Resto al Sud 2.0 | Lo Stato ti paga per aprire la tua azienda e rimanere in Sicilia: basta presentare questo documento in maniera corretta

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Resto al Sud (pexels) - bagheriainfo

Parte “Resto al Sud 2.0”, la nuova versione dell’incentivo gestito da Invitalia per chi vuole avviare un’attività nelle regioni meridionali. Più flessibilità, procedure digitali e contributi fino a 200.000 euro per le nuove imprese.

Dopo il successo della prima edizione, il programma Resto al Sud si rinnova con strumenti più moderni e una platea ampliata. Il nuovo incentivo, previsto dal Decreto Coesione e attuato da Invitalia, sostiene l’avvio di attività imprenditoriali e libero-professionali nelle regioni del Mezzogiorno, in particolare tra i giovani e le donne. L’obiettivo è rilanciare l’economia del Sud con un modello di sviluppo basato su innovazione, autoimprenditorialità e radicamento territoriale.

Resto al Sud 2.0 estende la platea dei beneficiari fino ai 55 anni e introduce una gestione interamente digitale, dalla presentazione della domanda alla rendicontazione delle spese. I contributi combinano finanziamento a fondo perduto e prestito agevolato, coprendo fino al 100% delle spese ammissibili per l’avvio o l’ampliamento di un’attività. La dotazione finanziaria, sostenuta dal Fondo Sviluppo e Coesione, punta a generare nuove imprese e a valorizzare competenze locali in settori chiave come turismo, artigianato, energia, agritech e servizi innovativi.

Chi può accedere e cosa finanzia

Possono presentare domanda persone fisiche residenti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, ma anche in aree svantaggiate del Centro Italia individuate dal decreto. Sono ammessi anche i liberi professionisti e i titolari di partita IVA aperta da meno di dodici mesi. L’età massima per accedere all’incentivo è fissata a 55 anni, con priorità per under 35 e donne, che possono contare su una riserva di fondi dedicata.

Il contributo copre spese per attrezzature, macchinari, arredi, beni immateriali, consulenze e capitale circolante. Fino al 50% dell’investimento è a fondo perduto, mentre la restante parte è un finanziamento a tasso zero da restituire in otto anni. Invitalia prevede anche percorsi di accompagnamento e tutoraggio per aiutare i beneficiari a gestire correttamente le fasi di avvio e crescita dell’impresa. L’obiettivo è non solo finanziare, ma anche formare imprenditori solidi e radicati sul territorio.

Lavoratore felice
Lavoratore felice (Pexels) – bagheriainfo

Il click che accende l’impresa

La vera novità di Resto al Sud 2.0 è la procedura digitale semplificata. Tutto parte con un click sul portale di Invitalia: attraverso SPID o CIE si accede all’area riservata, si compila il piano d’impresa online e si caricano i documenti richiesti. Il sistema guida passo dopo passo nella costruzione del progetto, calcolando automaticamente la quota di finanziamento e di contributo a fondo perduto spettante. Le domande vengono esaminate in ordine cronologico di arrivo e possono essere presentate senza scadenza fino all’esaurimento delle risorse.

Invitalia assicura tempi rapidi: l’istruttoria dura mediamente 60 giorni e, in caso di approvazione, i fondi vengono erogati in più tranche in base all’avanzamento dei lavori. Per i progetti con forte impatto occupazionale o innovativo sono previsti punteggi premianti e percorsi accelerati di valutazione. La nuova versione del programma mira così a ridurre la distanza tra buone idee e concrete opportunità economiche, trasformando l’incentivo in un vero motore di rinascita locale.

Resto al Sud 2.0 non è solo un contributo, ma una spinta alla fiducia. Con procedure più snelle e fondi più consistenti, il programma punta a rendere l’imprenditoria meridionale protagonista della ripartenza economica. Perché a volte, per accendere un’impresa, basta un click — ma dietro quel click c’è un Sud che sceglie di restare e costruire il proprio futuro.