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  • Dopo Ficarazzi anche Aspra chiude il passaggio per i tir Sarà autorizzato solo il transito per il trasporto delle merci per le imprese ittiche

    Con una ordinanza, che risale allo scorso mese di aprile ma diventata esecutiva nei giorni scorsi con l’apposizione della segnaletica, il sindaco di Bagheria ordina “il divieto di transito agli autocarri con massa superiore ai 35 quintali nella Via Francesco Tempra, in via Fiume d’Italia e Corso Italia in tutta la loro estensione”. Va detto che, in deroga a quanto espresso nell’ordinanza, possono essere autorizzati al transito solo i mezzi per il carico e scarico delle merci ad uso delle imprese ittiche della zona previo rilascio di autorizzazione ad opera del comando polizia municipale ed in seguito alla presa visione della prescritta bolla di consegna delle merci. Questa ordinanza nasce dalle conseguenze di una analoga ordinanza emessa qualche anno fà dal comune di Ficarazzi che vieta, durante il giorno, il transito dei mezzi pesanti dal corso principale del paese. La conseguenza dell’emanazione emessa dal sindaco di Ficarazzi Paolo Martorana fù che per aggirare il corso, i tir che provenivano da Palermo attraverso la SS 113 arrivando a Ficarazzi e trovando il divieto optavano per la litoranea quindi saltavano il percorso cittadino svoltando non appena arrivati al bivio di Villabate in direzione del mare e dopo aver percorso tutta la litoranea attraversavano la frazione di Aspra e successivamente dopo aver raggiunto il Corso Baldassarre Scaduto tornavano sulla statale all’altezza dell’incrocio tra la Via Rammacca e Corso Butera. Stesso percorso, ma all’incontrario, se i tir erano diretti a Palermo. Per come evidenziato nell’ordinanza emessa dal sindaco Patrizio Cinque, queste disposizioni non riguarderanno i mezzi pesanti che trasportano prodotti per le industrie ittiche della zona e, crediamo, nemmeno per gli altri mezzi che interessano il trasporto merci per le attività commerciali di Aspra. Appositi segnali sono stati collocati in Corso Baldassare Scaduto ed all’inizio del territorio comunale di Aspra all’altezza del ponte sulla litoranea.

  • Francesco Speciale festeggia i suoi “primi” 100 anni. Fratello dell’on. Giuseppe e dell’imprenditore Pietro

    Il 2016 si apre con il compleanno centenario di un cittadino bagherese. Il nove gennaio, infatti, Francesco Speciale, fratello maggiore dell’onorevole Giuseppe e dell’imprenditore Pietro, ha festeggiato il suo secolo di vita. Nato a Bagheria da Onofrio Speciale ed Angela Gargano, vi ha vissuto fino alla chiamata alle armi della seconda guerra mondiale. Ha compiuto studi di giurisprudenza. Nel 1943 ha sposato Anna Franceschini, conosciuta a Roma, dalla quale ha avuto due figli: Onofrio ed Angela. Alla fine del conflitto mondiale è ritornato a vivere per un breve periodo a Bagheria, per poi trasferirsi definitivamente a Roma, dove ha prestato servizio presso il Ministero del Lavoro in qualità di ispettore. All’atto del pensionamento si è trasferito con la moglie, venuta a mancare tre anni fa, nella sua residenza di Lavinio, località sulla costa laziale, vicino Roma, per potersi dedicare alla sua più grande passione: il giardinaggio. E, infatti, nel suo giardino, coltivato personalmente con piante di agrumi, fichidindia, nespole, ortaggi e fiori, ha riprodotto un pezzo della Sicilia tanto amata e mai dimenticata. Ha, tuttavia, continuato fino ai novant’anni a lavorare come consulente del lavoro per aziende, ristoranti e case di moda della capitale. E’ tornato a Bagheria fino a quattro anni fa in occasione del matrimonio di un pronipote. Ancora perfettamente lucido ed in discreta salute ha voluto festeggiare questo suo compleanno veramente speciale con i figli, la nipote Sara, gli amici ed i rappresentanti di tre generazioni di nipoti, che, giunti appositamente da Terni, Roma, Palermo e Bagheria, si sono riuniti allegramente attorno allo ”zio Ciccio “ per fargli sentire l’affetto della famiglia e il calore della sua Sicilia.

  • Genitori impauriti dalla presenza dei figli di Gianluca Calì Nella civilissima Milano, per paura, non li vogliono in classe assieme ai loro figli

    E’ andato via dalla sua Bagheria perché stanco delle continue minacce mafiose, ha scelto di trasferirsi a Milano con la sua famiglia per provare a dare una vita “normale” ai suoi figli, e invece si è trovato discriminato dai genitori dei compagni di classe dei suoi bambini: “Non lo vogliamo qui”. E’ la storia di Gianluca Calì, imprenditore siciliano diventato uno dei simboli della legalità e della lotta alla criminalità organizzata. Personaggio scomodo per i boss della zona che non gli hanno reso la vita facile, costringendolo ad abbandonare la sua terra, indossare costantemente un giubbotto antiproiettile, andare in giro in un’auto blindata. E oggi si trova ad affrontare una nuova battaglia: sconfiggere il pregiudizio dei genitori dei compagni dei suoi figli, sei e sette anni. Il signor Calì era stato convocato dalla direttrice per un incontro con le famiglie dell’istituto, e si è scatenato un caso ripreso dal quotidiano “la Repubblica”. La rappresentante di classe ha scritto una mail di protesta: “Alcuni genitori non vogliono partecipare alla riunione se sarà presente solo il signore Cali’ senza polizia o carabinieri, temono possa succedere qualcosa in quell’occasione, altri stanno pensando di far cambiare scuola ai propri figli perché preoccupati della loro sicurezza, io stessa mi sto interrogando da questa mattina se sia il caso di lasciare che siano i nonni o la tata ad andare a prendere i bambini a scuola, quando la scuola non è più un luogo sicuro”. E ancora: “Mi dispiace, ma la situazione così non ci piace per nulla e rattristati per i piccoli che subiscono l’eredità dei padri, ci sentiamo di dover proteggere i nostri di figli da una situazione incontrollata ed esogena”. Fino a proporre una soluzione che lascia senza parole: ”Sarebbe il caso che i bambini in questione uscissero da una porta secondaria e non all’orario canonico e comunque vorremmo tutti maggiori misure di sicurezza, perché non ci sentiamo sicuri”. Parole dure, alle quali l’imprenditore ha replicato nel migliore dei modi: le ha rese pubbliche, postandole sulla sua pagina di Facebook, lasciando così che l’indignazione arrivasse in maniera spontanea. E così è stato. Decine i commenti di solidarietà e disprezzo per le accuse riprovevoli. “Tutto mi aspettavo – è il commento amaro dello stesso Calì – tranne che la civilissima Milano reagisse così. Non credo che i miei figli debbano pagare lo scotto della già difficilissima situazione in cui vivo da 15 anni seguendo la via della legalità”.

  • Semplificazione per i finanziamenti in agricoltura. L’assessore Cracolici: “Bandi a sportello”

    L’Assessorato Regionale all’Agricoltura sta lavorando alacremente, sotto la direzione politica delll’assessore Cracolici, per emettere i primi bandi della nuova programmazione dei fondi Europei entro il mese di aprile. Si mette così in movimentro una complessa macchina politico burocratica-amministartiva il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) Sicilia per il periodo 2014-2020, potrà contare su una dotazione finanziaria di 2.212.747.000 di euro con un incremento di oltre 27 milioni rispetto alla dotazione del PSR Sicilia 2007-2013, e che costituisce la maggiore dotazione finanziaria assegnata tra le regioni italiane a livello nazionale. Parte dei problemi legati all’agricoltura siciliana sono da ricercare anche nell’eccessiva burocratizzazione dell’accesso ai fondi. Basti pensare a qualche peripezia del precedente Piano. “Semplificazione – spiega l’assessore -. Questa è la parola chiave del mio mandato. Già in questo Psr (quello in vigore nel periodo 2014 – 2020, ndr), inseriremo le cosiddette misure a sportello per progetti con importi massimi di 200 o 250 mila euro. È inconcepibile che chi deve accedere a fondi per spese minime deve attendere anche due anni per riceverli. Si tratta di spese cofinanziate dalla stessa azienda che, magari, trascorsi due anni, non potrà più compartecipare. E così si crea un circolo vizioso con il rischio concreto di non riuscire ad assegnare questi soldi”. Altra novità riguarda i bandi chiusi per i finanziamenti del Psr. Ce ne saranno due-tre l’anno, Ognuno decreterà una classifica di ammissibilità ed in base a questa lista saranno esaminati i progetti che potranno poi essere finanziati. In questo modo puntiamo ad erogare le risorse nel giro di 120 giorni lavorativi. “Il prossimo 22 febbraio arriverà da Bruxelles il comitato di sorveglianza per approvare 9 delle 15 misure previste dal Psr – spiega Cracolici -. Le rimanenti saranno approvate in via scritta. Credo che ad aprile saremo pronti per partire anche se in queste settimane daremo istruzioni per avviare qualche misura e trovarsi tutti pronti in primavera”. Questi gli impegni assunti dall’assessore Cracolici per semplificare l’iter burocratico e favorire gli investimenti degli imprenditori agricoli e rendere più fluida e concreta l’attuazione del PSR dove per il periodo 2014-2020 sono stati individuati tre obiettivi strategici di lungo periodo 2. gestione sostenibile delle risorse naturali 3. sviluppo equilibrato dei territori rurali La nuova programmazione è basata su sei “priorità di intervento”. La prima priorità è “promuovere il trasferimento della conoscenza e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali”, con tre focus area individuate: La seconda priorità è “potenziare la redditività delle aziende agricole e la competitività dell’agricoltura in tutte le sue forma, promuovere tecniche innovative per le aziende agricole e la gestione sostenibile delle foreste”, con tre focus area individuate: La terza priorità è “promuovere l’organizzazione della filiera alimentare, compresa la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, il benessere animale e la gestione dei rischi nel settore agricolo”, con due focus area individuate: La quarta priorità è “preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura”, tre le focus area individuate: La quinta priorità è “incentivare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale”. La sesta priorità è “adoperarsi per l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nella zone rurali”. T re le focus area individuate: Viene abbandonata quindi la vecchia struttura, articolata in 4 Assi e 33 Misure, considerata troppo rigida e poco funzionale all’attribuzione di risorse a sostegno aree di intervento diverse da quelle per cui erano previste. Quindi l’impalcatura della nuova programmazioner si baserò su 3 obiettivi strategici, 6 priorità d’intervento, 18 focus di area ed il corredo di Misure e Sotto-misure. Le focus aree rappresentano i pilastri su cui poggia la strategia del PSR, infatti rappresentano i binari precostituiti su cui convergono le scelte programmatiche. A ciascuna focus area è assegnato un obiettivo specifico (Target) che dovrà essere raggiunto a fine programmazione. Le misure (come per il PSR Sicilia 2007/2013) rappresentano l’unità fondamentale del Programma e si articolano in un insieme di sotto-misure. Ciascuna sottomisura può riguardare contemporaneamente più focus area relative ad una priorità o focus area di differenti priorità. L’incrocio tra focus area e misure/sottomisura ha una gerarchia. Ci sono cioè sotto-misure che contribuiranno più delle altre al raggiungimento del target della focus area.

  • Vittoria Alliata colmata d’onori a Villafranca Sicula, la terra degli avi.

    Invitata a Villafranca Sicula, nell’Agrigentino, la principessa Vittoria Alliata, giornalista, scrittrice e illustre arabista, è stata per la prima volta ospite nella cittadina fondata dai suoi avi nel 1499. Accompagnata dalla figlia Anthea e dalla nipotina Agata, è stata ricevuta con tutti gli onori al palazzo comunale dal sidaco Domenico Balsamo, dai componenti della giunta municipale, dai consiglieri comunali, da Nelly Scilabra responsabile della segreteria del presidente della Regione Crocetta e da altre autorità istituzionali della cittadina. La principessa ha raccontato la storia della sua famiglia che da Pisa nel XV secolo si è trasferita in terra siciliana dove ha fondato alcune cittadine, popolando territori e non facendo pagare tributi e gabelle ai nuovi arrivati. Il sindaco Balsamo ha annunciato che durante un’apposita riunione del consiglio comunale sarà concessa alla principessa la cittadinanza onoraria. Donna Vittoria ha promesso che donerà i libri di storia della sua famiglia e della fondazione creata dal padre principe Francesco, recentemente scomparso, che saranno ospitati in una sezione speciale di prossima realizzazione all’interno della biblioteca comunale “Barone Muso”. I libri, insieme a varie pubblicazioni riguardano, oltre alla storia della famiglia Alliata, la nascita della cittadina, la donazione delle opere d’arte, ecc. Per festeggiare la principessa Vittoria, all’interno della casina del Barone Musso, l’associazione culturale locale “Barone Musso”, ha realizzato tre quadri di storia, ossia una rappresentazione in costumi medievali che hanno fatto rivivere, grazie pure a una recitazione di buona fattura, la concessione della “licentia populandi”, il decreto di costruzione di Villafranca Sicula, i festeggiamenti della fondazione e i matrimoni celebri che si sono succeduti nei secoli tra i componenti della famiglia Alliata e le famiglie nobili dell’Isola, fino ad arrivare a Francesco Alliata, XVI principe della dinastia, scomparso nel luglio scorso. Il principe Francesco, personaggio di storia e di cultura, era molto legato a Villafranca dove tornava spesso per organizzare incontri culturali e avvicinare la gente. La principessa Vittoria dimostra di non essere da meno. Ha infatti concordato con il sindaco di lavorare assieme ad un progetto didattico e scientifico che rievochi la fondazione del centro agrigentino e che ricostruisca la presenza e la storia di cinque secoli della famiglia Alliata. E’ stato deciso a Sciacca, qualche giorno prima dell’incontro di Villafranca, in occasione della manifestazione culturale “Sciacca Film Fest” durante la quale è stato presentato pure il libro “Il Mediterraneo era il mio regno. Memorie di un aristocratico siciliano” di Francesco Alliata edito da Neri Pozza. “La principessa – ha riferito il primo cittadino – ci ha dato la sua completa disponibilità per ricostruire la vita del paese, della sua popolazione e di quanto la famiglia ha fatto per Villafranca Sicula nella realizzazione di monumenti e di opere d’arte ancora oggi esistenti. Per tale ragione, il comune ha presentato nei giorni scorsi un apposito progetto, dal titolo “Percorsi d’arte con gli Alliata da Villafranca Sicula a Palermo”, che speriamo possa ottenere il finanziamento da parte dell’assessorato regionale ai Beni Culturali e della Pubblica Istruzione”. Lo scopo del progetto sarà quello di fare conoscere meglio alla collettività villafranchese le origini del paese che 16 anni fa ha celebrato i 500 anni della sua nascita, con un gemellaggio che ha visto protagoniste una quindicina di Villafranca d’Europa i cui rappresentanti sono arrivati in Sicilia. “Si apriranno – ha concluso il sindaco – nuovi squarci di luce sulla storia, vecchia di oltre 5 secoli, della nostra cittadina. Alla principessa Vittoria concederemo gli stessi onori che sono stati tributati al padre Francesco con la cittadinanza onoraria”.

  • Ad Aspra depuratore con i problemi di sempre

    Continuano a pervenire da settimane reiterate segnalazioni sulle mefitiche esalazioni mattutine e vespertine del depuratore di Aspra. L’assessore ai Lavori pubblici, , aveva annunciato trionfalmente a settembre, allorchè fu attuato l’intempestivo recesso da , che il nuovo affidamento di gestione ad una ditta privata ci metteva finalmente al riparo dagli annosi problemi. Pare però stando alle decine di segnalazioni che ci pervengono che non sia esattamente così. Considerato che i lavori di adeguamento realizzati negli scorsi anni non hanno sortito i risultati sperati, ci sono due strade da percorrere: la prima legata senz’altro all’emergenza forse causata in parte dalla stagionalità, vendemmia e molitura delle olive, e la seconda che è di prospettiva futura e sulla quale i residenti di Aspra da anni insistono, e cioè pensare ad una ipotesi che veda nel tempo la individuazione di una alternativa all’attuale depuratore. L’emergenza si può aggredire cercando di capire, cosa non impossibile, i motivi del malfunzionamento: mancata eliminazione dei fanghi, reflui non trattabili immessi abusivamente nella rete, maggiore attenzione e risorse nel trattamento dei reflui, la cosidetta ‘digestione’. Andiamo alla costruzione della possibile alternativa: dopo la dissoluzione delle Province regionali e l’introduzione delle città metropolitane Bagheria entrerà ufficialmente nell’orbita della città di Palermo, e questo vuol dire che per la gestione di servizi complessi, quali discarica, gestione acqua, impianti di depurazione, sistema di trasporti, si andrà sempre più verso un sistema integrato tra Bagheria e la città di Palermo. Non c’è quindi migliore occasione che, una volta tamponata seriamente l’emergenza, si lavori per costruire una alternativa praticabile. E vediamo quale potrà essere. Il depuratore palermitano di Acqua dei Corsari, al confine con Ficarazzi, è un impianto che attualmente depura acque reflue fino a 200.000 abitanti, mentre è in cantiere un nuovo progetto di ampliamento che prevede di aumentarne la capacità fino a 880 mila abitanti, riuscendo così a soddisfare il fabbisogno dell’intera città metropolitana. A questo punto non è follia pensare di potere con una nuova condotta che potrebbe seguire l’attuale percorso della ferrovia, canalizzare i reflui di Bagheria con una progettazione non particolarmente complessa, verso il depuratore di Acqua dei Corsari, lasciando l’attuale depuratore a servizio della sola frazione di Aspra e comunque della parte di territorio a mare rispetto alla SS 113. Non è una ipotesi campata in aria, ma ripetiamo, così come ci è stato confermato da chi ha conoscenza e competenza del problema, possibile e praticabile. Certo questo presuppone anche che si torni a dialogare con Amap, ma in politica come in amore, mai dire mai. Allora l’amminsitrazione di Patrizio Cinque cominci a lavorarci seriamente. tratto da “bagherianews.com”

  • Tornano le bare vuote accatastate nei viali cimitero

    Sono giunte in redazione diverse segnalazioni di situazioni, a dir poco allucinanti, presenti all’interno del cimitero comunale di Bagheria. Dalle foto che sono state allegate si evidenziano cumuli di rifiuti speciali depositati in luoghi aperti al pubblico tra i viali e le aiuole all’interno del cimitero. Come in un film horror, tra i rifiuti appaiono in evidenza diverse bare scoperchiate con all’interno resti di indumenti probabilmente appartenuti a salme estumulate anche se – viene correttamente chiarito – non vi si trovano resti umani. Tuttavia, sono stati segnalati casi di malore che avrebbero aggredito persone alla vista delle bare scoperchiate ed accumulate accanto a dei sacchetti bianchi pieni di altri tipi di rifiuti speciali. Naturalmente il problema è stato ulteriormente amplificato dai social network e queste immagini hanno fatto il giro del mondo riproponendo una immagine di Bagheria  che si credeva scomparsa dopo le famigerate vicende che hanno interessato il nostro cimitero negli anni scorsi. L’episodio ci richiama a quanto avvenne nel febbraio del 2014 quando i carabinieri scoprirono all’interno del cimitero di Bagheria centinaia di bare accatastate tra il muro perimetrale e alcune cappelle private, a ridosso delle quali vi erano, ancora fumanti, le braci di fuochi che, durante la notte, avevano incendiato anche resti umani e ossa. Allora le aree, teatro della vicenda dove furono rinvenuti anche parti non ancora decomposte di corpi umani ed effetti personali perfettamente integri, furono sottoposte a sequestro. I carabinieri, coordinati dalla Procura di Termini Imerese, avviarono un’indagine per vilipendio, soppressione di cadavere, danneggiamento seguito da incendio e gestione incontrollata di rifiuti speciali. Tre furono allora i dipendenti comunali in servizio al cimitero ad essere denunciati. Successivamente le dichiarazione del collaboratore di giustizia Sergio Flamia svelarono anche i retroscena di un attentato ai danni dell’impresa di pompe funebri di Antonino Mineo consumato nell’ottobre 2012. Lo stesso Flamia avvicinò Mineo per imporgli di limitare la sua attività ai servizi del funerale, senza più occuparsi degli adempimenti cimiteriali di interesse della «compagine», cioè della cosca mafiosa di Bagheria. Gli investigatori sospettarono tra l’altro che fosse la mafia a decidere l’estumulazione delle tombe al fine di controllare un mercato dei loculi e delle aree per la costruzione di cappelle private. Lo scandalo che seguì portò il consiglio comunale di Bagheria a votare la sfiducia al sindaco Lo Meo e le elezioni  successive sancirono la vittoria del Movimento 5 stelle che nel ballottaggio superò la soglia del 70% dei consensi, quota determinata anche dallo sconcerto che nell’opinione pubblica avevano suscitato le Oggi le foto trasmesse alla nostra redazione fanno tornare alla mente momenti veramente brutti vissuti in un particolare frangente della storia bagherese. Non siamo certamente a quei livelli. Ci auguriamo di cuore che si sia trattato soltanto di disattenzione da parte di qualche operatore. Solo così si potrà chiudere questo spiacevole contrattempo e allontanare il timore che si possa trattare di ben altro.

  • Anno 2016, il quindicesimo del “Settimanale”

    Con questo numero entriamo nel 15° anno di vita del “Settimanale di Bagheria”. Quando, nel lontano maggio del 2002; ci fu proposto, dall’allora sindaco appena eletto Pino Fricano, di trasferire a Bagheria un “settimanale” che già era presente da anni a Ficarazzi, abbiamo accettato di buon grado di avventurarci “editorialmente” in un contesto molto più complesso ed esigente, dove sapevamo fin da subito che avremmo dovuto faticare parecchio per conquistare la fiducia dei lettori. A distanza di 15 anni non possiamo fare altro che essere orgogliosi dei risultati raggiunti: abbiamo superato crisi, guasti tecnici, l’evoluzione dei mezzi di informazione, un incendio, la crisi economica e tanti, tantissimi momenti difficili. Alla fine però il traguardo dei 15 anni lo abbiamo raggiunto e con la 670^ pubblicazione di oggi crediamo di avere meritatamente conquistato un piccolo spazio nella storia gloriosa del giornalismo bagherese. Registrare quasi tutte le settimane il “tutto esaurito” nelle poche edicole rimaste in città e vedere crescere ogni anno il numero degli abbonati, ha rappresentato lo stimolo maggiore per andare avanti. Crediamo di esserci meritati la fiducia dei tantissimi bagheresi che settimanalmente vanno alla ricerca di una copia nel nostro (e vostro) giornale. Negli ultimi anni l’apertura del sito bagheriainfo.it (che stiamo ammodernando in questi giorni) e la realizzazione della copia on line hanno ampliato il raggio informativo della nostra redazione e ci consentono di trasmettere il “giornale di Bagheria” via e-mail in ogni angolo del mondo. E, paradossalmente, nonostante i risultati raggiunti, il 2016 sarà molto probabilmente l’ultimo anno di vita del nostro (e vostro) giornale. Ne abbiamo discusso nei mesi scorsi a lungo in redazione ed alla fine abbiamo deciso di rendere pubblica la nostra decisione. Una decisione che non scaturisce da motivi economici o altro ma semplicemente da motivi di…età. Realizzare settimanalmente un giornale cartaceo comporta un impegno considerevole e non soltanto editoriale. Avere oggi sulla groppa 15 anni in più rispetto al 2002 pesa sia fisicamente sia mentalmente, ed affrontare, tutti i santi giovedì pomeriggio, il pesante iter della distribuzione nelle edicole va diventando, settimana dopo settimana, sempre più pesante. Cosa faremo dopo lo dobbiamo ancora decidere. Si ipotizza il passaggio ad una edizione mensile o di incrementare il sito internet o – lo speriamo vivamente – che un gruppo di giovani decida di proseguire questa splendida avventura editoriale. Non si tratta di un impegno facile e non soltanto dal punto di vista economico. E’ necessario crederci e impegnarsi al massimo per garantire un servizio informativo libero, senza padrini o secondi fini, importante alla città di Bagheria e che è bene sottolineare lascia ben poche speranze di potersi mettere qualche euro in tasca anzi da diversi anni avviene l’esatto contrario. Se abbiamo deciso di annunciare una probabile chiusura del settimanale con un anno di anticipo è proprio perchè abbiamo la fondata speranza che un ricambio generazionale consenta la prosecuzione di un servizio editoriale che in 15 anni ha conquistato la fiducia dei lettori bagheresi, oltre alla stima ed ai riconoscimenti che “Il Settimanale di Bagheria” si è guadagnato nel settore dell’editoria anche a livello regionale e nazionale. Intanto, prima di lasciarvi alle notizie di questo numero, ci fa obbligo comunicare che abbiamo apportato un piccolo aumento al costo della copia del “Settimanale”. Solo 20 centesimi che ci consentiranno tuttavia di poter sostenere ancora i costi delle materie prime, soprattutto la carta, che ogni anno, a gennaio, registra aumenti insostenibili. Per come detto, stiamo aggiornando il nostro sito internet che nel 2016 festeggerà il primo decennio di attività mentre la versione on line del giornale entrerà nel quarto anno di vita.