Appalti truccati in Sicilia | Terremoto in Politica: chiesto l’arresto per Totò Cuffaro, coinvolto anche Saverio Romano
Totò Cuffaro (Pagina FB Ufficiale) - Bagheriainfo
Indagine della Procura di Palermo su presunti illeciti negli appalti pubblici: l’ex governatore e l’ex ministro tra i 12 indagati
La Procura di Palermo ha chiesto l’arresto di Totò Cuffaro, ex presidente della Regione Siciliana, nell’ambito di una nuova inchiesta su presunti appalti truccati che coinvolge anche l’ex ministro Saverio Romano. L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, ruota attorno a un sistema di presunte interferenze e favoritismi nella gestione di bandi pubblici regionali. Secondo le prime ricostruzioni, i magistrati contestano ai soggetti coinvolti una serie di condotte finalizzate a orientare l’assegnazione di appalti in cambio di favori politici o vantaggi economici.
Le misure richieste riguardano dodici persone, tra cui imprenditori, dirigenti regionali e figure politiche di primo piano. L’accusa ipotizza un sistema di relazioni incrociate volto a manipolare le gare, alterando la trasparenza amministrativa e generando vantaggi per un ristretto gruppo di soggetti vicini a reti politiche influenti. I fatti si riferiscono a un periodo recente, legato alla gestione di fondi pubblici e di progetti infrastrutturali finanziati anche con risorse europee. Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo, che hanno acquisito documenti, intercettazioni e chat.
Le accuse e i risvolti politici
Il provvedimento della Procura, che ora dovrà essere valutato dal giudice per le indagini preliminari, rappresenta un nuovo capitolo giudiziario per Cuffaro, già condannato in passato per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e tornato sulla scena pubblica come leader della Nuova Democrazia Cristiana. Secondo quanto trapelato, l’ex governatore sarebbe accusato di aver avuto un ruolo di mediazione e influenza nei confronti di funzionari e imprese coinvolte nelle gare. Saverio Romano, invece, ex ministro e attuale esponente politico nazionale, è indagato per il presunto coinvolgimento in alcune delle operazioni economiche al centro dell’inchiesta.
Le ipotesi di reato formulate dagli inquirenti includono corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Al momento, nessuna misura cautelare è stata ancora eseguita: la richiesta di arresto dovrà essere vagliata dal GIP nei prossimi giorni. Cuffaro e Romano, attraverso i rispettivi legali, avrebbero già dichiarato la loro estraneità ai fatti, annunciando collaborazione con gli inquirenti e disponibilità a chiarire ogni posizione. La notizia ha scosso il panorama politico siciliano, con immediate reazioni da parte di maggioranza e opposizione all’Ars, dove si invoca “chiarezza e trasparenza” sulle eventuali implicazioni amministrative.

L’inchiesta e i prossimi sviluppi
Secondo gli inquirenti, il sistema sotto indagine avrebbe ruotato intorno alla gestione di alcuni appalti pubblici in settori strategici, tra cui infrastrutture, sanità e digitalizzazione. L’obiettivo degli investigatori è verificare se le imprese aggiudicatarie abbiano ottenuto vantaggi indebiti grazie a contatti diretti con politici e dirigenti regionali. L’indagine ha raccolto materiale ritenuto “rilevante” attraverso intercettazioni e accertamenti bancari che, secondo la Procura, dimostrerebbero rapporti economici non trasparenti tra i soggetti coinvolti. Nei prossimi giorni si attendono interrogatori e riscontri tecnici sulle prove acquisite.
Il caso riporta al centro dell’attenzione pubblica il tema della legalità nella gestione degli appalti in Sicilia, storicamente terreno sensibile per gli intrecci tra politica e affari. Se il GIP dovesse accogliere la richiesta della Procura, per Totò Cuffaro si aprirebbe un nuovo fronte giudiziario di grande impatto mediatico. In caso contrario, il fascicolo proseguirebbe con le indagini preliminari a piede libero. Saverio Romano e gli altri indagati attendono intanto le comunicazioni ufficiali della magistratura. La Regione e i partiti coinvolti osservano con cautela: l’attenzione resta alta su un’inchiesta che potrebbe avere riflessi importanti sull’equilibrio politico e amministrativo dell’isola.