Clamoroso all’Eurovision: “Restituito il premio della vittoria” | Esplode il caso internazionale, cosa cambia per l’Italia

Maneskin Eurovision

Maneskin Eurovision (Web) - bagheriainfo

Il vincitore svizzero di Eurovision 2024 annuncia la decisione sui social: «Non voglio più che quel premio resti sulla mia mensola».

Nemo, artista svizzero e vincitore dell’Eurovision Song Contest 2024, ha annunciato di voler restituire il trofeo conquistato nella kermesse. La motivazione, spiegata direttamente dall’artista, riguarda la mancata esclusione di Israele dalla competizione. Un gesto simbolico e fortemente politico, che arriva in un momento di tensione crescente intorno all’evento e al modo in cui Eurovision interpreta i propri valori pubblici.

L’annuncio è stato diffuso tramite un messaggio pubblicato sui social, con un testo che mescola gratitudine per l’esperienza vissuta e una presa di distanza netta rispetto alle scelte organizzative. Nemo, ricordato anche come la prima persona non binaria ad aver trionfato all’Eurovision, ha collegato la propria decisione alle contraddizioni che, a suo avviso, esistono tra i principi dichiarati dal concorso e le decisioni concrete prese sull’ammissione di Israele.

Nel racconto che accompagna la dichiarazione, viene citato anche il contesto più ampio della prossima edizione: Nemo ha diffuso il messaggio mentre veniva riportato che l’Islanda, dopo altri Paesi come Spagna, Irlanda, Slovenia e Paesi Bassi, avrebbe rinunciato a partecipare alla competizione prevista a Vienna nel mese di maggio. Una cornice che rende ancora più evidente come la questione della presenza di Israele stia diventando un nodo centrale nel dibattito pubblico legato all’Eurovision.

Il messaggio social e le ragioni della scelta

Nel testo pubblicato, Nemo parte da un riconoscimento personale dell’esperienza vissuta: racconta di essere grato alla comunità legata al concorso e a ciò che quel percorso gli ha insegnato, sia sul piano umano sia sul piano artistico. Ma subito dopo arriva la frattura: l’artista sostiene di non sentire più che quel trofeo debba restare in casa sua, spiegando che oggi non lo considera più un simbolo da esporre con orgoglio.

Il punto centrale del messaggio è il richiamo ai valori che Eurovision dichiara di rappresentare. Nemo cita parole come unità, inclusione e dignità per tutti, affermando che questi ideali entrano in conflitto con la scelta di mantenere Israele in gara. Nella dichiarazione, l’artista collega la partecipazione di Israele a un giudizio espresso da una Commissione internazionale indipendente d’inchiesta dell’Onu, sostenendo che le conclusioni di quell’organismo configurerebbero un quadro incompatibile con l’immagine che Eurovision promuove di sé.

È una presa di posizione che si muove su due livelli: da una parte c’è il gesto materiale della restituzione, dall’altra c’è la volontà di imprimere un significato pubblico a quel gesto, trasformando un premio in un messaggio. Nemo non parla di una semplice delusione o di un dissenso generico, ma propone la restituzione del trofeo come una scelta coerente con la propria lettura etica della situazione.

Eurovision, boicottaggi e la frattura tra ideali e decisioni

La dichiarazione di Nemo si inserisce in un clima già segnato da polemiche e scelte drastiche. L’idea che alcuni Paesi possano rinunciare alla partecipazione viene presentata come un segnale di quanto la vicenda sia diventata divisiva anche a livello istituzionale e culturale, oltre che mediatico. Il gesto del vincitore 2024 aggiunge un elemento ulteriore, perché non arriva da una delegazione o da un ente, ma da chi ha rappresentato il concorso nel suo momento più celebrativo: la vittoria.

In questo senso, la restituzione del trofeo assume un valore altamente simbolico. Nemo non sta solo criticando un’organizzazione, ma mette in discussione cosa significhi davvero “rappresentare” Eurovision. Se il concorso insiste su un’identità fondata su inclusione e dignità, la domanda implicita diventa inevitabile: come vengono applicati questi principi quando si passa dalle dichiarazioni alle decisioni operative?

Il messaggio dell’artista, infatti, non attacca l’evento come esperienza personale, che anzi viene descritta come formativa e importante. La contestazione riguarda la linea adottata su un punto specifico, considerato determinante al punto da cambiare il valore del trofeo stesso. In altre parole, Nemo sostiene di non poter più considerare quel premio un oggetto neutro, perché la cornice morale e politica in cui si colloca oggi, secondo la sua lettura, lo rende incompatibile con ciò che Eurovision dice di essere.

Resta ora da capire come questa scelta verrà accolta dalla comunità dell’Eurovision, dagli organizzatori e dal pubblico. Per l’Italia nessuno stravolgimento, nemmeno in caso di classifica modificata ex-post: in caso di cancellazione di Nemo dalla classifica, Angelina Mango, rappresentante italiana ad Eurovision 2024, passerebbe dal 7° posto acquisto al 6° posto.