennaio alle ore 16:30, anche a Roma, in questo “Anno Santo della Misericordia”, In conclusione vorrei sottolineare che la famiglia cristiana lungo i secoli, attraverso le confraternite e con queste opere d’arte, ha formato una comunità unita a simbolo dell’unità familiare. Quindi un nucleo familiare che cresce sotto la guida e la protezione del Signore della Madonna o dei Santi protettori può rappresentare quel modo di essere cristiano ed essere esempio concreto in questo mondo di oggi. Il processo di riscatto deve partire inizialmente da noi, deve partire dalla consapevolezza che solo se noi riusciremo ad essere autenticamente protagonisti del nostro percorso personale e collettivo, coniugando la dimensione della verità che ha una sua valenza razionale, corrispondendo alla corretta rappresentazione della realtà, che per un cristiano è la verità in Gesù, con la dimensione dei valori che porta all’adesione del bene comune, e con la dimensione dell’ azione, esso ci metterà concretamente nella condizione di realizzare quello che è interesse autentico di tutti quanti noi. Purtroppo, probabilmente, tutto ciò viene a mancare e auspico che una nuova generazione abbia a cuore la centralità dei valori cristiani e della fede e quindi di tutto quello che lo circonda ed è un auspicio che sta ad indicare la necessità di un riscatto dall’ interno della cristianità e che porti a mettere insieme la verità, i valori e l’ azione che ci rende protagonisti della nostra testimonianza cristiana.

  • Bagheria come Milano? – Il Bosco verticale e la vegetazione sui tetti fatiscenti

    Si chiede Pietro Pagano, già assessore all’Urbanistica della nostra città e collezionista di immagini e cose belle di Bagheria. L’altro giorno ha postato su Facebook la foto di quello che viene definito il Bosco verticale, un complesso di due palazzi residenziali a torre progettato da Stefano Boeri nel capoluogo lombardo e impreziosito da una ricca vegetazione. Accanto alla foto dei due palazzi alti 110 e 80 metri, Pagano ha collocato le foto di due tetti di altrettante casette del centro storico bagherese, abbandonate e fatiscenti, su cui spicca una vegetazione spontanea che col tempo è diventata rigogliosa. Qual è l’installazione più bella? il complesso milanese situato nel Centro Direzionale di Milano o l’umile installazione bagherese realizzata dalla natura senza la mano dell’uomo? Peculiarità dei due palazzi milanesi costuiti nel 2009 e inaugurati nel 2014, è la presenza di ben 900 alberi di grande e medio sviluppo, 5mila arbusti di grandi dimensioni e 11mila piante floreali perenni e tappezzanti, per un totale di cento diverse specie, che si densificano in altezza sino a ricoprire un’area equivalente a due ettari (20mila metri quadrati) di forestazione distribuiti sui prospetti. Superfluo dire che la vegetazione apporta numerosissimi effetti benefici alle due torri e all’ambiente urbano circostante, sia sotto il profilo ambientale sia sotto quello climatico. Il Bosco Verticale, infatti, contribuisce alla costituzione di un microclima che genera umidità, filtra le polveri sottili (o ne devia il percorso), attenua notevolmente l’inquinamento acustico, depura l’aria sottraendo anidride carbonica dall’atmosfera ed emettendo ossigeno, protegge dall’irraggiamento solare attraverso l’ombreggiatura fogliare e ripara dal vento, attraverso l’azione frangivento delle fronde. Il Bosco verticale, definito “edificio alto più bello del mondo”, è risultato vincitore fra 800 finalisti dell ‘International Highrise Award, del museo di Architettura di Francoforte. Nella motivazione dei giurati è citata, tra le altre cose, la capacità di rispondere “al bisogno umano di contatto con la natura”. Si è aggiudicato anche il premio come «grattacielo più bello e innovativo del mondo», secondo una classifica redatta dal Council on Tall Buildings and Urban Habitat. Che dire dei tetti “rigogliosi” di Bagheria le cui immagini sono entrate a far parte del ricco patrimonio culturale che Pietro Pagano ama conservare? Il loro aspetto estetico e romantico che pure è suggestivo, non è detto che interessi a molta gente. Per il Bosco verticale di Milano molti hanno paventato la rovina dei palazzi per via di quegli alberi di alto fusto che vi crescono. Pare invece che non costituiscano sia alcun pericolo presente e futuro, mentre sembra non si possa dire altrettanto per i tetti delle casette bagheresi che rischiano di crollare da un giorno all’altro per lo stato di abbandono in cui versano e per le infiltrazioni di acqua piovana. Ci rimane solo la consolazione che le piante che vi crescono apportino un minimo di ossigeno in questa nostra città rigogliosa di cemento.

  • Dopo Ficarazzi e Aspra anche Villabate non vuole più i tir.

    Lo ha scritto su Facebook in chiare lettere: l’ordinanza di divieto del transito dei TIR a Ficarazzi voluto dal Sindaco Paolo Martorana è “cervellotica” e che sta valutando la possibilità di richiedere agli organi competenti la revoca. Parole del Sindaco Oliveri di Villabate (nella foto). Perchè a suo dire i mezzi pesanti sono costretti a prendere dallo svincolo di Villabate aumentando il traffico della zona e, sopratutto, in questo periodo con i lavori in autostrada. Probabilmente la situazione dello svincolo di Villabate è preoccupante e molte volte il traffico è davvero bloccato. Però due punti fondamentali si devono valutare per stabilire se effettivamente l’ordinanza del sindaco di Ficarazzi è cervellotica. Primo punto Ficarazzi non ha uno svincolo autostradale, ne una strada “tangenziale” che possa permettere ai TIR di non passare dal Corso Umberto I. Il paese è solo un corso lungo la quale vive e che non si può permettere il lusso di far transitare migliaia di TIR dalle sue strade. Una volta stabilito con ordinanza che i TIR non possono transitare da un corso cittadino lo svincolo più vicino diventa l’alternativa. Anche in altri paesi della statale accade tutto questo. Ovviamente in passato si sarebbero potute realizzare svincolo e “alternativa” ai camion ed evitare il blocco dei TIR su tutto il territorio, ma oggi tutto questo è impossibile e rimane solo la possibilità di ordinare il divieto di transito. Secondo punto è legato all’inquinamento atmosferico lungo il corso principale del paese. Permettere ai TIR di passare significa aumentare sensibilmente il tempo di transito veicolare lungo il corso e un aumento considerevole di inquinanti. Considerando che il corso è l’anima commerciale e agorà del paese il problema è serio. Anche se non scientificamente stabilito e provato, la sensazione che Ficarazzi soffra particolarmente di malati di tumore è vivido nella gente. Ovviamente non abbiamo dati certi o qualcuno che li abbia mai realizzati in studi, però la sensazione che molti cittadini siano malati di cancro per l’inquinamento atmosferico è serio. Quindi non possiamo, affermano da un blog cittadini, in nessun modo condividere le preoccupazioni del sindaco Oliveri che farebbe meglio a studiare soluzioni efficaci contro il traffico. Un compito difficile e certamente oneroso, ma che metterebbe al riparo i suoi cittadini dal traffico e manterrebbe Ficarazzi libera dall’inquinamento dei TIR. Il problema dell’intensificarsi del passaggio dei tir da alcune vie di Villabate si è accentuato anche dal recente divieto del comune di Bagheria di interdire il traffico dei mezzi pesanti nella frazione di Aspra. Per come pubblicato qualche settimana fa dal nostro periodico, con una ordinanza del sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque ha installato il segnale di divieto d’accesso ai mezzi pesanti sia sulla litoranea che su corso Baldassare Scaduto. A seguito di questa normativa se prima i Tir provenienti dalla statale arrivando all’ingresso del comune di Ficarazzi potevano optare per dirigersi verso la litoranea o verso lo svincola autostradale oggi sono costretti a quest’ultima soluzione e quindi attraversare alcune arterie villabatesi per immettersi sull’autostrada Palermo Catania. In via Giulio Cesare, arteria di Villabate che collega con l’autostrada, l’intensità del traffico pesante si è ulteriormante accentuata creando non pochi problemi all’imbocco dello svincolo autostradale, da qui l’energica presa di posizione del primo cittadino villabatese che ha puntato il dito contro il collega di Ficarazzi. Cosa avverrà nei prossimi giorni è difficile prevederlo anche se un ulteriore afflusso, già di per se pesantisissimo, di “bisonti della strada” in Via Filippo Buttitta a Bagheria è più che probabile.