Ci dovete scusare, paghiamo noi | La banca risarcisce i clienti che hanno subito questo problema: soldi immediati nel contocorrente

Scopri quando la banca è obbligata a risarcirti in caso di truffa sul conto corrente secondo la nuova sentenza della Cassazione. Tutela i tuoi risparmi!

Ci dovete scusare, paghiamo noi | La banca risarcisce i clienti che hanno subito questo problema: soldi immediati nel contocorrente
Conto corrente, la banca è obbligata a risarcirti se sei stato vittima di una truffa: nuova sentenza di Cassazione

Con l’evoluzione digitale dei sistemi di pagamento, le truffe ai danni dei clienti bancari sono in aumento. Ma quando la banca è tenuta a risarcire le vittime di frodi? La Cassazione ha recentemente chiarito questo aspetto, stabilendo che gli istituti di credito hanno una responsabilità significativa nella protezione dei propri clienti.

È sempre più frequente sentire di furti di bancomat, carte di credito o credenziali di accesso all’home banking. La conseguenza di tali furti, sia materiali che virtuali, è spesso la stessa: prelievi o transazioni non autorizzate. Ma quali sono i diritti del consumatore in questi casi?

Quando la banca è responsabile

Quando la banca è responsabile

Responsabilità bancaria: diritti del cliente e tutela in caso di errore.

 

Secondo la giurisprudenza consolidata, la possibilità di sottrazione dei codici attraverso tecniche fraudolente rientra nel rischio d’impresa. La banca, per evitare la responsabilità, deve dimostrare che l’evento è al di là dello sforzo diligente richiesto. La Cassazione ha ribadito questo concetto in diverse sentenze (Cass., n. 2950 del 3/2/2017; n. 18045 del 5/7/2019; n. 26916 del 26/11/2020, n. 3780 del 12/2/2024), sottolineando l’importanza della sicurezza dei sistemi bancari.

Un esempio tipico è la “Sim Swapping Fraud”, una truffa realizzata con l’uso indebito della linea telefonica e dell’home banking della vittima. Il truffatore ottiene un duplicato della SIM, accede all’home banking e dispone pagamenti a proprio favore. In questi casi, la Cassazione ha chiarito che la colpa ricade sulla banca, tenuta a predisporre tutte le misure necessarie per tutelare i clienti.

L’istituto di credito deve assicurare che le credenziali di sicurezza non siano accessibili a terzi. Se il cliente nega di aver autorizzato un’operazione, la banca deve provare che l’operazione è stata autenticata correttamente. Questo principio è fondamentale per garantire la fiducia dei clienti nei servizi bancari.

Cosa fare in caso di truffa

Cosa fare in caso di truffa

Truffe: come difendersi e cosa fare per sporgere denuncia.

 

Se si è vittima di un furto dei propri strumenti di pagamento, la prima cosa da fare è chiamare la banca per bloccare immediatamente la carta o i codici di accesso all’home banking. Successivamente, è fondamentale recarsi dai Carabinieri o dalla Polizia di Stato per denunciare il furto.

Dopo aver controllato il conto corrente e verificato gli addebiti, in caso di prelievi o pagamenti illeciti, è necessario presentare un reclamo alla banca. Questo reclamo, generalmente redatto su un modulo specifico fornito dalla banca, deve essere inviato tramite raccomandata o PEC, allegando una copia della denuncia presentata alle autorità.

Nel reclamo, il cliente deve indicare specificamente tutte le operazioni non autorizzate. La banca, a seguito della procedura di reclamo, potrà risarcire il cliente delle somme sottratte a causa di operazioni fraudolente o illecite. È cruciale agire tempestivamente non appena si viene a conoscenza del furto o dell’utilizzo illegittimo degli strumenti di pagamento, poiché il cliente potrebbe essere ritenuto responsabile se, con il proprio comportamento, avesse consentito o aggravato le transazioni illegittime. La tempestività è quindi essenziale per ottenere il risarcimento.