In questa spiaggetta c’è l’acqua più pulita di tutta la Sicilia: per andarci nel 2026 bisogna prenotare adesso | Le Maldive del Sud Italia

Cala Mazzo di Sciacca

Cala Mazzo di Sciacca (Tripadvisor) - Bagheriainfo

Tra profumi di macchia mediterranea, rocce scolpite dal tempo e acqua trasparente, Cala Mazzo di Sciacca regala un’esperienza intensa a pochi passi dalla Riserva dello Zingaro

Il nome può trarre in inganno, ma il mare di Cala Mazzo di Sciacca è tra i più chiari e limpidi di tutta la costa di Castellammare del Golfo. In questa piccola caletta, incastonata tra il porticciolo con il castello e i celebri Faraglioni di Scopello, i sensi vengono travolti da colori e profumi: la macchia mediterranea, il sale sospeso nell’aria, il riflesso del sole sulla superficie dell’acqua. Sin dai primi passi verso la riva, si ha la percezione di entrare in un luogo diverso, quasi sospeso, dove il tempo rallenta e ogni dettaglio sembra amplificato.

Prima di raggiungere questo angolo di paradiso, il percorso costiero offre uno sguardo d’insieme straordinario: il porticciolo con il suo castello, le spiagge di Guidaloca, i Faraglioni di Scopello e, sullo sfondo, l’ingresso della Riserva naturale dello Zingaro. Lungo la strada, un semplice cartello annuncia la presenza di Cala Mazzo di Sciacca e accende la curiosità di chi è in cerca di luoghi meno affollati e più autentici. Da qui inizia un breve ma intenso percorso, che diventa parte integrante dell’esperienza complessiva.

Un sentiero tra fatica, contrasti e scenari indimenticabili

Chi decide di raggiungere la caletta a piedi può parcheggiare più in alto, evitando il costo del parcheggio a pagamento, che si aggira intorno agli otto euro. I più temerari devono però mettere in conto circa 700 metri di cammino in discesa all’andata e, soprattutto, in salita al ritorno. Un tragitto breve ma intenso, che può diventare impegnativo sotto il sole estivo, tra caldo, pendenza e stanchezza accumulata dopo una giornata al mare. Eppure, passo dopo passo, la vista si apre su uno scenario capace di ripagare ogni sforzo.

Arrivati quasi a livello del mare, lo sguardo si trova davanti a un contrasto netto: da un lato, le colline segnate dagli incendi recenti, con vaste porzioni di vegetazione ormai bruciate; dall’altro, verso Est, una tavolozza di azzurri e verdi che racconta la forza rigeneratrice della natura. È una doppia immagine potente, che testimonia come l’uomo possa distruggere mentre la natura, con pazienza, ricostruisce e rigenera. In questo equilibrio fragile, Cala Mazzo di Sciacca si mostra in tutta la sua complessità e bellezza.

La “spiaggetta”, composta in gran parte da ciottoli, è spesso affollata nei mesi più caldi: turisti, famiglie, curiosi e abituali frequentatori si ritrovano uno accanto all’altro, cercando un angolo libero dove poggiare l’asciugamano o sistemare l’ombrellone. Lo spazio è limitato e talvolta bisogna ingegnarsi per trovare un posto, ma fa parte dell’atmosfera del luogo, che negli anni è diventato un piccolo punto di riferimento per chi ama calette raccolte e mare spettacolare. Sul bagnasciuga spuntano anche vecchie barche in legno, consumate dal tempo, che aggiungono un tocco di autenticità alla scena.

Acqua cristallina, fondali vivi e un mare che non si vuole lasciare

È però entrando in acqua che Cala Mazzo di Sciacca rivela la sua vera anima. Il mare appare limpido e cristallino, tanto da stravolgere le regole del gioco rispetto alla prima impressione affollata della spiaggia. I profumi della natura sembrano avvicinarsi ancora di più, mentre il fondale, ricco di scogli e rocce, racconta storie antiche, forse vecchie di secoli o millenni. Intorno nuota una fauna marina vivace, che cattura lo sguardo di chi indossa maschera e boccaglio e si lascia trasportare dalla curiosità.

Alcuni giovani scelgono di tuffarsi dagli scogli, alla ricerca di un po’ di adrenalina, mentre altri rimangono sospesi in acqua, quasi incapaci di tornare sotto l’ombrellone. Il sole picchia forte e obbliga a proteggersi con attenzione, ma la tentazione di continuare l’esplorazione è più forte della stanchezza. Man mano che ci si allontana dalla riva, il colore del mare cambia, diventando più intenso e profondo; le rocce sottostanti sembrano custodire e proteggere pesci e piccoli organismi marini, in un ecosistema delicato e affascinante.

In lontananza si intravede una torre che stimola l’immaginazione e dà il via a congetture e chiacchiere: c’è chi la identifica con la Torre di Calampisu, chi la chiama ‘Mpisu o ‘Impisu, chi si diverte a tirare a indovinare. Intanto, a ridosso della spiaggia, non mancano i servizi essenziali: il parcheggio, un chioschetto per un pranzo veloce, qualche punto d’ombra. È un piccolo paradiso terrestre, o meglio marino, che riesce a mettere d’accordo grandi e piccini e a dare un senso ai tuffi “infiniti” di una giornata d’estate.

Col passare delle ore, la caletta lentamente si svuota: gli ombrelloni si chiudono, le voci si affievoliscono, il brusio dei turisti lascia spazio al suono del mare e al fruscio del vento. Cala Mazzo di Sciacca torna a essere più silenziosa, quasi inesplorata, come se recuperasse per qualche ora la sua dimensione più intima. Restano i segni del passaggio umano, ma soprattutto la sensazione di aver sfiorato un luogo capace di custodire segreti e misteri, che forse non verranno mai del tutto svelati.