Formaggio in frigo, l’errore che fanno tutti | Mai più cellophane e alluminio: il metodo che lo fa durare il doppio con gusto e freschezza
Formaggio (Pexels) - Bagheriainfo
Se conservi ancora il formaggio nel cellophane o nella carta di alluminio lo stai rovinando: basta cambiarlo d’involucro per farlo durare molto di più e mantenerlo saporito e profumato
I formaggi sono uno degli alimenti più amati sulle tavole italiane: dal tagliere con salumi alle ricette al forno, passando per risotti, paste cremose e pizze casalinghe, è difficile rinunciarvi. Al supermercato ci soffermiamo davanti al banco frigo, scegliendo tra prodotti già confezionati e fette tagliate al momento dal reparto gastronomia. Una volta a casa, però, spesso commettiamo lo stesso errore: li riponiamo in frigorifero così come sono, avvolti nel cellophane o nella carta di alluminio, convinti di proteggerli. Il risultato, dopo pochi giorni, è deludente: croste secche, odori strani, consistenza alterata e, nei casi peggiori, la necessità di buttarli via.
Quello che sembra un normale deterioramento dovuto al tempo è in realtà, molto spesso, la conseguenza di una conservazione sbagliata. Il modo in cui il formaggio viene avvolto, il tipo di materiale a contatto con la pasta e persino il modo in cui usiamo il frigorifero incidono direttamente sulla sua freschezza e sulla sua durata. La buona notizia è che non serve stravolgere le abitudini: basta cambiare involucro e fare un minimo di attenzione per riuscire a farlo durare anche il doppio del tempo, preservando gusto e profumo.
Perché cellophane e alluminio rovinano il formaggio in frigorifero
Prima ancora di parlare di incarti, la prima verifica da fare riguarda il frigorifero: deve essere pulito, igienizzato e con la guarnizione in buono stato, così da garantire una chiusura corretta. Aprirlo in continuazione o lasciarlo semiaperto per lunghi minuti crea sbalzi di temperatura e umidità che non fanno bene a nessun alimento, tanto meno ai formaggi. Ma il problema principale, quando si parla di conservazione, è proprio il materiale con cui li avvolgiamo.
Il cellophane e la carta di alluminio, infatti, sono tra le scelte più diffuse e allo stesso tempo meno adatte. Il cellophane tende a trattenere l’umidità, creando un ambiente troppo sigillato in cui il formaggio “suda”, si ammorbidisce in superficie e sviluppa odori sgradevoli. L’alluminio, al contrario, non lascia respirare la pasta e può favorire la formazione di zone secche oppure, se il formaggio è ancora umido, creare condensa all’interno. In entrambi i casi, la qualità ne risente e la durata si accorcia sensibilmente.
Capita così di ritrovarsi, “a stretto giro”, con formaggi che non sono più “in forma”: croste indurite, muffe indesiderate, sapore alterato. Il passo successivo è fin troppo noto: finire per gettare via quello che abbiamo acquistato da poco, con un doppio spreco, economico e alimentare. Eppure, è sufficiente cambiare approccio e scegliere un involucro più adatto per invertire la rotta.
La prima regola, quando si porta a casa un pezzo di formaggio, è rimuovere l’involucro originale se si tratta di semplice pellicola o carta poco traspirante. Se la superficie del formaggio risulta umida o leggermente bagnata, è utile tamponarla con della carta assorbente da cucina, così da eliminare l’eccesso di umidità prima di procedere con la nuova “vestizione”. Questo piccolo gesto limita la formazione di condensa e prepara il prodotto a una conservazione più lunga.
Il metodo corretto: carta giusta, sacchetti ermetici e piccoli accorgimenti
Una volta asciugato, il formaggio andrebbe avvolto in un foglio di carta oleata o cerata, cioè un materiale traspirante e leggermente impermeabile che permette al prodotto di “respirare” senza seccarsi. In alternativa, va benissimo la carta da forno, facilmente reperibile in ogni cucina: è abbastanza robusta, non rilascia odori, protegge la pasta e allo stesso tempo evita l’effetto “camera stagna” tipico della pellicola. Così il formaggio mantiene più a lungo consistenza e sapore, senza sviluppare sentori sgradevoli.
Dopo averlo avvolto nella carta giusta, lo si può riporre in frigorifero, preferibilmente in uno scomparto non eccessivamente freddo, come quello destinato ai latticini o nella zona centrale, evitando i punti in cui l’aria gelida colpisce direttamente. Un ulteriore passo, utile soprattutto per evitare che i profumi si diffondano nel frigo, è inserire la porzione avvolta in carta all’interno di un sacchetto con chiusura zip o in un contenitore ermetico di buona qualità. L’importante è che all’interno non si crei troppa condensa: per questo la carta rimane fondamentale, perché fa da filtro tra il formaggio e l’ambiente chiuso.
Sacchetti con zip e contenitori ermetici sono facilmente reperibili nei negozi di articoli per la casa e possono essere riutilizzati più volte. Oltre a proteggere il formaggio dai forti odori degli altri cibi, come affettati, salse o avanzi, aiutano a mantenere ordinato il frigorifero e a riconoscere subito ogni porzione. È buona abitudine non lasciare il formaggio libero su piatti casuali o sfuso in mezzo ad altri alimenti, perché così si secca più in fretta e assorbe aromi estranei.
Seguendo questi passaggi – frigo pulito, niente cellophane o alluminio, carta oleata o da forno, contenitore o sacchetto ben chiuso – la durata del formaggio in frigorifero può aumentare sensibilmente. Rimane più fresco, più profumato e pronto per essere utilizzato in mille modi: nel tagliere di antipasti, grattugiato su un risotto, fuso sulla polenta, sciolto in un sugo o adagiato su focacce, tartine e pizze casalinghe.
In definitiva, il segreto non sta in trucchi complicati, ma in pochi accorgimenti costanti. Abbandonare cellophane e alluminio e scegliere l’involucro giusto significa sprecare meno, mangiare meglio e godersi fino all’ultimo morso ogni pezzo di formaggio che portiamo a casa, senza la delusione di vederlo rovinato dopo pochi giorni.