Soldi nel contocorrente persi per sempre | Impossibile prelevare se passano questi giorni: se li riprende lo Stato e non puoi farci nulla

Miliardi di euro giacciono dimenticati nelle banche italiane. Scopri cosa sono i conti dormienti, i termini di prescrizione e la procedura per il recupero.

Sportello atm

Prelievo al bancomat (Freepik) - Bagheriainfo

Nel vasto panorama del risparmio italiano, esiste un fenomeno silenzioso ma economicamente rilevante: quello dei conti dormienti. Si tratta di somme di denaro, spesso anche ingenti, che giacciono dimenticate presso gli istituti di credito o gli uffici postali. Non parliamo solo di conti correnti classici, ma di una vasta gamma di strumenti finanziari che include libretti di risparmio, azioni, obbligazioni, fondi d’investimento e assegni circolari non riscossi.

Tecnicamente, un rapporto viene definito “dormiente” quando non viene effettuata alcuna operazione da parte del titolare (o di un suo delegato) per un periodo di tempo ininterrotto pari a 10 anni. È fondamentale sottolineare che le operazioni automatiche, come l’accredito degli interessi, l’addebito delle spese di gestione o delle imposte di bollo, non sono sufficienti a interrompere questo stato di inattività. Per mantenere “vivo” un conto, è necessario un atto volontario: un prelievo, un versamento, una richiesta di estratto conto o anche una semplice comunicazione scritta alla banca.

Le ragioni dietro questa dimenticanza sono molteplici. Spesso si tratta di libretti aperti in gioventù e poi abbandonati, piccoli investimenti trascurati, o, nel caso più frequente e complesso, di eredità di cui i successori non sono a conoscenza. Quando il titolare originale viene a mancare e gli eredi ignorano l’esistenza di questi asset, il conto entra in un limbo che può portare alla perdita definitiva del capitale.

L’iter burocratico e il rischio della prescrizione definitiva

Quando scoccano i dieci anni di inattività, la banca ha l’obbligo di segnalare la situazione. L’istituto di credito deve inviare una comunicazione al titolare (o agli eredi, se noti) tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, avvisando che il rapporto sta per essere estinto. Da quel momento, il cittadino ha 180 giorni di tempo per risvegliare il conto effettuando un’operazione o comunicando la propria volontà di mantenerlo attivo.

Se trascorrono questi 180 giorni senza risposta, il rapporto viene definitivamente chiuso e le somme vengono trasferite al Fondo Rapporti Dormienti, gestito dalla CONSAP (Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici) per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Queste risorse vengono destinate a fini di utilità sociale, come il risarcimento delle vittime di frodi finanziarie.

Qui risiede il nodo cruciale e il rischio maggiore per i risparmiatori: la prescrizione. Il trasferimento dei fondi alla CONSAP non significa la perdita immediata del denaro, ma fa partire un secondo conto alla rovescia. Gli aventi diritto hanno infatti ulteriori 10 anni di tempo dalla data di devoluzione al Fondo per reclamare le somme. Scaduto questo termine decennale, scatta la prescrizione definitiva: il diritto al rimborso si estingue e i soldi vengono incamerati in via definitiva dallo Stato, senza più alcuna possibilità di appello o recupero.

Conto corrente
Conto corrente – bagheriainfo

Come verificare l’esistenza di somme e richiedere il rimborso

Fortunatamente, recuperare i propri soldi prima della prescrizione è una procedura accessibile e trasparente, anche se richiede una certa precisione documentale. Il primo passo per chi sospetta di avere somme dimenticate o per gli eredi che stanno ricostruendo il patrimonio di un defunto, è consultare il portale ufficiale della CONSAP.

Sul sito è disponibile un motore di ricerca che permette di verificare se esistono rapporti dormienti intestati a un determinato codice fiscale o nominativo. La ricerca è gratuita e copre i rapporti trasferiti al Fondo a partire dal 2007. Se la ricerca dà esito positivo, è possibile procedere con la domanda di rimborso. La richiesta può essere inoltrata direttamente online tramite il portale unico della CONSAP, accedendo con SPID o Carta d’Identità Elettronica.

Per ottenere il rimborso, è necessario produrre una documentazione specifica che attesti la titolarità del rapporto o la qualità di erede. Nel caso di libretti al portatore o titoli cartacei, sarà spesso necessario presentare l’originale del documento. I tempi di lavorazione delle pratiche possono variare, ma l’ente ha l’obbligo di verificare la legittimità della richiesta prima di procedere al bonifico. Il consiglio degli esperti è chiaro: in un’epoca di gestione finanziaria sempre più frammentata, tenere traccia di ogni singolo asset e informare i propri cari delle proprie posizioni bancarie è l’unico modo sicuro per evitare che i risparmi di una vita finiscano nell’oblio burocratico.