“Le parole che scompaiono” di Giovanni Dino
“Il contadino che parla il mio dialetto è padrone di tutta la mia realtà”. Così scriveva Pier Paolo Pasolini. Ed è proprio il dialetto, “l’anima di un popolo”, il protagonista di ” , opera meritoria, nata dall’amore dell’autore per le tradizioni e il folklore del passato e per l’idioma del paese natio, . E’ un dizionario di termini dialettali ancora in uso e di termini scomparsi o che tendono a scomparire, fenomeno questo, purtroppo, comune a molte altre realtà paesane, soprattutto a quelle vicine ai grossi centri. La società odierna, tutta proiettata verso il futuro, sembra non attribuire il giusto valore al linguaggio popolare, considerato ormai desueto e arcaico, un idioma rozzo, parlato da persone poco istruite, e che anche gli “ , tendono a dimenticare, con il rischio di perdere nel tempo la diversità delle parlate locali che va difesa e preservata. L’autore, con un lungo, paziente e prezioso lavoro di ricerca, ha raccolto espressioni e locuzioni del vernacolo villabatese, la cui efficacia e forza espressiva difficilmente si potrebbero ottenere se tradotti nella lingua nazionale, eredità e testimonianza di una civiltà ricca di valori e di saggezza, per molti aspetti diversa da quella attuale, globalizzata e tecnologica. Il dialetto costituisce l’identità culturale di un popolo, è la “lingua naturale”, che ognuno impara da solo, come sosteneva Dante, è parte del vissuto di tutta una comunità che in esso si riconosce e per esso si contraddistingue, è un bagaglio in nostro possesso che ci colloca in un tempo e in uno spazio ben definiti. Conoscere i termini dialettali e mantenerne vivo l’uso significa tutelare con fermezza il patrimonio linguistico di “un meraviglioso mondo che è esistito”. Cosi dice Dino: “ Mio scopo è lasciare un documento che testimoni una civiltà che ho vissuto, praticato e che ho visto anche scomparire , è un invito rivolto alle nuove generazioni a riappropriarsi della propria identità culturale e a non dimenticare il passato perché è solo attingendo da esso che si comprende il presente e sicostruisce il futuro. Il Settimanale di Bagheria è una testata giornalistica iscritta al Reg. Tribunale di Palermo n.9 del 5/03/2007 Corteo a Palermo di Cigil e Uil da piazza Croci a piazza Verdi per manifestare contro la manovra del nuovo governo Meloni. Dopo la drammatica vicenda della mancanza di spazi adibiti al regolare svolgimento delle lezioni, si è registrato un altro problema ben più allarmante che si riversa direttamente sugli alunni che passano le mattine all’interno delle aule: l’assenza di riscaldamenti. Due mesi e 1300 Km insieme al suo cavallo Gandalf che trainava un carretto siciliano. La storia di un viaggio per devozione verso Assisi dopo il lungo periodo del Covid e della difficoltà di portare aventi la sua attività di ristoratore. Nino, bagherese doc, ha 44 anni e nel viaggio verso Assisi “è partito giovane Pur non giocando la migliore partita della stagione, il Bagheria mantiene la vetta della classifica ed allunga nei confronti delle inseguitrici che oggi non sono andate oltre il pari (Terrasini e Margheritese) e clamorose sconfitte come il Prizzi sommerso di reti dai Delfini. Una gara giocato su un campo reso pesante dalle recenti precipitazioni e Dai Mondiali alla 3^ Categoria, beh ci vuole “panza” e passione e quella non manca, ci si alza da tavola col boccone in bocca e via per il mitico campo della Roccella, tanto famoso che il nostro Umberto Bruno, valente e guerriero giocatore degli anni che furono, per seguire il figlio Alessandro che gioca tra Borsa scambio del giocattolo e del modellismo al San Paolo Palace di Palermo. Si è tenuta ieri, domenica 4 dicembre, presso i locali del prestigioso hotel palermitano la trentesima edizione dell’evento che richiama migliaia di appassionati, molti anche bagheresi.