Rc auto: rivoluzione storica | Il Governo ha deciso di toglierla per sempre per queste automobili, non bisognerà più pagare nemmeno 1€
automobile (Pexels) - Bagheriainfo
Il Governo approva in via preliminare un decreto sulla RC Auto: chiarimenti sull’obbligo assicurativo per veicoli fermi, coperture “statiche” per storiche e polizze attivabili solo in alcuni mesi.
Le regole sull’assicurazione obbligatoria stanno per essere aggiornate ancora una volta. Il Governo ha approvato in via preliminare un nuovo decreto legislativo dedicato alla RC Auto, con l’obiettivo di rendere più chiaro quando scatta davvero l’obbligo di copertura e di introdurre soluzioni più flessibili per alcune categorie di veicoli. Al centro del provvedimento ci sono le auto d’epoca, i mezzi utilizzati solo in determinati periodi dell’anno e, in un capitolo specifico, anche i veicoli impiegati nelle competizioni sportive.
Il punto di partenza è un’esigenza pratica: evitare che l’obbligo assicurativo venga interpretato in modo indistinto, trattando allo stesso modo chi usa l’auto ogni giorno e chi possiede un mezzo che resta fermo per mesi, o addirittura esposto in una collezione. L’orientamento del decreto punta quindi a una lettura più aderente al rischio reale, distinguendo con maggiore precisione tra veicoli effettivamente in grado di circolare e mezzi che, per condizioni concrete, non possono essere rimessi su strada senza interventi strutturali.
Auto d’epoca e veicoli storici: coperture più elastiche e “rischio statico”
Tra le novità più discusse c’è l’approccio riservato ai veicoli di interesse storico o collezionistico. Il decreto apre alla possibilità di superare la logica della “classica” polizza annuale uguale per tutti, prevedendo formule assicurative più coerenti con un utilizzo sporadico. L’idea è che un’auto storica venga spesso guidata raramente, magari solo per raduni o eventi, e in molti casi resti ferma per lunghi periodi in garage o in spazi espositivi privati.
In questo quadro entrano in gioco coperture costruite sul cosiddetto “rischio statico”. Il principio, così come emerge dal provvedimento, non è l’abolizione della tutela, ma una rimodulazione: l’assicurazione rimane un riferimento obbligatorio, però con un impianto che mira a comportare un minore esborso quando la probabilità di circolazione e di sinistro risulta più bassa. La logica è collegata a un presupposto indicato come decisivo: il rischio connesso alla circolazione delle auto storiche sarebbe inferiore rispetto alla media del parco circolante, proprio perché questi mezzi vengono usati meno o non circolano affatto.
La conseguenza pratica, per chi colleziona o conserva veicoli storici, è l’apertura a soluzioni più flessibili, pensate anche per auto che non vengono normalmente impiegate su strada. L’obiettivo dichiarato è rendere più proporzionato il rapporto tra obbligo, rischio e costo, senza lasciare zone d’ombra interpretative che possano generare contenziosi o comportamenti non coerenti con la normativa.

Veicoli fermi, uso stagionale e gare: quando serve davvero la RC Auto
Uno snodo centrale del decreto riguarda i veicoli fermi e la distinzione tra un mezzo parcheggiato “per scelta” e un mezzo realmente inidoneo a circolare. Il provvedimento chiarisce che non tutti i veicoli non in movimento devono essere assicurati. Se un mezzo è materialmente impossibilitato a circolare, ad esempio perché privo di elementi essenziali come il motore o ridotto a semplice rottame, allora non rientrerebbe nell’obbligo assicurativo. La condizione decisiva è l’impossibilità concreta di rimetterlo su strada senza interventi strutturali che ne ripristinino la funzionalità.
Il decreto, però, traccia anche il confine opposto. Se le parti mancanti o i problemi tecnici possono essere risolti con facilità, come nel caso di una batteria da sostituire o di un guasto facilmente riparabile, l’obbligo di RC Auto resta. In sostanza, la norma tende a considerare ancora “assicurabile” e soggetto all’obbligo il veicolo che, con un ripristino non complesso, può tornare a circolare. Inoltre viene ribadito un concetto rilevante: non sarebbe sufficiente parcheggiare il mezzo in area privata per sottrarsi automaticamente alla copertura obbligatoria, superando l’idea che il semplice “non uso” in spazi privati basti sempre a escludere l’obbligo.
Le nuove regole si estendono anche ai mezzi utilizzati solo in determinati periodi dell’anno. Il decreto apre alle polizze infrannuali, consentendo di attivare la copertura nei soli mesi in cui il veicolo viene effettivamente impiegato. È una prospettiva che interessa in particolare chi utilizza mezzi in modo discontinuo e stagionale, con l’obiettivo di evitare una copertura annuale piena in periodi di totale inattività. Nello stesso impianto rientra anche il tema delle competizioni sportive, per le quali vengono previste formule assicurative più mirate al contesto agonistico, senza imporre automaticamente schemi pensati per la circolazione ordinaria su strada.
Accanto alle novità operative, il decreto attribuisce un ruolo più marcato all’Ivass nella supervisione delle banche dati legate agli attestati di rischio. L’Autorità avrà il compito di mantenere aggiornata la banca dati elettronica e potrà definire criteri aggiuntivi rispetto allo standard europeo, rafforzando la governance informativa che sostiene il sistema assicurativo. Se confermate nella versione definitiva, queste misure potrebbero incidere in modo concreto su costi, obblighi e scelte dei proprietari, soprattutto per chi gestisce più veicoli o utilizza mezzi solo in alcune fasi dell’anno.