Da 10 giorni manca da casa ed i familiari non hanno più sue notizie. Giorni di angoscia per i parenti di Giuseppina Francesca Ventimiglia, 35 enne che abita a Bagheria nella casa paterna. Intorno alle 7 è uscita da casa e non vi ha fatto più ritorno. La famiglia ha presentato denuncia di scomparsa ed ha lanciato appelli sui social e sulla trasmissione televisiva nazionale “Chi l’ha visto” andata in onda su Raidue. La donna al momento della scomparsa indossava una mantella rossa, un paio di jeans e scarpe da ginnastica. Ha gli occhi azzuerri ed è alta un metro e cinquantacinque centimentri. Il fratello Salvo su Facebook lancia un appello per trovarla e dice che la sorella non ha il cellulare con sè. Chiunque abbia notizie può rivolgersi ai Carabinieri. La scheda sul sito della trasmissione “Chi l’ha visto?”
Categoria: Cronaca
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Grave incidente nella Statale 113 tra Ficarazzi e Bagheria
Questa mattina un brutto incidente sulla Strada Statale 113 tra Bagheria e Ficarazzi. Lo scontro frontale è avvenuto all’altezza di Sparacio tra una Fiat Panda, vecchio modello, e una Renault Kangoo. L’impatto è stato molto violento e sul posto sono giunti diversi mezzi del 118 che hanno condotto in ospedale tre feriti, per fortuna, lievi. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri e i Vigili Urbani di Bagheria che stanno effettuando i rilievi per stabilire la dinamica dell’incidente. Il traffico è andato in tilt e va lentamente riprendendo la normalità.
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Un uomo travolto dal treno tra Bagheria e Ficarazzi
Un uomo di cui non si conoscono le generalità oggi pomeriggio è stato travolto dal treno nella tratta tra Bagheria e Ficarazzi. Il treno viaggiava in direzione Palermo ad alta velocità ed ha travolto l’uomo. Non si sa se si tratta di un suicidio oppure di un incidente. Sul posto sono intervenuti polizia ed i carabinieri di Ficarazzi ed il personale del 118. Il traffico ferroviario è stato bloccato in entrambe le direzione. Il treno dopo l’impatto si è fermato qualche centinaio di metri dopo, sopra il ponte sul fiume Eleuterio.
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Arrestati gli autori della rapina al Montepaschi a Ficarazzi
Sono stati arrestati dalla Polizia del Commissariato di Bagheria i due malviventi che giovedi si presume abbiano rapinato in concorso l’istituto di credito ficarazzese. Si tratta di Francesco Scalici, 46 anni, e Francesco Lungaro, 52 anni, entrambi del quartiere “Oreto” a Palermo e pluripregiudicati per reati simili. Gli arresti sono scattati grazie all’indagine che ha coinvolto la Polizia, i Carabinieri di Ficarazzi ed il Corpo dei Vigili Urbani di Ficarazzi. Infatti, la polizia dopo aver ascoltato i dipendenti della banca e ricostruito i fatti accaduti all’interno dell’istituto, utilizzando le immagini interne e la videosorveglianza lungo le strade cittadine sono arrivati ai due rapinatori. Secondo quanto ricostruito un uomo armato di teser ha fatto irruzione all’interno della banca e ha minacciato il cassiere. Ha portato via un sacchetto con monete per un valore di poco superiore a 500 euro. Non contento del bottino si è diretto verso il direttore e sempre sotto la minaccia del teser si è fatto consegnare altri mille euro. Dopo è fuggito in direzione della via Roma dove un complice lo aspettava per la facile fuga con una Fiat Panda. La polizia ha iniziato le indagini dalla descrizione dei lineamenti dell’uomo entrato in banca e con l’uso delle telecamere urbane sono riusciti a risalire alla vettura utilizzata. L’auto è stata rintracciata in Corso dei Mille a Palermo con a bordo Lungaro. Contemporaneamente gli agenti sono andati a casa di Scalici per trarlo in arresto. I due sono accusati della rapina di giovedì al Monte Paschi Siena di Ficarazzi.
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Controlli dei carabinieri sui reflui ad Aspra
L’amministrazione comunale, lo scorso mercoledì 4 ottobre, è stata di supporto in alcuni controlli che sono stati condotti dalla compagnia dei carabinieri dal Noe, di Bagheria su spurghi e pozzetti di aziende ittiche di Aspra. Nello specifico è venuto fuori che molte aziende di conservazione ittica, deferiti alla Procura dai carabinieri, scaricano gli scarti industriali direttamente in fognatura. Oltre alle conseguenze relative alla puzza del depuratore, la rete fognaria ne ha risentito. In via Zara, per esempio, il tratto fognario è risultato intasato da incrostamenti di scarti di prodotti industriali di aziende ittiche. “E’ sotto gli occhi di tutti che la situazione fognaria della frazione marinara di Aspra in particolare di tutte le arterie che circondano i cosiddetti “salati” è compromessa – sottolinea il sindaco Patrizio Cinque – capisco che l’attività imprenditoriale non vada fermata ma anche implementata, capisco che si deve creare lavoro, ma ciò non deve accadere a discapito della comunità e dell’igiene urbana. Ci vuole senso di responsabilità sociale nei confronti della comunità – continua il primo cittadino – quello che è stato generato è vergognoso e creerà parecchi problemi alla cittadinanza.”. Il sindaco annuncia poi nuovi interventi sulla rete idrica e fognaria della frazione: “Interverremo per liberare le fognature e per rigenerare la qualità degli scarichi”. Nei giorni scorsi l’amministrazione era intervenuta per gli effluvi maleodoranti che provenivano dal depuratore di Aspra, cattivi odori che sono dipesi proprio dagli scarichi non a norma provenienti da alcune aziende ittiche. “Non è così che si crea turismo, non è così che si mostra amore per il proprio paese” – dichiara con forma Cinque – “anzi tali comportamenti dimostrano che è Aspra stessa, o almeno una parte di Aspra, che è responsabile dei suoi problemi ”. I vigili urbani e la ditta Sige hanno collaborato con i carabinieri, cooperando alle verifiche a tappeto su tutte le aziende ittico-conserviere del pesce. Questa attività ha fato emergere che un buon numero di industrie ittiche sversano direttamente in fognatura i loro residui di lavorazione del pesce, e sono proprio questi scarichi anomali che hanno prodotto, nei giorni scorsi, i miasmi provenienti dal depuratore. “Attendiamo maggiori informazioni dalle indagini dei carabinieri – conclude il sindaco che coglie l’occasione per ringraziarli e conferma la propria disponibilità e dell’amministrazione nel collaborare con le forze dell’ordine al fine di evitare danni ambientali, ma intanto ribadisce che ci sarà il pugno duro contro i trasgressori e chi inquina e deturpa la frazione di Aspra.
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Sequestrati 5 quintali di frattaglie in cattivo stato di conservazione
Nell’ambito di controlli periodici, già, programmati veterinari dell’Asp di Palermo e carabinieri del Nas hanno posto sotto sequestro penale 520 kg. di frattaglie in cattivo stato di conservazione. La carne (milza polmoni e intestino di bovino e intestino di ovi-caprino) era pronta per essere immessa in commercio. Il personale dell’Azienda sanitaria provinciale di Palermo ha rinvenuto le frattaglie nel corso di un’operazione congiunta con i Nas condotta nella mattinata di sabato scorso. Sono stati controllati, tra l’altro, 3 macelli di città e provincia . Per “mancata attuazione delle procedure” sono state irrogate sanzioni per 14 mila euro complessivi. In un laboratorio di lavorazione e cottura di frattaglie, con riconoscimento Ce, sono state trovate una tonnellata e mezza di interiora di animali, di cui 5 quintali (in cattivo stato di conservazione) sono state poste sotto sequestro penale e destinate alla distruzione. Tutte le interiora sono state tracciate fino ad arrivare al luogo del mattatoio ed all’animale di provenienza. L’operazione di sabato mattina fa seguito ad altre avvenute nelle scorse settimane con decine migliaia di euro di sanzioni irrogate dai veterinari dell’Asp di Palermo. L’obiettivo dei sanitari dell’Azienda provinciale è di verificare tracciabilità delle carni, provenienza degli organi in dubbio ed eventuali ipotesi di macellazione clandestina, nonché le condizioni di conservazione della carne prima che venga immessa nel mercato. I controlli – con l’adozione di misure sempre più stringenti a tutela dei consumatori – proseguono anche con analisi chimiche negli allevamenti destinati alla macellazione per verificare e rilevare l’impiego di sostanze anabolizzanti o proibite somministrate agli animali.
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Ai vivi si deve il rispetto, ai morti si deve soltanto la verità
Riflessioni su una drammatica vicenda dai contorni tutt’altro che nitidi. A pochi giorni dal tragico suicidio di un ragazzo a Bari, lanciatosi sui binari mentre un treno sopraggiungeva, perché i suoi genitori adottivi non accettavano il fatto che fosse gay, martedì scorso – giornata mondiale contro l’omofobia, in occasione della quale in tutte le scuole italiane, inclusa Bagheria, è stata letta una circolare ministeriale di condanna del bullismo scolastico, soprattutto di matrice omofoba – anche Bagheria è stata funestata dal “suicidio” di un giovane. Tra queste due morti, probabilmente non vi è alcuna connessione, se non nel drammatico comune epilogo, forse però sì. Matteo (nome di fantasia), diciassette anni, studente dell’ITE (il “Ragioneria”), stando a quanto riferito nelle prime ore dai Carabinieri della Compagnia di Bagheria, si sarebbe lanciato da una finestra dell’ex clinica “Le Magnolie”, ad oggi in stato d’abbandono, adiacente alla scuola. È morto mentre gli venivano prestati i primi soccorsi. Gli stessi investigatori, probabilmente prestando fede a qualche testimonianza non verificata, hanno indicato come “movente” la paura del ragazzo di essere rimandato per brutti voti. La notizia così preconfezionata (suicidio e relativo movente) è stata rilanciata da tutti i giornali locali, senza il minimo tentennamento. Poche ore dopo, la smentita: in realtà, hanno fatto sapere i suoi parenti e amici, Matteo aveva un buon rendimento scolastico. Pertanto, mentre qualcuno ha deciso di sospendere ogni ulteriore commento o ricerca (in ossequio ad un rispetto che non aveva mostrato fino a qualche ora prima), altri hanno cominciato a scavare nella vita di questo ragazzo a caccia di qualche fantasma: così s’è scoperto che era rimasto orfano di padre da otto anni e viveva a Villabate con la madre e le sorelle, dove frequentava la parrocchia. Un “ragazzo d’oro”, lo descrivono alcuni amici, sui siti internet delle testate locali e su Facebook. Uno di loro, tra i più vicini alla famiglia, denunciando le “menzogne” dai giornali (che in realtà riportavano testualmente la versione diffusa dai Carabinieri) ha scritto: “Ragazzo impeccabile modello a scuola aveva la media dell’otto in tutte le materie, aiutava la famiglia costantemente e viveva anche vicino a Gesù frequentando la parrocchia a Villabate dove abitava e impegnandosi con i giovani e la corale della parrocchia. Questo era Matteo il quale a scuola per la sua mitezza e per il fatto di essere senza papà più volte subiva atti di bullismo anche gravi a causa dei quali è stato anche ricoverato, e per i quali ci sono anche esposti. Da ciò che il medico legale ha detto si presume che siano state altre le cause della morte Per questo ha chiesto un’autopsia.” Testimonianze che vanno prese per le pinze, ma che forse potrebbero aiutare a fare luce, insieme ad altri elementi che verranno raccolti nei prossimi giorni, rispetto a notizie diramate in tutta fretta e con estrema faciloneria e poi rivelatesi infondate. Giovedì, tutta la scuola del giovane si è raccolta in un momento di cordoglio, tra sguardi attoniti, silenziosi e addolorati dei compagni e le parole commosse del preside e dei suoi professori. Sul caso, dunque, proseguono le indagini dei Carabinieri di Bagheria. E non solo. Nel frattempo, forse sarebbe il caso che comincino ad indagarsi anche alcune coscienze, magari riflettendo sulle parole mai tanto appropriate a questa dolorosa circostanza di Voltaire: «Ai vivi si deve il rispetto, ai morti si deve soltanto la verità.»