Mongerbino e condono edilizio | Il Consiglio di giustizia amministrativa ribalta il diniego del Comune: cosa cambia per Bagheria

Mongerbino

Mongerbino - Bagheria (FB) - Bagheriainfo

Con la sentenza n. 910 del 18 novembre 2025 il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Sicilia annulla il diniego di condono di una villa a Mongerbino, spostando l’onere della prova sul Comune di Bagheria.

Una villa affacciata sul mare di Mongerbino, all’interno della fascia costiera dei 150 metri, è al centro di una decisione destinata a fare giurisprudenza. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, con la sentenza n. 910 del 18 novembre 2025, ha infatti annullato il provvedimento con cui il Comune di Bagheria aveva respinto la richiesta di condono edilizio presentata dal proprietario dell’immobile. Il cuore della pronuncia riguarda il tema dell’onere della prova sulla data di realizzazione del manufatto, elemento decisivo quando si tratta di verificare l’ammissibilità di un condono.

In origine, l’amministrazione comunale aveva rigettato l’istanza sostenendo che il richiedente non avesse dimostrato in modo adeguato la preesistenza degli immobili alla data limite fissata dalla legge, in questo caso il 31 dicembre 1976. Il proprietario della villa, assistito dall’avvocato Francesco Stallone e dall’avvocato Filippo Ficano dello studio P.MMS Legal & Partners, in codifesa con l’avvocato Giuseppe Castronovo, ha impugnato il diniego evidenziando come fossero stati prodotti elementi concreti a sostegno dell’anzianità del fabbricato. Da qui il confronto in giudizio su chi dovesse realmente dimostrare cosa: il privato o il Comune.

La sentenza del CGA: onere della prova, villa in fascia costiera e ruolo del Comune

Nella sua decisione il CGA ha richiamato un principio chiaro: quando il privato deduce in giudizio concreti elementi di fatto relativi all’epoca di realizzazione dell’opera abusiva, l’onere della prova si trasferisce sull’amministrazione. In altre parole, non basta più al Comune limitarsi a contestare genericamente l’assenza di documentazione, ma diventa necessario fornire prove contrarie, puntuali e coerenti, che dimostrino una diversa ricostruzione dei fatti.

Nel caso della villa di Mongerbino, la parte appellante ha prodotto documenti e riscontri considerati dal giudice come «significativi elementi di prova» del fatto che il manufatto fosse stato realizzato prima del 31 dicembre 1976, data chiave per l’accesso ad alcune forme di condono edilizio. Accertata la consistenza di questo materiale, il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha ritenuto che spettasse al Comune di Bagheria dimostrare il contrario, dimostrazione che però non è arrivata né in primo né in secondo grado di giudizio.

Da qui la conclusione: il Comune non ha assolto all’onere probatorio che gli competeva. Il CGA ha quindi accolto il primo motivo di appello, ritenendolo fondato, e ha disposto l’accoglimento dell’atto di gravame, la riforma della sentenza di primo grado e l’annullamento del provvedimento di diniego di condono (prot. n. 13703 del 21 febbraio 2018). Il secondo motivo di appello è stato assorbito, proprio perché la decisione si è chiusa già sul punto principale, quello relativo alla data di realizzazione dell’immobile e alla distribuzione dell’onere della prova.

La circostanza che il caso riguardi un’area delicata come la fascia dei 150 metri dalla costa, a Mongerbino, aggiunge un ulteriore livello di interesse: si tratta di una zona spesso sottoposta a vincoli paesaggistici e ambientali particolarmente stringenti, in cui ogni intervento edilizio è sottoposto a controlli accurati. La sentenza, tuttavia, non entra nel merito di una eventuale compatibilità paesaggistica, ma si concentra sul corretto uso delle regole processuali e sui doveri dell’amministrazione quando si trova a esaminare una domanda di condono.

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Ricadute sul territorio e possibili effetti per altri casi di condono a Bagheria

La decisione del Consiglio di Giustizia Amministrativa potrebbe avere effetti che vanno oltre il singolo contenzioso. Per molti proprietari di immobili sorti in epoche precedenti alle leggi più restrittive, il riconoscimento del principio per cui basta offrire prova concreta e circostanziata per far scattare l’onere probatorio in capo al Comune rappresenta un precedente importante. Non si tratta di un “via libera” generalizzato ai condoni, ma di un richiamo alle amministrazioni locali a motivare in modo più approfondito i propri dinieghi e a svolgere verifiche puntuali prima di respingere un’istanza.

Per il Comune di Bagheria la sentenza invita a rivedere con attenzione le proprie prassi: in casi analoghi, soprattutto nelle aree costiere più pregiate come Mongerbino, sarà necessario valutare con maggiore accuratezza la documentazione prodotta dai cittadini, verificare archivi, aerofotogrammetrie, catasti storici e ogni altra fonte utile, prima di confermare un diniego. In assenza di una prova contraria adeguata, il rischio è quello di vedere ripetutamente annullati i propri provvedimenti in sede giurisdizionale.