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  • “Lisabetta” una Donna, una Storia, un Paese

    La sezione “ARCHIMEDE“ del M.I.S. di Bagheria organizza una Conferenza sulla figura di Elisabetta Bellavia Per conservare il ricordo di una donna bagherese semplice, la cui azione sociale è però stata rilevante e degna di menzione e memoria, in quanto per difendere la sua “condizione di  donna” sfidò persino i pregiudizi dell’epoca. Le doti, le virtù, lo spirito di sacrificio di questa donna, il suo schierarsi in ogni occasione con il popolo e per il popolo, la sua sensibilità verso i bisogni degli umili, le procurarono simpatie e consensi nell’opinione pubblica. Il suo amore per la città e per i suoi abitanti la spinsero a candidarsi come consigliere del Comune di Bagheria – ruolo che svolse per ben tre consiliature, dal 1956 al 1968. Una delle fondatrici dell’unione delle donne bagheresi, Elisabetta fu protagonista delle prime lotte per i diritti dei bambini, per le colonie estive, e contro il dazio sui beni di prima necessità. Sempre in prima linea durante le lotte alla Camera del Lavoro di Bagheria, della quale fu dirigente per anni, presente ai comizi in Piazza Madrice accompagnata dalla fede nella lotta di classe, attiva nelle battaglie in Consiglio Comunale a difesa dei diritti della classe operai. L’8  Marzo 1961 stila insieme all’unione donne Bagheresi, un elenco ancora incredibilmente attuale di programmazione economica e politica: l’inserimento della donna nell’attività produttiva, la creazione di una vasta rete di scuole materne e doposcuola regionali, distribuzione gratuita, a carico della Regione, dei libri a tutti gli alunni delle scuole elementari, l’abolizione delle graduatorie distinte per sesso nei concorsi, l’abolizione di tutte le discriminazioni salariali per sesso, l’approvazione della legge per le pensioni alle casalinghe e tanto altro ancora Elisabetta si è spenta nel Dicembre del 1996 “A distanza  di 20 anni” dalla sua scomparsa omaggiamo questa figura di donna politica che ha lasciato memoria storica e che merita il nostro ricordo e quello dei posteri. Si tratta di un piccolo segno, che potrà essere da spunto per rendere merito ai cittadini che in questa città si sono distinti per il loro nobile operato.”

  • Una strategia di sviluppo per il Distretto di Bagheria Turismo, Agricoltura e Cultura (TAC 2.0) i settori su cui puntare

    La presenza dell’assessore regionale all’agricoltura Antonello Cracolici a Bagheria, nei giorni scorsi a Palazzo Cutò, per la presentazione del nuovo Programma di Sviluppo Rurale (con una dotazione di risorse economiche ingenti pari a 2.2 miliardi di euro per la programmazione 2014/20120), risulta l’occasione per approfondire le concrete possibilità di sviluppo per il nostro territorio e le strategie da definire. Il nostro comprensorio presenta dei limiti strutturali con proprietà fondiaria eccessivamente parcellizzata, con una dimensione media aziendale di appena ha. 1,15 con una percentuale, che sfiora il 99%, di azienda individuale, della forma giuridica del possesso . L’analisi del contesto agrario ci consegna l’immagine di un territorio a forte vocazione agricola per storia , tradizione e cultura e condizioni pedo-climatiche, in cui però il settore primario ha perso la centralità, la vitalità e la strategicità nel tessuto socio-economico. Come è dimostrato dai dati delle scorse programmazioni dei fondi europei in agricoltura, propriamente per le criticità esposte, il nostro comprensorio relativamente alla fascia costiera, intercetta una minima parte dei fondi europei, che perlopiù affluiscono alla zona interna della provincia. Tra i I fondi che possono incidere sulle prospettive di sviluppo del nostro territorio, un approfondimento meritano quelli che afferiscono al finanziamento di attività extragricole, attraverso l’interazione tra diversi settori produttivi e che passsano mediante i combinato disposto rappresentato dall’acronimo TAC 2.0 ( turismo/territorio, agricoltura/agro-industria e cultura/creatività). Misure e ed azioni che saranno finanziate attraverso la MISURA 19 del Programma di Sviluppo Rurale; Sostegno allo sviluppo locale LEADER (SLTP – sviluppo locale di tipo partecipativo) che vedrà potenziato nel territorio, presumibilmente, il ruolo del GAL “Metropoli Est”, ed attraverso il FEAMP (Fondo Europeo per gli affari Marittimi e della Pesca) con il finanziamento dei FLAG (Fisheries Local Action Groups) che prenderanno il posto dei GAC (Gruppi di azione Costiera). Una strategia, in definitiva che dovrà avere come obiettivo finale il raforzamento della vocazione turistica del territorio avendo come fulcro l’agroalimentare ed la enogastronomia.. Settori indicati come fattori “moltiplicativi» di ricchezza”, capaci cioè di generare un impatto economico direttamente nei proprio indotti e, indirettamente, negli altri ambiti produttivi . Si tenga conto, ad esempio, che per ogni presenza aggiuntiva il turismo enogastronomico genera 119,4 euro di Pil, valore superiore a quanto generato ad esempio dal turismo culturale (105,4 euro) e da quello balneare (83,8 euro). Il che significa senza dubbio che il turista deve essere preso anche per la gola e non solo per le bellezze paesaggistiche o culturali. Un modello che si fonda sulla interdipendenza di attività produttive, turistiche, artigianali, culturali formando, in definitiva, un unico modello economico. Occorre, però avviare un percorso di programmazione partecipata che veda protagonisti i principali attori dello sviluppo locale, imprese, associazioni, cittadini e soprattutto gli amministratori locali . A questo proposito va recuperata, nel nostro territorio, un’ interlocuzione efficace con l’amministrazione bagherese, in maniera da concordare e condividere le scelte strategiche di sviluppo Come i Bagheresi hanno intuito, dai risvolti della vicenda che ha portato alle dimissioni dell’assessore Tripoli, è necessario che il confronto politico vada ricondotto sul piano del rispetto reciproco delle parti, perchè altrimenti il danno d’immagine per la comunità rimane irreversibile e difficilmente recuperabile. Nella Piana di Bagheria, d’altronde, esistono specialità meritevoli di essere conosciute e apprezzate da quegli italiani che vanno per trattorie, ristoranti, gelaterie, pasticcerie e piatti tipici: lo sfincione di Bagheria, i derivati della pasticceria e della gelateria del Limone Verdello di Bagheria (Granite, sorbetti), il buccellato di Casteldaccia, il nespolone di Ficarazzi, e Trabia il pesce azzurro di Porticello,(con i numerosi piatti tipici che consente di cucinare), il mandarino tardivo di Ciaculli possono ben rappresentare strumenti e simboli per comunicare e veicolare il territorio attraverso un’efficace attività di marketing territoriale favorendo al contempo lo sviluppo di significative micro-filiere produttive. Una strategia che contempla una lungimirante valorizzazione di tutte quelle risorse -paesaggistiche, economiche, artistico-monumentali, costiere e quindi legate anche alla pesca e alle marinerie, al mare e alle sue ricchezze, al patrimonio enogastronomico e alle tradizioni culturali e turistiche che abbondano nostro comprensorio, che, d’altronde, è a fortissima connotazione identitaria, ricco di storia e di cultura, di tradizioni popolari. Tutti elementi in piena sintonia con il quadro evolutivo della nuova domanda turistica che predilige gli aspetti legati alla conoscenza, all’esperienza, all’interazione, alla suggestione e al confronto e al contatto diretto con la cultura, la storia e gli stili di vita del luogo. In definitiva, si profila e si definisce il potenziamento e la valorizzazione di un’offerta turistica integrata ed il rilancio delll’immagine turistica del territorio mettendo a sistema l’ enogastronomia, i prodotti agro-alimentari d’eccellenza legati all’identità territoriale, lo stock di beni culturali, l’artigianato storico e l’attivismo del tessuto associativo locale. Però, affinchè la strategia risulti efficace e produca effetti duraturi sullo sviluppo del territorio e qualifichi la qualità della spesa, è necessario che in questa fase di costruzione dellla governance degli enti e delle società consortili, che gestiranno le risorse comunitarie, vi sia un’indirizzo politico regionale, che con autorevolezza, metta in campo una capacità di mediazione degli interessi diffusi e legittimi. E‘ necessario ed indispensabile che si traccino le linee guida, definendo con chiarezza finalità e obiettivi , in maniera da centrare e focalizzare gli interessi generali di sviluppo , evitando che le spinte individuali e gli interessi particolari prevalgano. In parole povere occorre il primato della buona politica che sappia far valere le ragioni della mediazione, indirizzata verso il conseguimento degli interessi del territorio.

  • Cracolici ed il sindaco di Bagheria.

    L’assessore all’agricoltura nel recente passato è stato molto duro nel giudicare l’azione di governo del Presidente Crocetta, per questo dalla sua attività di governo ci aspettiamo significativi cambiamenti di rotta e risultati concreti. Cracolici ha a disposizione oltre due miliardi di euro da spendere nei prossimi 5 anni, più di 1/3 dell’intero plafond di fondi comunitari, che fra l’altro sono gli unici disponibili per innescare dinamiche di sviluppo. Oltre le risorse l’Assessore ha a disposizione l’operatività del nuovo PSR, uno strumento che, per sostenere l’agricoltura, punta sulla filiera agroalimentare; tutti sanno che le nostre produzioni non possono reggere alla concorrenza che viene dall’altra sponda del mediterraneo, che, se vogliamo contenere il fenomeno migratorio che comincia a dare problemi alla stessa tenuta democratica dell’Europa, probabilmente è destinata a crescere, per questo puntare sulla filiera, sulla qualità, sull’integrazione con la trasformazione e la commercializzazione è di importanza strategica. Puntare sulla filiera significa prima di tutto puntare sulla qualità e sulla tracciabilità, quindi occorre dare largo spazio al biologico, puntare sulle caratteristiche sanitarie, organolettiche e nutrizionali, saper comunicare bene il valore delle nostre produzioni, raggiungendo in modo capillare il consumatore, partendo dai sei milioni di consumatori siciliani. Occorrerà lavorare seriamente sull’affermazione di un marchio “made in Sicily”, che certifichi la produzione e la lavorazione in Sicilia, i protocolli di coltivazione utilizzati e le caratteristiche dei prodotti, a queste produzione andrà riservato il necessario spazio nelle mense scolastiche e universitarie, negli ospedali, nelle catene distributive, a questo prodotto vanno riservati i mercatini e i luoghi di vendita dal produttore al consumatore. Se entro la fine del suo mandato cominceremo a vedere nei bancali dei supermercati e nei punti vendita dei principali attrattori turistici olio, vino, bibite e liquori, pasta, pane, biscotti e dolci, salsa, latte e latticini, carne e salumi, prodotti ittici, succhi di frutta, marmellate e prodotti ortofrutticoli made in Sicily, se nelle mense e nei ristoranti troveremo manifesti che certificano che il 60% di quanto somministrato è stato prodotto e lavorato in Sicilia, allora Cracolici avrà onorato le aspettative. Questo impegno, per una filiera corta ed integrata, andrà sostenuto dal rigore sui protocolli di coltivazione e produzione, da un rigore ancora maggiore sul controllo delle caratteristiche sanitarie e nutrizionali dei prodotti di importazione, da una campagna di informazione capillare e di alto livello, dall’integrazione con la filiera turistica e dei beni culturali-ambientali, da una organizzazione efficace ed efficiente del commercio elettronico. Data la vetustà degli operatori del settore, Fornero permettendo, nel settore si potrebbero aprire buoni spazi per l’inserimento lavorativo di giovani che dovranno essere formati e supportati, per adeguare le aziende ai necessari standard produttivi, ma anche per recuperare produzioni tipiche e tradizionali che possono garantire valore aggiunto . Ai giovani imprenditori vanno assicurati servizi reali, a partire dalla viabilità interpoderale per arrivare all’acqua ad uso irriguo, smantellando baracconi clientelari quali il Consorzio idro-agricolo ed i consorzi di bonifica, andrà garantita assistenza tecnica accorpando , sfoltendo e decentrando nel territorio i vari enti preposti (ispettorati, enti, condotte ed istituti vari) puntando sul rapporto con l’Università e gli Istituti tecnici e professionali per l’agroalimentare. Il mondo delle campagne attende segnali precisi anche sul terreno della lotta agli sprechi ed ai privilegi, solo così si possono trovare risorse adeguate per il sostegno alla produzione e per creare nuova occupazione, occorre prendere il toro per le corna, a partire dalla vicenda forestali. Se un extracomunitario prende 30 euro per una giornata di lavoro ed un operaio qualificato ne prende 50, va bene darne 70 ad un forestale, garantendogli anche pensione ed indennità di disoccupazione, ma occorre avere la garanzia che vengono assunti quelli che servono (secondo parametri nazionali ed europei) e quelli che servono si debbono guadagnare onestamente quello che ricevono, tenendo in ordine le aree attrezzate, rendendo fruibili le aree naturalistiche e realizzando seri presidi anti-incendio. Una sponda a Cracolici dovrà essere data dagli amministratori locali, per l’istituzione di parchi agricoli, per l’infrastrutturazione delle campagne, per la valorizzazione dei beni culturali ed antropologici legati alla cultura contadina, per la sponda da offrire nelle istituzioni scolastiche, socioassistenziali e negli spazi pubblici per la vendita, per l’istituzione dei dop e docu. Non sappiamo come andrà a finire coi problemi legati alla sanatoria del sindaco, la legge può non piacere, forse in questo caso occorrerebbe cambiarla, ma fino a quando c’è va applicata. Dal sindaco ci aspettiamo meno proclami e più azione amministrativa: per la difesa del cimitero monumentale, attuando l’espansione ed evitando ulteriore cementificazione; per il pieno funzionamento del depuratore ed il riciclaggio dell’acqua ad uso irriguo; per un sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti che valorizzi l’organico, abbattendo i costi e dando trasparenza alle procedure; per l’utilizzo dei beni confiscati; per la rapida e piena attuazione del nuovo PRG, agendo seriamente sui temi del verde pubblico, della mobilità, dei parcheggi, del riuso della aree dismesse e la riqualificazione delle periferie, dell’edilizia scolastica e sociosanitaria. Non possiamo continuare a vedere un Patto regionale che prevede oltre 200 milioni di euro per interventi di riqualificazione urbana a Termini Imerese e nemmeno un euro per Bagheria. Almeno il 60% delle famiglie bagheresi, negli anni 70 ed 80, è stata costretta a farsi una casa abusiva, siamo stati costretti a farla da una classe dirigente (che purtroppo qualcuno rimpiange!) che ci ha lasciato per decenni senza piano regolatore, non consentendoci , quando si vendevano i verdelli a mille lire a chilo, di costruire regolarmente una casa per noi e per i nostri figli. Chi non ha peccato scagli la prima pietra! Le colpe dei padri non ricadano sui figli (neanche quelli di Boschi), ma nel contempo servono amministratori competenti, onesti, leali, umili, misericordiosi, sobri ed equilibrati, così li sceglievano nell’antica Grecia, nella Polis, lì nasceva la politica, a quei valori bisogna tornare se vogliamo dare alla politica la dignità che merita.

  • l’Arcivescovo di Palermo ricevera’ le 5 ragazze ospiti della casa di fuga del Progetto Maddalena,

    Lunedi’ 15 febbraio p.v. alle ore 09.30, l’Arcivescovo di Palermo mons. Corrado Lorefice, ricevera’ presso la curia arcivescovile di Palermo le 5 ragazze ospiti della casa di fuga del Progetto Maddalena, assieme al fondatore della casa dei giovani don Salvatore Lo Bue, al vicedirettore Biagio Sciortino, agli operatori e volontari. Il progetto rivolto a donne vittime di tratta e prostituzione, e’ nato per volonta’ del cardinale Salvatore De Giorgi ed a tutt’oggi sostenuto dall’arcidiocesi di Palermo. Fin dal 2000 anno di attivazione dello stesso, il Progetto Maddalena e’ riuscito a sottrarre dalla schiavitu’ dello sfruttamento sessuale diverse decine di donne, quasi tutte extracomunitarie, accompagnandole in un percorso di fuoriuscita dal circuito dello sfruttamento, inserendole nel nostro tessuto sociale e lavorativo. tale incontro per testimoniare l’impegno sociale della diocesi di palermo nel proprio territorio.

  • NOTA DELL’ASSESSORE LUCA TRIPOLI

    Intervengo sulla questione della casa dei miei genitori che è stata sollevata da un programma televisivo di intrattenimento perché tengo a sottolineare alcuni aspetti importanti che potrebbero passare inosservati. Intanto preciso che l’abitazione di mio padre non è una villa di 150 mq ma una modesta abitazione di 72 mq oltre una veranda aperta. In secondo luogo il fatto che l’ufficio tecnico del Comune di Bagheria, di cui io sono amministratore, abbia respinto la richiesta di sanatoria presentata da mio padre, dimostra in modo chiaro ed inequivocabile la totale autonomia dell’ufficio competente ed il fatto che le nostre famiglie non subiscono un trattamento di favore rispetto a tutti gli altri cittadini. Dimostra che gli uffici hanno portato Avanti, senza alcun tipo di pressione, il provvedimento di comunicazione circa l’esistenza di motivi ostativi, abbiano fatto il loro dovere in totale autonomia, trasparenza e legalità. E’ chiaro che mio padre ora si troverà a dover decidere quali strade seguire rivolgendosi a dei legali, è una decisione che non devo prendere io ma un fatto privato della mia famiglia, sebbene comune a tante famiglie bagheresi. Nessuno ha mai nascosto nulla, e la dimostrazione che l’istanza di mantenimento degli immobili non sia stata accolta, parla chiaro. Noi agiamo seguendo i percorsi previsti, ancora di più ora che amministriamo. Un’amministrazione che non interferisce negli iter delle pratiche degli uffici per avere vantaggi personali è il segno che una politica diversa è possibile. La storia di questa città, e non solo di Bagheria ma di molte città siciliane, e direi addirittura del Sud Italia, è nota. A Bagheria c’è stato un vero e proprio sacco edilizio. Persino l’aula consiliare del Comune, luogo per antonomasia del massimo organo di rappresentanza dei cittadini è stata edificata a ridosso di Villa Palagonia, alcune scuole sono state costruite abusivamente, centinaia di appartamenti sono stati costruiti a fini speculativi e persino i parchi delle ville settecentesche sono stati lottizzati in passato. Quando si realizzano interventi edilizi in assenza di permesso di costruire o di denuncia di inizio attività si commette un abuso edilizio, ed era così diffusa questa pratica nella nostra 2 terra che le leggi stesse hanno permesso, a causa delle lungaggini nell’ottenere i permessi, di potersi mettere in regola richiedendo i permessi di costruire in sanatoria. Non è corretto ma è stato così sinora. Quello che invece non è giusto: è sparare a zero su questa amministrazione comunale, con attacchi da parte di pseudo-politici di professione, che conoscono benissimo questo stato di fatto, che sono essi stessi proprietari di case abusive, che non si sono impegnati per lavorare a cercare di cambiare questo stato di fatto, che non hanno combattuto contro l’abusivismo. Attacchi verso un’amministrazione, ed in particolare verso il sindaco ed il sottoscritto, che hanno fatto avanti e indietro dagli uffici regionali per sollecitare continuamente l’approvazione della VAS del Piano Regolatore Generale, verso un amministrazione che sta lavorando per fornire un PRG innovativo, un PUM, un piano urbano di mobilità altrettanto innovativo e sostenibile, un’amministrazione che sta uscendo dal dissesto facendo salti mortali e lavorando senza sosta, un’amministrazione che non ha paura di denunciare illeciti, un’amministrazione che ha ripulito la città da cumuli e cumuli di rifiuti, un gruppo di giovani, cittadini prima che politici. Sull’attuazione delle norme non retrocederemo di un passo, neanche se a soffrirne saranno le nostre famiglie di cui però non vogliamo più parlare, dobbiamo esser d’esempio per la città e lo faremo. Luca Tripoli Assessore all’Urbanistica del Comune di Bagheria

  • Carnevale, “una splendida festa da… vivere insieme”

    Lo scorso sabato febbraio, come ogni anno, l’associazione pro-h Onlus “Vivere…vivere insieme” ha organizzato nei locali della stessa ubicati in via Città di Palermo, compl. La Sicilia la festa del “Carnevale 2016”, che contemplava a parte le solite danze, la gara del karaoke che ha visto impegnati, tanti dei nostri ragazzi e la gara dei dolci realizzati da tutti i genitori e non, che frequentano il nostro centro. La serata si è svolta in grande allegria e ha visto la partecipazione di molti “normodotati” che con la loro presenza hanno contribuito e contribuiscono quotidianamente ad una perfetta integrazione. Il giorno successivo, invece, grazie alla sensibilità dell’Assessore al Turismo, Sport e Spettacolo, del Comune di Bagheria, Romina Aiello una parte dei nostri ragazzi hanno avuto modo di partecipare alla sfilata delle macchine d’epoca, divertendosi e sentendosi parte integrante della manifestazione; e di ciò naturalmente un ringraziamento speciale va agli organizzatori che si sono dimostrati disponibili e felici di aver regalato un momento di spensieratezza.

  • Giuseppe Di Salvo intervistato da Roberto Oddo. “Ho sempre amato come ho potuto amare e mai come avrei voluto”

    rto Oddo intervista Giuseppe Di Salvo, fondatore, 40 anni fa, del Fuori!, primo movimento di liberazione omosessuale a Palermo e nel regno delle due Sicilie. Giuseppe Di Salvo è di Bagheria, un grande e importante comune proprio alle porte della città. Con tutto il vissuto che si porta dietro, e dentro, è una delle colonne del movimento nel palermitano. Quello con lui è un incontro ineludibile, con la sua verve polemica e per nulla accomodante, se si vuole comprendere che cosa significhi lottare qui per visibilità, dignità e diritti civili. Qualunque sia la posizione che si vuol prendere sulle parole di Giuseppe Di Salvo, dall’adesione totale alla distanza, intervistarlo significa confrontarsi con un pezzo della nostra storia (e ciò senza nulla togliere ai meriti attuali di nessuno). Ci siamo dati appuntamento una mattina di dicembre, subito dopo Natale, ma ha preferito rispondere alle domande per iscritto, questo spiega l’andamento poco dialettico o un po’ più schematico, o se si vuole semplicemente più ordinato, di quest’intervista. Giuseppe, come ti definisci come persona? Sono stato sempre un uomo perfettamente immobile. Non transito. Eppure il mio percorso evolutivo ha visto muovere le certezze desideranti di chi mi ha sempre guardato con desiderio; in breve: attraverso il mutare del mio corpo ho potuto osservare i cambiamenti dell’orientamento sessuale altrui. Va ricordato che i mie amanti sono stati quasi sempre sposati o si accingevano a farlo o pensavano di farlo per poi, in buona parte, divorziare. Due grandi amori ci sono pure stati. Ma, anche per la repressione, la vita finisce per disgiungere chi si ama. E allora? Ho sempre amato come ho potuto amare e mai come avrei voluto; del resto, chi vive come vuole? Come ti definisci in rapporto al “movimento arcobaleno”? Sono stato, a 23 anni, nel lontano autunno 1976 -siamo dunque quest’anno al quarantennale di quel grande evento storico striato di coraggiose e intense lotte pionieristiche- fra i fondatori del FUORI! di Palermo. Ci riunivamo nella sede di Vicolo Castelnuovo, numero diciassette. Ho in buona parte ricostruito quella nobile storia di lotte. Chi vuole può trovarla nel mio sito Tiscali “Giuseppe Di Salvo”: basta digitare la parola FUORI! in alto a destra e si resta impressionati; eravamo in pochi (io, Piero Montana, Salvatore Scardina, Franco Lo Vecchio, Rosabianca Colonna, Lina Noto, Anna Maria Schmidt, Benedetto Montenegro, Regina, Formica, Pippo Rinella…), ma abbiamo costruito un patrimonio di lotte che hanno davvero svegliato la città adagiata in un repressivo sonno dogmatico e mafioso. Pionieri di rispetto.  Ci autofinanziavamo. Eravamo ospiti nella sede del Partito Radicale. Contribuivamo al pagamento dell’affitto. Il Partito di Pannella fu la prima organizzazione politica ad avere aperto le sue sedi agli “arrusi”. Si lottava con gioia per cercare di modificare la mentalità antigay e, all’alba degli anni Ottanta, già miravamo a realizzare il matrimonio anche per le persone dello stesso sesso. Sempre lungimiranti. L’arcobaleno è venuto dopo e, di tanto in tanto, riappare nel cielo, cioè nella Parate estive. Racconta la situazione delle persone LGBT in Italia dal tuo punto di vista. Palermo è stata sempre, tutto sommato, una città aperta. Sin dall’inizio abbiamo lottato contro tutte le istituzioni antigay presenti anche in città: polizia, manicomi, carceri, chiese (dico chiese e non chiesa!), partiti politici…: per il PCI avevamo il “vizio piccolo borghese”; per la D.C. eravamo malati e peccatori; per i fascisti dei casi clinici da relegare nei meandri della psichiatria. In pratica, lottavamo contro mostri nelle cui teste abbiamo agito con le nostre efficaci terapie: abbiamo fatto capire a tutti costoro che gli unici “malati” culturalmente erano loro. Palermo era la metafora dell’Italia e non solo. Oggi si lotta per codificare leggi positive per le persone LGBTI. Prima si lottava per togliere il pregiudizio e le leggi repressive e naziste: vedi articolo 28 del codice militare; chi, fino a tutti gli anni Settanta, veniva congedato con tale articolo non poteva accedere a cariche pubbliche. Poi, dobbiamo ringraziare il Codice napoleonico. Se dovessi riassumere, quali sono a tuo avviso i fronti su cui un attivista oggi si gioca la sua partita in Italia e, in particolare, nel palermitano? Dacché il FUORI! nazionale si è sciolto (eravamo intorno al 1982) sono nate, per fortuna, altre sigle. Tutte, parlo ovviamente di quelle sopravvissute, da oltre 35 anni, hanno creato utili strutture di servizio e di assistenza legale per le persone LGBTI. Ma va sottolineato un dato: l’Italia non ha ancora una legge sulle Unioni Civili. Il PCI, poi PDS, ora DS, ha messo tanti gay come fiori all’occhiello. Renzi gioca a rinviare e gode accarezzando il termine “tempistica”: è un emerito democristiano da Family Day. Ecco: il Movimento LGBTI, oggi, si deve sganciare da qualsiasi partito che gioca al rinvio o che usa i catto-nazisti per non concludere nulla. Loro, i parlamentari, hanno tutti i diritti che negano ai cittadini. Occorre essere più spregiudicati. Bisogna affossarlo questo PD. Occorre creare un Ordine Laico Nuovo e ribadire che la “sovranità popolare” appartiene a noi e che gli “eletti” possono essere trombati in qualsiasi momento. Io, pur essendo di tradizione familiare comunista del PCI, non ho avuto mai nessuna tessera di partito e rivendico la mia totale autonomia elettorale. I gay tutti, anche alle elezioni condominiali, devono fare valere la loro forza elettorale. Sì, dobbiamo essere lobby: i partiti devono essere a nostro servizio e non noi al loro. Se non fanno i nostri interessi, dobbiamo prenderli a pedate. Senza pietà! Quali sono, invece, a tuo avviso i grandi temi dimenticati delle battaglie dei movimenti LGBTQI? I gay politicizzati (o partitizzati) danno l’impressione di avere dimenticato se stessi. Devono frocializzare i partiti in cui militano o girar loro le spalle. I partiti sono mezzi, dobbiamo votare per chi porta avanti i nostri obiettivi politici. Il nostro voto deve essere pericolosamente mobile. Il qualunquismo è degli intruppati. Tu hai molta esperienza di quelli che sono stati gli inizi, laddove non c’era niente. Cosa potrebbe fare oggi un giovane che si trovi in un contesto isolato, dove non ci siano associazioni o punti di riferimento, se volesse dare un contributo? Noi, da pionieri, i punti di riferimento ce li siamo creati ex novo, dal nulla. E abbiamo pure contribuito a creare ottimi modelli. I gay di oggi si muovono su un tappeto che li porta facilmente verso la liberazione. Tutto sta nel concetto di coraggio e, purtroppo, come si sa, esso non può essere dato a chi non ce l’ha dentro. Chi non lotta contro i modelli culturali repressivi è complice di chi lo reprime. Magari va in chiesa: ecco i chierici luoghi della nostra laica concorrenza! Come vengono comunicate le battaglie del movimento negli organi di stampa ufficiali “generalisti”? Ormai i giovani, gay e non, hanno un mondo digitale che noi non avevamo. E sono più competenti di me. A loro viene facile trovare siti ed informazione alle loro esigenze adeguati. Noi, nel 1976, stampavamo volantini col ciclostile. Eppure facevamo breccia anche nei mass-media alla partitocrazia da sempre asserviti. I nostri organi di informazione rappresentano il riflesso condizionato della mafiosità partitocratica. Sta a noi saper essere alternativi e saper diffondere l’Informazione Corretta. Io posso dire che i miei siti sono molto seguiti. La gente mi legge. E trovo riscontro di ciò sia andando in giro per Bagheria o Palermo sia muovendomi dentro la rete. Detto ciò, cosa suggeriresti in termini di libri, film, spettacoli, materiale in rete a un giovane che voglia impegnarsi in queste battaglie? Su cosa dovrebbe formarsi. Chiunque dovrebbe leggere il Simposio di Platone e i frammenti di Saffo. Poi Sandro Penna, Pasolini e… me, naturalmente. Il resto? La vita stessa è guida. Fatta la tara degli ostili irriducibili, da quali obiezioni dei non attivisti “informati”, eterosessuali o LGBTQI, pensi che si possano trarre indicazioni o critiche utili? Dall’ etica della Chiesa cattolica: lì c’è espresso quasi tutto ciò che loro fanno, ma dicono e scrivono che non si deve fare. A parte le polluzioni (notturne o diurne) di cui la loro etica mai parla: altro che castità! Non esistono non attivisti, ognuno sa ciò che vuole e si “attiva” per realizzarlo. Noi lo sappiamo e siamo anche più bravi nel muoverci. Poi c’è chi ha bisogno di supporto psicologico. Ma vale an che per gli etero. Quali sono le associazioni e le battaglie NON-LGBTQI che un militante come te sente particolarmente vicine? Fine vita, eutanasia, fecondazione assistita… Personalmente, ho le mie riserve, ma le laiche leggi ci vogliono. I divieti non servono. Ogni cittadino deve poter scegliere. Poi si dovrebbe rivedere la legge Fornero: pensione a 60 anni per tutti. E i sindacati dovrebbero essere più incisivi; di fatto, la partitocrazia li ha sciolti. Cos’è la famiglia? Quanto è importante oggi per noi e perché ce ne stiamo assumendo la difesa? Ogni formazione sociale felice va sostenuta. E le famiglie sono tutte sacre. Noi lottavamo, anni Settanta, contro le famiglie patriarcali violente e repressive: io ho potuto lottare ed espormi senza problemi perché avevo dietro una famiglia che mi appoggiava; e altre famiglie amiche che mi sostenevano. Era tolleranza reale. Supporto. E anche i legami affettivi è giusto che vengano tutelati. Del resto, io amo anche gli “sposi di Dio”, purché capiscano che non sarò mai a loro immagine. E ho lottato per il divorzio: la famiglia che irradia libertà per tutti è quella in cui si conosce l’amore. Dove non c’è amore ci deve essere immediata dissoluzione. Per la felicità di tutti! In questo contesto, ma anche fuori di esso, lo stesso erotismo è comunicazione sacra a tutti gli Dei!

  • Un calendario in onore delle veline: “Il magico mondo degli incarti che avvolgevano i limoni”

    Chi oltre mezzo secolo fa avvolgeva i limoni e le arance nelle carte veline manco lontanamente avrebbe pensato che quegli incarti in futuro sarebbero stati oggetto di collezione e di mostre. Era inimmaginabile che i fragili quadrati di carta velina usati per proteggere i succosi frutti da urti e accidentali lesioni durante il trasporto sarebbero diventati rarità e considerati forme d’arte popolare entrando a far parte del patrimonio immateriale e culturale. Oggi 12 di quei foglietti contrassegnano i mesi del 2016 in un bel calendario, ideato e curato da popolare personaggio bagherese collezionista di veline, e realizzato dalle Officine Tipografiche Aiello e Provenzano, una benemerita azienda bagherese che si distingue per l’elegante suggello che imprime ad ogni iniziativa sociale e culturale della città delle ville. Un calendario con 12 immagini dunque, tratte dalle veline che incartavano i limoni, tutte rigorosamente bagheresi. Ma per la dozzina di immagini che sono state immortalate, molte altre, almeno una cinquantina (erano oltre 60 le ditte che operavano nel territorio bagherese), sono rimaste in disparte. Non perché non meritassero la ribalta, ma per il semplice fatto che sono solo 12 i mesi dell’anno. Ci hanno detto che saranno oggetto di publicazioni future. E veniamo alle veline del calendario e alle ditte esportatrici in esse rappresentate. Queste dunque le dodici ditte esportatrici rappresentate nel calendario. Le immagini sono state selezionate fra le tante della collezione di Pietro Pagano in collaborazione con l’ associazione “Natura e Cultura” di Bagheria. Il calendario è preceduto da un testo del professore Pino Aiello, dal titolo ” Il grande viaggiatore”, corredato di immagini fotografiche acquisite da Publifoto, tratte sempre dall’archivio Pagano. in cui è descritta quella che era la società del limone con gli usi, i costumi, il modo di lavorare, l’esportazione, l’uso delle veline in città e dintorni. I leggeri involucri, oltre ad avere funzione protettiva, ben presto diventano un buon veicolo commerciale per destare la curiosità dell’acquirente, consentendogli anche di distinguere un frutto di alta qualità e pregio che, staccato dall’albero, veniva “lavorato” nel magazzino. “L’organizzazione del lavoro all’interno dei magazzini – scrive Pino Aiello -era costituita da moduli (puosti) ognuno con una capacità produttiva di circa ottanta casse (casci) nelle otto ore lavorative. Ogni modulo comprendeva due donne addette alla selezione dei frutti, quattro a incartarli (ammugghialli), un ragazzo addetto a porgere (pruoiri) i limoni incartati, un impacchettatore (mpaccaturi) e un addetto all’assemblaggio delle casse (aimmari i casci) e alla loro chiusura. Un magazzino di prestigio doveva lavorare almeno a cinque postazioni in modo da raggiungere una capacità produttiva di quattrocento casse in una giornata; quantità identificata convenzionalmente come vagone (vacuni) e corrispondente a 10mila kg. Per molti anni il contenitore utilizzato sia per il trasporto dalla campagna ai magazzini di Palermo che per la spedizione era costituito da una cassa (cascia) divisa in due scomparti. Un prodotto capace di assicurare così alti redditi, imponeva delle strategie di commercializzazione che rendessero il limone in grado di resistere ai lunghi percorsi che separavano l’Isola dai mercati mitteleuropei, d’oltremanica e addirittura degli Stati Uniti. I mercati verso cui erano esportati gli agrumi erano piuttosto esigenti in quanto a qualità e calibro dei frutti, d’altronde non poteva essere altrimenti visto il prezzo di acquisto. Attentamente selezionati e avvolti in carta velina, i limoni erano sistemati in suoli nelle casse a due scomparti, queste avevano dimensioni diverse per adattarsi alle necessità imposte dal calibro e dal numero di limoni che dovevano contenere. L’imballaggio era particolarmente curato anche nell’aspetto estetico, frange e paglia colorata incorniciavano questo scrigno di salutistici frutti che si presentavano nell’ultimo strato (the top) avvolti a fagottino in carta serigrafata col marchio a colori della ditta esportatrice”. Descrizione di tempi e riti lontani il cui ricordo va sbiadendo in chi li ha vissuto mentre i giovani ne ignorano l’esistenza. Possano le umili, fragili carte, documenti e testimoni di una epoca felice, insegnarci ad amare la nostra città con lo stesso amore con il quale è stata amata da chi ci ha preceduto.

  • Ambiente e salute ad Aspra, che fare?

    Il presidente della Commissione regionale Ambiente, Mariella Maggio, mercoledì 3 febbraio alle 17,30 si recherà ad Aspra nei locali della Circoscrizione per incontrare la cittadinanza. Da anni il cattivo funzionamento del depuratore comunale tiene sotto scacco i residenti di Aspra: ormai è emergenza sanitaria e ambientale. La nuova amministrazione comunale non è riuscita a risolvere ad oggi il problema; sversamenti di liquami si verificano costantemente sulla costa da oltre un anno. 186 mila euro sono stati spesi negli ultimi due mesi dal sindaco, Patrizio Cinque, senza evidenti risultati. Il depuratore è fonte di inquinamento ambientale e di pericolose ricadute sulla salute dei cittadini che, per questo motivo, hanno chiesto più volte l’intervento delle autorità preposte. A rispondere all’appello è il presidente della Commissione regionale Ambiente, Mariella Maggio, che mercoledì 3 febbraio alle 17,30 si recherà ad Aspra nei locali della Circoscrizione, in Piazza Monsignor Cipolla, per incontrare la cittadinanza. Un’assemblea pubblica promossa dal Partito Democratico di Bagheria che, con l’aiuto di esperti del settore, analizzerà le possibili cause del malfunzionamento del depuratore comunale e quali le possibili soluzioni per evitare inquinamento e rischi per la salute, dopo gli ultimi mesi di disagi per la popolazione. All’incontro parteciperanno il prof. Antonio Caruso del Dipartimento delle Scienze della Terra e del Mare dell’Università di Palermo, già autore nel 2010 di uno studio sull’inquinamento della zona costiera del Golfo di Palermo; il dott. Francesco Gervasi, responsabile del Laboratorio di Oncologia dell’Ospedale ARNAS Civico; il dott. Giovanni Abbate, direttore della struttura territoriale dell’ARPA. Stefania Munafò, consulente dell’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente oltre all’ on. Mariella Maggio, Presidente della Commissione Regionale Ambiente, che nelle settimane scorse si è attivata per portare nelle sedi istituzionali la problematica del depuratore di Aspra. Durante l’assemblea saranno resi noti i dati ufficiali sulle emissioni del depuratore negli ultimi tre anni. L’incontro sarà moderato dal segretario del Pd locale, Orazio Amenta, mentre il Presidente della Circoscrizione è stato invitato a portare i saluti istituzionali a tutti i convenuti. Si invita tutta la cittadinanza a partecipare.

  • Sponsorizza o adotta il verde pubblico a Bagheria: “Un’iniziativa a favore dell’ambiente”

    Il Comune di Bagheria stipulerà contratti di sponsorizzazione o accordi di collaborazione per aiutare l’Amministrazione a migliorare il verde della città. Chiunque potrà diventare sponsor del verde cittadino o adottare un’area verde del Comune. Sarà possibile anche prendersi cura di arredi e attrezzature, delle aiuole e degli spazi destinati a verde pubblico antistanti a negozi, condomini e locali pubblici. A renderlo possibile un avviso pubblico approvato con la delibera di giunta n.4 del 28 gennaio. Si può partecipare mediante la sponsorizzazione finanziaria che prevede il versamento di una somma di denaro per sostenere interventi di realizzazione o di riqualificazione di aree verdi o aree gioco, o per interventi di manutenzione su aree verdi. In cambio si otterrà visibilità del proprio logo/ragione o denominazione sociale/marchio; mediante la sponsorizzazione tecnica che prevede la presentazione di un progetto di miglioramento di un’area verde o aiuola stradale, da approvare dal Comune e che lo sponsor realizzerà prendendosi cura dell’area per un periodo a sua scelta (da uno a cinque anni). Possibile anche il subentro nella cura di un’area verde, ed infine, se non si è interessati alla visibilità commerciale si potrà rendere più bella una parte del verde di Bagheria, sottoscrivendo un accordo di collaborazione per l’adozione di un’area. Tale procedura è prevista dal regolamento del verde pubblico e privato approvato con al delibera di consiglio comunale n.32/2015. Dal sito web comunale è possibile scaricare i modelli di domanda disponibili anche all’ICP, l’istanza potrà essere trasmessa agli indirizzi di posta elettronica sindaco@postecert.it e lavoripubblicibagheria@postercert.it Possono presentare domanda tutti i cittadini, privati e pubblici, singoli o associati, enti, associazioni in ogni momento dell’anno. Il contratto o l’accordo con il Comune può avere la durata minima di un anno o al massimo di cinque anni. Al termine del contratto sarà possibile ripresentare la domanda di sponsorizzazione o di collaborazione e ripresentare la propria candidatura. Dal sito web del Comune, dove è in fase di definizione una pagina web dedicata che sarà sempre visibile, è possibile scaricare l’elenco delle aree verdi, elenco che verrà tenuto aggiornato periodicamente in occasione delle nuove assegnazioni o quando vengono realizzate o progettate nuove aree sponsorizzabili, è comunque possibile proporre accordi per aree verdi di proprietà comunale non comprese nell’elenco. Sono già disponibili nella sezione albo pretorio on line l’avviso pubblico (il bando sarà sempre aperto, si potrà presentare domanda in qualsiasi momento dell’anno). Dall’albo pretorio on line è possibile scaricare l’avviso pubblico, il capitolato tecnico di manutenzione, le linee guida per la presentazione dei progetti di sponsorizzazione tecnica, la domanda di sponsorizzazione tecnica, ed i modelli per le domande. Invita alla collaborazione il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque che dice: “anche questa è una forma di partecipazione alla gestione dei beni pubblici, può essere una forma di pubblicità progresso in cui i soldi spesi fruttano due volte, auspico che gli imprenditori, i privati, la società civile apprezzi questa iniziativa e collabori attivamente”. “Per i Comuni che versano in stato di deficit finanziario è un ottimo aiuto per la cura del verde, per le aziende ed i privati un modo utile per farsi pubblicità e collaborare al bene comune” a sottolinearlo l’assessore al Verde Pubblico Luca Tripoli che ha fortemente voluto e lavorato a questa iniziativa. Ufficio stampa del comune di Bagheria