Categoria: Cronaca

  • Vandalizzato un pilastrino all’ingresso di Palazzo Cutò

    E’ stato letteralmente decapitato uno dei due pilastrini in marmo di posizionati ai bordi del cancello d’ingresso di Qualche “persona per bene” non ha trovato di meglio da fare che fornirsi possibilmente di una grossa mazza per colpire con forza il pilastrino lato sinistro (guardando dall’esterno) staccando di netto la parte superiore e posizionarla accanto all’altro pilastrino sul margine opposto e, per farla completa,  qualcun’altro ha acceso successivamente un fuoco, all’angolo del cancello, bruciando sterpaglie e cartaccie spinte dal vento. Dell’atto vandalico, sicuramente antecedente al crollo del muro di recinsione, ne siamo venuti a conoscenza per caso e, malgrado ci siano state diverse persone che l’hanno notato nei giorni scorsi, nessuno fino a questo momento ne aveva denunciato l’episodio. Questi pilastrini risalgono al periodo in cui è stato realizzato il palazzo, parliamo della prima metà del ‘700, e la loro funzione era quella di proteggere l’ingresso delle carrozze evitando di impattare con le ruote sullo spigolo del cancello. Da una attenta valutazione dei danni la parte staccata e la scheggia laterale, potrebbero essere incollate al corpo centrale e riportandolo così allo stato “quasi” originale.

  • Blitz antimafia all’alba: 16 persone arrestate a Bagheria

    All’alba oltre cento carabinieri della compagnia provinciale hanno effettuato un blitz per condurre in carcere numerosi esponenti di spicco della mafia bagherese. L’accusa è di associazione di tipo mafioso ed estorsione ai danni di imprenditori locali. I bagheresi si sono svegliati con il rumore di un elicottero dei Carabinieri che sovrastava la città. L’ordine di carcerazione è stato firmato dal GIP di Palermo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di sedici persone. Blitz all’alba a Bagheria. Arrestate personalità di spicco della famiglia mafiosa bagherese. Tra gli arrestati un volto già molto conosciuto, Giuseppe Scaduto, già arrestato nel 2008 nell’ambito dell’operazione Perseo e tornato ad aprile in libertà dopo diversi anni passati in carcere. L’indagine dei Carabinieri, denominata “Nuova Alba” ha permesso di documentare le estorsioni commesse ai danni di piccole e medi imprenditori bagheresi e non solo. Notevole la capacità del clan bagherese di sostituire velocemente chi veniva arrestato nelle varie operazioni antimafia per continuare le attività illecite. Un ruolo importante veniva svolto dalla famiglia mafiosa di Altavilla Milicia molto attiva nelle estorsioni e nel mantenimento delle famiglia di coloro che sono agli arresti. Nella lente di ingrandimento degli inquirenti anche la compravendita di immobili fonte di reddito della famiglia mafiosa che riusciva ad imporre con l’intimidazione provvigione più alte rispetto al mercato normale. Diversi gli imprenditori del settore edile e dell’ingrosso che dovevano versare il pizzo in denaro o assumendo persone vicine alle famiglie mafiose. Il provvedimento è stato consegnato in carcere, invece, a Giacinto Di Salvo, già a capo della famiglia mafiosa bagherese e arrestato nell’operazione “Argo”. Le indagini hanno permesso di ricostruire l’ascesa al potere  e all’amministrazione della famiglia diventando reggente e cassiere del mandamento bagherese. Nello stesso contesto era stato arrestato Giovanni Trapani, capo della famiglia mafiosa di Ficarazzi fino al 2010. Altre persone raggiunte dall’ordine di carcerazione sono Franco Lombardo di Altavilla Milicia e a Michele Modica, anche lui della famiglia mafiosa di Altavilla.

  • Un uomo muore al passaggio a livello di Santa Flavia

    Un uomo di circa 40 anni è stato travolto dal treno al passaggio a livello a Santa Flavia. Il corpo è stato trascinato per circa quindici metri, mentre il treno si è fermato un centinaio di metri dopo. L’uomo è morto sul colpo e sono risultati inutili i soccorsi del 118 giunti immediatamente sul posto. Il traffico ferroviario è stato bloccato e sono in corso i rilievi di carabinieri e della polizia che devono ricostruire la dinamica dell’incidente. Il passaggio a livello era chiuso al momento dell’impatto. Da stabilire la dinamica. Forse dietro all’incidente il tentativo di attraversare i binari con le sbarre abbassate. Saranno i rilievi a stabilire i fatti.

  • Il Sindaco replica all’indagine a suo carico: un attacco ad orologeria

    “E’ un attacco ad arte, un attacco ad orologeria si mette dentro di tutto per attaccare un sindaco e un’amministrazione Cinque stelle a meno di due mesi dalle elezioni regionali”. Così il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, commenta l’indagine della Procura di Termini Imerese che lo vede indagato assieme ad altre 21 persone. Il sindaco aggiunge: “Siamo sereni, abbiamo sempre fatto ogni scelta alla luce del sole e per il bene della comunità e della città”. In una nota Patrizio Cinque spiega che “nello specifico le indagini vertono su bandi di gara che riguarderebbero il noleggio di automezzi per la raccolta dei rifiuti”, e per quanto concerne il capo di imputazione contro il sindaco l’affidamento della gestione del palazzetto dello sport di Bagheria di proprietà della Provincia e un abuso edilizio di un parente del primo cittadino. “Voglio assicurare che tutti i dipendenti che sono coinvolti nell’inchiesta sono tutte ottime persone, ligie al dovere, stavano solo espletando le consuete procedure e stiamo valutando di mettere a disposizione di tutti i dipendenti coinvolti l’avvocato comunale dal momento che questo è un attacco al Comune tutto”, sostiene. “Dimostreremo non solo la totale estraneità ai fatti contestati – sottolinea il sindaco – ma dimostreremo con atti, verbali e documenti come abbiamo compiuto ogni gesto alla luce del sole, nell’interesse dell’amministrazione”. “Sul palazzetto dello sport poi è assurda l’accusa del momento che proprio io avevo sottolineato come non si dovesse procedere ad un affidamento diretto ma valutare l’entrata del pubblico nella gestione, proponendo il comune di Bagheria quale capofila in un progetto che coinvolgesse pubblico e privato”, sottolinea il sindaco relativamente al capo di imputazione di turbativa sulla gestione del bene. “Dimostreremo nelle sedi opportune che è un attacco ad orologeria che ci stupivamo quasi stesse tardando ad arrivare visto l’avvicinarsi delle elezioni”, conclude. In merito all’obbligo di firma il sindaco e i dipendenti coinvolti si sono rivolti ai loro legali per la revoca di tale misura cautelare.

  • Il Sindaco Cinque indagato su rifiuti e abusivismo

    Un vero terremoto a Bagheria. Questa mattina i carabinieri si sono presentati negli uffici di Piazza Indipendenza e del Corso Umberto per una operazione voluta dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese. Hanno notificato, cosi, al primo cittadino, Patrizio Cinque, un provvedimento di obbligo di firma e altri avvisi di garanzia a dipendenti comunali. L’inchiesta ruoterebbe su rifiuti ed appalti nel settore e su abusivismo edilizio contestato ad un familiare del sindaco. In quest’ultimo caso sembrerebbe indagato per violazione del segreto di ufficio e omissioni di atti di ufficio. Insieme al sindaco risulterebbero indagati anche l’assessore al ramo Fabio Atanasio e il dirigente Onofrio Lisuzzo che aveva preso il posto di Laura Picciurro. Quest’ultima mesi fa aveva presentato un esposto alla procura e, in seguito, assistita dall’avv. Caleca, aveva denunciato il sindaco per “Mobbing” a causa di diversi provvedimenti disciplinari ricevuti nei suoi confronti.

  • Incidente stradale a Porticello, grave un motociclista

    Un brutto incidente è avvenuto a Porticello, in via G.Falcone. Un’auto, una Ford Focus, guidata da un uomo si è scontrata con una Vespa Piaggio guidata da Salvatore Crivello, operaio impiegato del Comune di Santa Flavia. Il violento impatto è avvenuto poco dopo l’incrocio con la strada che porta a Solunto, procedendo verso Porticello. Sul posto sono intervenuti una autoambulanza del locale 118 e i Vigili Urbani per gli accertamenti. Crivello è stato condotto al Civico dove ha subito un delicato intervento ed è in prognosi riservata. Difficile stabilire la dinamica dell’incidente. A quanto pare l’auto ha fatto inversione di marcia e, pur essendo la strada molto larga, la vespa non ha potuto evitare l’impatto che ha catapultato il centauro nell’asfalto, sbattendo violentemente la testa.

  • Campofelice di Roccella si mobilita per cercare Luana, la giovane è scomparsa ieri

    Campofelice di Roccella si mobilita per cercare Luana Bonafede, la giovane quattordicenne scomparsa ieri: la ragazza è stata vista l’ultima volta, alle ore 19, sul lungomare di Cefalù. I genitori, Salvatore e Clara Colombo, entrambi di Campofelice di Roccella, hanno subito lanciato l’allarme e le forze dell’ordine sono già al lavoro per trovare la giovane scomparsa improvvisamente. Luana Bonafede è stata accompagnata ieri mattina dai genitori a scuola, al liceo classico di Cefalù, dove, a quanto pare, non sarebbe entrata. Per tutto il giorno non si sono avute sue notizie fino a ieri sera, intorno alle ore 19, quando è stata vista sul lungomare di Cefalù, poi si sono perse le tracce. Sembrerebbe complessa la situazione personale della ragazza che però ha avuto la fortuna di trovare una famiglia unita che l’ha sempre sostenuta. I genitori sono preoccupati, per loro sono ore di ansia e disperazione. Anche l’amministrazione comunale di Campofelice di Roccella è al lavoro per trovare la ragazza, è stata attivata la Protezione Civile comunale che sta setacciando il paese. Ma le ricerche si estendono anche su Cefalù e nei paesi del comprensorio madonita.  Tutti cercano Luana. Anche su Facebook è stato lanciato un appello con la foto della ragazza e si chiede la massima collaborazione.

  • Michelangelo Balistreri scrive ai familiari del pentito Di Salvo

    Dopo che gli organi di informazioni avevano battuto la notizia che i familiari di Di Salvo, il neo pentito bagherese, hanno rifiutato la protezione dello Stato come chiaro segnale per dissociarsi dal parente pentito, Michelangelo Balistreri scrive una lettera a loro indirizzata…. Carissimi familiari del sig. Di Salvo Pasquale e company sono Michelangelo Balistreri di Aspra vi scrivo perché non ritengo giusto che non ci sia nemmeno un com mento in questo articolo, un articolo che molti stanno in silenzio sottovalutando e che invece è molto importante per il messaggio negativo che state lanciando alla nostra comunità bagherese. Apprendo con tristezza che state prendendo le distanze dal vostro parente solo perche’ sta collaborando con le Forze dell’Ordine e quindi lo state isolando quasi a vergognarvi di avere un parente come lui. Non è cosi’ che si dimostra al mondo di essere Uomini, non è adesso che vi dovete vergognare, non è adesso lo dovete rinnegare, adesso che ha scelto la giusta strada , lo dovevate rinnegare quando il 28 luglio del 2015 è venuto da me pretendendo 100.000 euro come pizzo e gridando al suo mondo che se mi recavo dai carabinieri mi doveva spezzare le gambe insieme al suo complice che invece gli suggeriva di andarci più pesante, cose che sono successe a me e chissà a quanti bagheresi innocenti, che magari per paura non hanno ne il coraggio di parlare o denunciare. Dovete vergognarvi di solo di questo, di aver avuto un parente che con i suoi complici e con la loro prepotenza e cattiveria hanno rovinato la serenità di tante famiglie bagheresi, serenità di famiglie che ogni giorno affrontano i duri sacrifici che la vita comporta con onestà e rispetto verso gli altri e che trasmettono ai loro figli semplicemente i veri valori della nostra vita e di una comunità bagherese . Famiglie che grazie ai vostri parenti hanno conosciuto la paura, quella paura che non ti fa vivere più una vita normale, quella paura che io ho vinto grazie alla mia coscienza ma soprattutto grazie alle Forze dell’Ordine , Carabinieri, Polizia ,etc.. che ringrazierò per sempre per il sostegno e per la loro vicinanza che mi hanno dato e che continuano a darmi e per il prezioso lavoro che svolgono nel nostro territorio. Credo sia giusto invece da parte vostra non di vergognarvi o addirittura di avere paura di avere un parente pentito ma di essere anche voi vicini alle forze dell’ordine e di chiedere scusa a tutte quelle persone innocenti che hanno sofferto e che ancora soffrono per colpa dei vostri parenti . Diceva Paolo Borsellino ‘ Un giorno questa terra sarà bellissima’ e questo dipende semplicemente da noi.

  • Alpi Annibale smentisce LiveSicilia

    di un articolo sul nuovo pentito Pasquale Di Salvo in cui si fa riferimento ad Alpi Annibale arriva la smentita da parte dell’interessato che risponde al giornale on line. Se vuoi leggere l’articolo di LiveSicilia Ecco la lettera di smentita di Alpi Annibale: Contesto la fondatezza delle accuse sia dirette che indirette rivolte alla mia persona con la precisazione di non avere mai ricevuto alla data odierna alcuna informazione di garanzia, nè invitato ad essere sentito dall’Autorità giudiziaria come persona informata dei fatti di cui si disserta nel citato articolo. Il sottoscritto ha sempre vissuto e vive nel rispetto della legalità, prendendo le distanze da chiunque possa associarne la figura e l’operato alla criminalità sia di stampo mafioso che non. Il caro ricordo del sig. Giuseppe Sciortino, lavoratore e persona degna di rispetto, muove il sottoscritto a chiedere la pubblicazione del presente comunicato in primo luogo per negare con forza di avere mai in alcun modo organizzato o agevolato “l’incontro nel corso del quale al costruttore fu detto di farsi da parte”. Avessi mai appreso in qualsiasi modo di condotte estorsive o intimidatorie poste in essere nei suoi confronti o di chiunque altro, avrei senz’altro denunciato la circostanza alle autorità. Per dovere di cronaca devo anzi precisare che i miei rapporti di lavoro con il sig. Sciortino iniziarono grazie al buon nome che lo stesso si era fatto nel settore e vista la concorrenzialità del preventivo che all’epoca mi sottopose.Il contratto d’appalto venne onorato e la società “EDILWORK S.R.L.” di cui il sig. Giuseppe Sciortino era amministratore, eseguì integralmente i lavori regolarmente contrattualizzati e pagati, consistenti nella realizzazione di un complesso edilizio sorto in Aspra, nella Via Doria, completati dalla ditta nell’anno 2011. Per quanto riguarda il resto dell’articolo, rilevo che la pubblicazione soltanto di alcuni stralci di “pretese” intercettazioni e non le stesse in versione integrale, assume natura “diffamatoria” nei miei confronti, in quanto non ho mai ricevuto pressioni circa la scelta dei miei fornitori ed ho sempre risposto, anche quando mi è stato soltanto suggerito di preferirne qualcuno, che avrei continuato a sceglierli secondo le regole di mercato, cosa diversa non può aver detto il pentito di mafia Antonino Zarcone. Con riferimento all’episodio di un preteso danneggiamento che avrei subito nel 2008, affermo che la circostanza non risponde a verità e sul punto chiedo espressamente una rettifica, in quanto non conosco nè direttamente, nè indirettamente tale “Giovanni D’Agati” che viene indicato nell’articolo come “capo della mafia di Ficarazzi” ed addirittura come mio “parrino”. Ed infine, l’articolo riporta notizie false anche con riferimento alla circostanza che avrei ricoperto la carica di assessore nella giunta con Sindaco Giovanni Valentino, in quanto all’epoca non avevo ancora alcuna esperienza politica. Nego altresì di avere ricevuto appoggio politico o di essermi mai giovato di alcun favore da parte del sig. Carlo Guttadauro, sia direttamente che indirettamente, e posso affermare senza tema di smentita che non gli ho mai reso alcun favore, precisando che con lo stesso ho in comune solo il fatto di essere nato e vissuto ad Aspra e di essermi scambiato il saluto. Recentemente, l’esperienza politica e la visibilità che ne è derivata, mi ha indotto a fare la scelta di dimettermi, proprio per continuare a dedicarmi al mio lavoro di imprenditore ed alla mia famiglia senza consentire che alcuno condizionasse la mia vita e la coerenza delle mie scelte.

  • Un nuovo pentito di mafia a Bagheria

    Ha deciso di collaborare con la giustizia Pasquale Di Salvo, ex poliziotto e agente di scorta del giudice Falcone, diventato esponente di spicco  della mafia bagherese. Di lui aveva parlato il pentito Salvatore Sollima  riferendo anche dei suoi interessi per il settore dei rifiuti. Dopo Salvatore Sollima hanno parlato dei suoi rapporti cin la famiglia bagherese anche Sergio Flamia e Antonino Zarcone. Pasquale Di Salvo aveva la benedizione dell’anziano capomafia di Bagheria, Pino Scaduto. Che del neo pentito diceva: “Dignità ne ha trentatremila volte più di lui”, e cioè di qualcuno che a Di Salvo rimproverava il ‘peccato originale’ di avere indossato la divisa. Il nuovo collaboratore di giustizia era stato un poliziotto e aveva lavorato nella scorta di Giovanni Falcone. “Una disgrazia”, la definiva Scaduto durante un colloquio intercettato in carcere, ma “dopo se n’è accorto e si è spogliato… è onesto al cento per cento questo te lo posso dire io…”. . Un altro pentito del clan bagherese, Salvatore Sollima, era tra quelli che mal digerivano il passato in divisa di Di Salvo. E lo aveva detto a Giampiero Pitarresi, in carcere con l’accusa di essere stato l’ultimo reggente della mafia di Bagheria: “Faceva la scorta a Falcone… come fa Testa a mettersi a una persona del genere accanto”. Di Salvo si era fatto ben volere. Era un semplice soldato, alle dipendenze del capo decina Carmelo D’Amico e del capo famiglia Nicolò Testa, ma con mansioni delicate, come le comunicazioni fra gli affiliati e le estorsioni ai danni dei commercianti. In cuor suo, e in gran segreto, il neo pentito sperava di fare il salto di qualità. Quando si sparse la notizia di una possibile scarcerazione di Scaduto era pronto ad affiancare il suo vecchio capo per mettere alla porta coloro che avevano gestito il territorio in maniera morbida. E così se da un lato la notizia del pentimento di Sollima, siamo nell’aprile del 2015, era stata accolta con paura per le possibili conseguenze; dall’altro, era stata vista come l’occasione per un repulisti generale. Una cosa è certa, Di Salvo ha più volte dato dimostrazione di avere ricevuto la soffiate degli imminenti blitz. Per ultimo quello in cui lui stesso sarebbe stato arrestato: “… per ora sono un po’ messo in disparte, perché ho un brutto presentimento… sto aspettando questa risposta dell’Albania, perché se arriva, così mi allontano un poco… perché per ora sono puntati tutti su di me… io per loro sono stato una sorpresa… minchia sono accaniti come i cornuti”. Cosa può raccontare Di Salvo che gli investigatori ancora non conoscono?Innanzitutto gli interessi di Cosa nostra nell’affare dei rifiuti. Dal pizzo imposto alle imprese che lavorano per conto dei Comuni in provincia di Palermo alle infiltrazioni nelle commesse. E poi conosce i segreti dei clan di Bagheria e Porta Nuova. C’era anche lui ad un summit convocato quando si seppe del blitz di dicembre. “Tutti quelli di Villabate…. picciotti di Palermo, di Ficarazzi… da tutte le parti” sarebbero finiti in carcere. E così, per correre ai ripari, i clan convocarono una riunione. Qualcuno, che Di Salvo citava con il solo nome di battesimo “Gregorio”, aveva ottenuto “carta bianca… in assenza di loro poteva fare tutto quello che ci pareva e piaceva…e quello tutte cose ha fatto…”.