Un ritratto d’autore: il regista bagherese Tornatore racconta Cucinelli in “Brunello, il visionario garbato”

Giuseppe Tornatore torna alla regia con un docufilm dedicato a Brunello Cucinelli, esplorando l’anima dell’imprenditore del cachemire e la sua filosofia umanistica.

Giuseppe Tornatore

Giuseppe Tornatore (Flickr) - Bagheriainfo

Quando l’occhio cinematografico di un premio Oscar incontra la filosofia di uno degli imprenditori più illuminati del Made in Italy, il risultato trascende il semplice genere documentaristico per diventare un’opera di narrazione poetica. È questo il caso di “Brunello, il visionario garbato”, l’ultima fatica del regista di Bagheria Giuseppe Tornatore. Dopo il successo planetario del monumentale omaggio a Ennio Morricone, Tornatore sposta la sua cinepresa dalle partiture musicali alle trame del cachemire, ma soprattutto alle trame dell’anima di Brunello Cucinelli, re della moda etica e profeta del capitalismo umanistico.

Il film non è una semplice biografia aziendale, né tantomeno uno spot pubblicitario esteso. Si tratta piuttosto di un’indagine intima su un uomo che ha saputo trasformare un piccolo borgo umbro in un centro di irradiazione culturale ed economica globale. Tornatore, con la sua maestria tecnica e la sensibilità che lo contraddistingue dai tempi di Nuovo Cinema Paradiso, costruisce un racconto che scava nelle radici contadine di Cucinelli per spiegare l’evoluzione di un pensiero che oggi viene studiato nelle università di tutto il mondo.

L’incontro tra due maestri dell’eccellenza italiana

La genesi dell’opera nasce da una stima reciproca e da un comune sentire verso la bellezza e la memoria. Giuseppe Tornatore ha approcciato la figura di Cucinelli non come un soggetto da intervistare, ma come un paesaggio umano da esplorare. Il regista siciliano utilizza il mezzo filmico per catturare l’essenza del “re del cachemire”, partendo dalle sue origini umili fino all’ascesa nell’olimpo della moda internazionale. Tuttavia, il focus rimane saldamente ancorato ai valori: la dignità del lavoro, il rispetto per il creato e l’importanza della famiglia.

Attraverso testimonianze di amici, collaboratori, familiari e giornalisti internazionali, il film tesse una tela narrativa che mette in luce la coerenza di Cucinelli. Tornatore dirige queste voci come un direttore d’orchestra, alternandole a momenti di silenzio contemplativo sui paesaggi umbri, che diventano co-protagonisti della pellicola. La regia è, come da tradizione per l’autore di Bagheria, elegante e mai invasiva, capace di cogliere quel “garbo” citato nel titolo che rappresenta la cifra stilistica dell’imprenditore di Solomeo.

Un viaggio tra Solomeo e la filosofia umanistica

Il cuore pulsante del documentario è Solomeo, il borgo medievale che Cucinelli ha restaurato e rivitalizzato, trasformandolo nella sede della sua azienda e in un tempio laico dedicato all’arte e alla cultura. Tornatore filma Solomeo con una luce calda, avvolgente, quasi a voler restituire visivamente il calore dei materiali pregiati lavorati nell’azienda. Ma è l’architettura del pensiero a interessare maggiormente il regista: il concetto di “custodia” del territorio contrapposto al mero possesso.

Nel film emerge con forza la visione del Capitalismo Umanistico: l’idea che il profitto non debba mai calpestare la dignità umana. Tornatore riesce a tradurre concetti economici e filosofici in immagini emotive, mostrando i volti degli artigiani, le mani che lavorano, gli sguardi fieri di chi si sente parte di un progetto collettivo e non un semplice ingranaggio. Il “visionario garbato” non è solo un sognatore, ma un uomo pragmatico che ha dimostrato come l’etica possa essere il motore più potente per il successo economico. Il documentario si sofferma anche sui grandi progetti di restauro e mecenatismo, dalla Norcia terremotata ai monumenti storici, evidenziando come la bellezza sia, per il protagonista, una necessità primaria dell’anima.

Oltre la moda: un messaggio di speranza e bellezza

Con “Brunello, il visionario garbato”, Giuseppe Tornatore consegna al pubblico un’opera che parla al presente guardando al futuro. In un’epoca segnata da incertezze e crisi globali, la storia di Cucinelli diventa un paradigma di speranza. Il regista ci invita a riflettere su come sia possibile fare impresa mantenendo intatta la propria umanità, e su come il rispetto per le proprie radici sia il trampolino necessario per ogni slancio verso l’innovazione.

L’uscita del film rappresenta un evento culturale di rilievo, non solo per gli appassionati di cinema o di moda, ma per chiunque sia interessato alle storie di eccellenza italiana. Tornatore conferma ancora una volta la sua capacità di raccontare l’Italia migliore, quella che non si arrende al cinismo ma che costruisce, restaura e immagina nuovi orizzonti. Il ritratto che ne esce è quello di un’Italia laboriosa e geniale, incarnata da un uomo che ha scelto di essere “custode” del creato piuttosto che padrone, raccontata da un regista che sa come trasformare la realtà in cinema d’autore.