Finalmente ho capito perché sono così buoni: i cornetti Eurospin vengono fatti dal pasticcere più famoso d’Italia | Cambiano etichetta e li vendono a un prezzo stracciato
I cornetti all’albicocca Dolciando di Eurospin nascondono un produttore insospettabile. Scopri chi c’è dietro il successo di questi dolci e se la qualità è la stessa dei grandi marchi.
Bauli dietro l’etichetta Dolciando
Bauli produce i prodotti dolciari venduti con l’etichetta Dolciando.
Prendiamo in esame i gustosi croissant con farcitura all’albicocca della linea Dolciando, venduti in pratiche confezioni da 10 pezzi, per un peso complessivo di 500 grammi. Sull’etichetta, a un primo sguardo, si può leggere la dicitura standard e legalmente richiesta: “Prodotto e confezionato per Eurospin Italia S.p.A.”. Questa è una frase comune per i prodotti a marchio del distributore e, di per sé, non svela immediatamente l’identità del produttore effettivo. Tuttavia, per i consumatori più attenti e curiosi, un’analisi meticolosa delle informazioni relative allo stabilimento di produzione, anch’esse obbligatoriamente riportate, permette di risalire con precisione all’azienda reale che materialmente produce il bene. Si scopre così, con una certa meraviglia per chi non è del settore, che dietro questi diffusi croissant si cela un vero e proprio colosso indiscusso dell’industria dolciaria italiana: Bauli. Questa storica azienda, con sede a Verona, è da decenni un nome familiare e apprezzato, universalmente conosciuta per i suoi celebri pandori, panettoni e una vasta e variegata gamma di prodotti da forno confezionati, che adornano le tavole di milioni di famiglie italiane durante tutto l’anno. Gli indirizzi riportati sull’etichetta — in particolare Via degli Artigiani, Romanengo (CR) e Via Cà Nove, San Martino Buon Albergo (VR) — corrispondono inequivocabilmente agli stabilimenti produttivi riconducibili proprio al prestigioso gruppo Bauli. Questa corrispondenza è la prova inconfutabile che conferma un meccanismo consolidato e trasparente nel settore della grande distribuzione.
Private label: stessi stabilimenti, prodotti diversi?
Il mondo private label: stessi stabilimenti, prodotti realmente diversi?
Il fenomeno delle private label, ovvero i marchi del distributore, rappresenta ormai una pratica commerciale estremamente diffusa e profondamente radicata nel settore alimentare globale. Come già osservato per numerosi altri articoli a marchio Eurospin, pensiamo ad esempio al burro “Pascoli Italiani” prodotto dalla rinomata Parmareggio, anche i croissant Dolciando si inseriscono pienamente in questa logica strategica. La grande distribuzione organizzata, per ampliare la propria offerta e proporre prezzi più competitivi, commissiona la produzione di articoli a marchio proprio a colossi industriali del settore. In molti di questi casi, si tratta di versioni molto simili, se non addirittura quasi identiche nella formulazione di base, a quelle già vendute con marchi più noti e affermati sul mercato tradizionale, ma che vengono presentate in un packaging differente e, aspetto cruciale per il consumatore, a un prezzo decisamente più aggressivo e vantaggioso. È tuttavia fondamentale sottolineare che la semplice identità dello stabilimento produttivo non implica necessariamente che il prodotto finale sia identico in ogni suo aspetto. Le aziende, infatti, pur utilizzando la stessa linea di produzione, hanno la piena facoltà e possibilità di apportare modifiche significative: possono variare le ricette originali, alterare la qualità specifica delle materie prime impiegate, scegliere diversi tipi e quantità di conservanti, adottare tecniche di produzione leggermente differenti e, in generale, applicare standard qualitativi diversificati per le varie linee di prodotto. Ciò significa in pratica che i croissant Dolciando, pur essendo indubbiamente “cugini” stretti di altri prodotti a marchio Bauli, non sono per forza dei “gemelli” identici in termini di caratteristiche organolettiche, profilo nutrizionale e composizione esatta. Il consumatore moderno è pertanto chiamato a valutare attentamente, avendo presente che il prezzo più basso non è sempre e l’unico indicatore della qualità, ma anche della composizione e della ricetta.