No, non può pagare in contanti: solo carta | Dal 2026 saremo obbligati a mantenerci sotto questa soglia, disastro all’Italiana
Nel 2026 il tetto all’uso del contante in Italia si conferma a 5.000 euro. Ecco cosa prevedono le norme nazionali e come si intrecciano con il regolamento UE.
Carta di credito - Bagheriainfo
Mentre il panorama dei pagamenti digitali continua a evolversi rapidamente, la questione dell’utilizzo del denaro contante rimane uno dei temi più dibattuti nell’agenda economica e politica italiana. Guardando al 2026, lo scenario normativo appare ormai consolidato, frutto di una strategia che mira a bilanciare la libertà di spesa dei cittadini con la necessità di contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro. Salvo interventi legislativi dell’ultima ora, l’assetto per il 2026 conferma la direzione intrapresa dall’attuale esecutivo con la Legge di Bilancio 2023, inserendosi però in un quadro europeo sempre più definito.
La soglia dei 5.000 euro: stabilità normativa e regole operative
Per l’anno 2026, il limite per il trasferimento di denaro contante tra soggetti diversi (privati o imprese) rimarrà fissato alla soglia di 5.000 euro (per l’esattezza 4.999,99 euro). Questa misura, introdotta dal governo Meloni a partire dal 1° gennaio 2023, ha segnato un’inversione di tendenza rispetto ai governi precedenti, che avevano pianificato una progressiva riduzione della soglia fino a 1.000 euro. La scelta di mantenere il tetto a 5.000 euro anche per il biennio 2025-2026 risponde a una precisa volontà politica di allineare l’Italia alla media europea e di non penalizzare i consumi, specialmente in settori come il turismo e il commercio al dettaglio.
È fondamentale ricordare che il divieto riguarda il trasferimento in un’unica soluzione di banconote o titoli al portatore. Tuttavia, la normativa prevede delle eccezioni operative che rimarranno valide anche nel 2026. Ad esempio, è consentito il pagamento rateale in contanti per importi superiori alla soglia, purché tale dilazione sia connaturata alla natura dell’operazione (come nel caso di cure dentistiche o lavori di ristrutturazione a stati di avanzamento) o sia frutto di un accordo preventivo tra le parti. Ciò che rimane vietato è il frazionamento artificioso dei pagamenti volto esclusivamente ad eludere la normativa. Per qualsiasi transazione pari o superiore ai 5.000 euro, sarà quindi obbligatorio continuare a utilizzare strumenti tracciabili come bonifici, carte di credito, assegni non trasferibili o bancomat.
Il contesto europeo: il Regolamento Antiriciclaggio UE
Il 2026 sarà un anno cruciale non solo per la normativa interna, ma per l’armonizzazione con le direttive di Bruxelles. Il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno infatti raggiunto l’accordo definitivo sul nuovo pacchetto antiriciclaggio (AMLA), che stabilisce un tetto massimo per i pagamenti in contanti a livello comunitario fissato a 10.000 euro. Questo regolamento, che entrerà pienamente a regime proprio nel triennio 2024-2027, ha una duplice valenza per l’Italia.
Da un lato, il tetto europeo di 10.000 euro legittima la scelta italiana dei 5.000 euro, dimostrando che la soglia nazionale è ampiamente al di sotto del limite di rischio individuato dall’Unione Europea. Dall’altro, il regolamento lascia agli Stati membri la facoltà di adottare limiti più stringenti. Di conseguenza, l’Italia si trova in una posizione di “compliance” perfetta: il nostro limite è più severo del massimale europeo, ma sufficientemente alto da garantire quella flessibilità richiesta da una parte dell’elettorato e del tessuto produttivo. Questo scenario blinda, di fatto, la soglia attuale, rendendo improbabili pressioni esterne per un ritorno a limiti più bassi (come i 1.000 o 2.000 euro del passato) nel breve periodo.

Sanzioni e trend digitali: cosa rischia chi viola il limite
Nonostante l’innalzamento della soglia, il sistema sanzionatorio rimarrà severo anche nel 2026. La violazione del limite all’uso del contante comporta sanzioni amministrative pecuniarie che colpiscono entrambe le parti coinvolte nella transazione: sia chi paga, sia chi riceve il denaro. La sanzione minima prevista è di 1.000 euro, ma può salire fino a 50.000 euro per le violazioni più gravi. Inoltre, vige l’obbligo di segnalazione per i professionisti e gli operatori finanziari che vengono a conoscenza di infrazioni, pena sanzioni a loro volta.
Tuttavia, al di là degli obblighi di legge, il 2026 vedrà probabilmente una riduzione naturale dell’uso del contante, spinta dall’innovazione tecnologica. Con la diffusione capillare dei pagamenti istantanei (Instant Payments), l’introduzione progressiva dell’Euro Digitale e l’uso massiccio dei wallet su smartphone, la comodità del digitale sta rendendo il contante meno attraente per le transazioni di importo medio-alto. Sebbene la legge permetta di spendere fino a 5.000 euro cash, la tendenza del mercato suggerisce che tali operazioni diventeranno sempre più rare per motivi di praticità e sicurezza, rendendo il limite legale un argine necessario ma sempre meno sollecitato dalla quotidianità dei consumatori.