Pasta cotta a fuoco spento | Con la cottura passiva risparmi e non perdi il “dente”: il trucco spiegato bene
Cottura passiva pasta (Pexels) - Bagheriainfo
Cuocere la pasta a fuoco spento fa risparmiare gas ed elettricità: vi spieghiamo come funziona la “cottura passiva” e perché non cambia il gusto.
Da qualche tempo si parla sempre più spesso di cottura passiva, un metodo semplice che promette di ridurre i consumi energetici senza compromettere la qualità della pasta. Come raccontato da Il Post, la tecnica non è una moda del momento ma una soluzione pratica, nata da studi sulla trasmissione del calore e rilanciata in tempi di caro energia. Il principio è molto intuitivo: una volta raggiunta l’ebollizione, la fiamma si spegne e l’acqua calda continua a cuocere la pasta con il calore accumulato.
La differenza principale rispetto alla cottura tradizionale è solo nella gestione della fonte di calore, non nel risultato. Il segreto sta nel saper dosare bene i tempi e nel coprire subito la pentola, in modo che il calore non si disperda. In questo modo si risparmia fino al 50% di energia, senza rinunciare alla consistenza al dente e alla tenuta della pasta.
Come funziona davvero la cottura passiva
Il metodo è semplice: si porta l’acqua a ebollizione, si aggiunge il sale e poi la pasta. Dopo circa due minuti, quando l’acqua riprende a bollire, si spegne il fuoco e si copre la pentola con il coperchio. Il calore residuo sarà sufficiente a completare la cottura nei tempi indicati sulla confezione. Durante la fase passiva non serve mescolare continuamente, ma è utile dare una rimescolata a metà tempo per evitare che la pasta si attacchi.
Secondo gli esperti intervistati da Il Post, la cottura passiva non altera il gusto né la texture, purché si rispettino le proporzioni acqua-pasta (almeno 1 litro ogni 100 grammi). Il calore accumulato mantiene l’acqua tra gli 85 e i 95 gradi, una temperatura sufficiente per gelatinizzare l’amido e ammorbidire la pasta in modo uniforme. Il risultato è sorprendentemente simile a quello della bollitura tradizionale, ma con un impatto energetico molto inferiore.
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Risparmio energetico e piccoli accorgimenti
La “cottura passiva” permette un risparmio significativo, stimato tra il 30 e il 50% di gas o energia elettrica, a seconda del tipo di fornello. È particolarmente utile nelle famiglie numerose o per chi cucina frequentemente. Spegnere il fuoco non significa rinunciare alla qualità: basta organizzarsi con i tempi, soprattutto per i formati più spessi che richiedono qualche minuto di attenzione in più.
Il Post sottolinea che il metodo può essere adattato anche alla cottura di riso e legumi, con l’unica accortezza di mantenere sempre il coperchio ben chiuso per trattenere il calore. L’esperimento dimostra che anche in cucina la sostenibilità passa dai gesti quotidiani: una pasta perfetta si può ottenere anche a fuoco spento, con meno sprechi e la stessa soddisfazione a tavola. Un piccolo trucco domestico che unisce buon senso, tradizione e risparmio energetico.