Bonus libri scuola | Ci pensa la regione a pagare e i tuoi figli sono a posto: come richiedere il contributo
scuola (Pexels) - Bagheriainfo
Per l’anno scolastico 2025-26 molte Regioni confermano o potenziano i contributi regionali per i libri di scuola, con aiuti che possono coprire anche l’intero corredo per i figli: chi non segue bandi e scadenze, però, rischia di trovarsi il carrello della cartoleria da pagare a prezzo pieno.
Tra zaini, libri di testo, quaderni, diari e materiale tecnico, ogni inizio d’anno scolastico pesa sempre di più sul bilancio delle famiglie. Per questo diversi enti regionali hanno messo a punto sistemi di contributo dedicati, spesso legati all’ISEE, in grado di rimborsare o anticipare una parte consistente delle spese. In alcuni casi non si parla solo di manuali, ma di un vero pacchetto scuola che include anche dotazioni digitali e materiale di base.
Il punto cruciale è che questi aiuti non arrivano in automatico: servono una domanda, documenti aggiornati e il rispetto rigoroso delle finestre previste dai bandi. Chi si distrae, chi dà per scontato che “tanto c’è tempo”, o chi non controlla il sito della propria Regione e del Comune, spesso scopre troppo tardi che fondi e graduatorie sono già chiusi, mentre le famiglie più attente hanno ridotto al minimo il conto in cartoleria.
Come funzionano i contributi regionali per libri e corredo
I contributi per i libri scuola 2025-26 seguono in genere un copione simile: la Regione stanzia le risorse, i Comuni o le scuole fanno da sportello per le domande e le famiglie presentano ISEE, iscrizione scolastica e ricevute di spesa. A seconda del reddito e dell’ordine di scuola, il contributo può coprire una parte o l’intero costo dei libri di testo, con importi differenziati tra medie, superiori e percorsi professionali.
In alcune aree, come accade ad esempio in Emilia-Romagna, i bandi prevedono anche la possibilità di includere nel contributo una quota del corredo scolastico completo: zaino, materiale di cancelleria, talvolta dotazioni digitali come tablet o notebook per i percorsi in cui sono indispensabili. Il risultato, quando la domanda viene presentata correttamente, è un alleggerimento concreto di una delle spese più temute dalle famiglie con figli in età scolare.

Bandi, ISEE e ricevute: gli errori che fanno saltare il rimborso
Il primo rischio è sottovalutare le scadenze: i bandi per i contributi vengono spesso pubblicati tra primavera ed estate, quando l’attenzione è bassa e l’anno scolastico successivo sembra lontano. Chi non si iscrive alle newsletter istituzionali, non consulta i siti regionali o non passa in Comune può accorgersi dell’opportunità quando è già tardi. In quel momento l’unica strada resta pagare tutto di tasca propria, mentre altri genitori stanno già caricando le domande online.
L’altro errore che costa caro riguarda l’ISEE e la documentazione. Senza un ISEE aggiornato il sistema non riconosce il diritto al contributo; senza scontrini e fatture intestate correttamente non è possibile dimostrare le spese. E così, anche chi rientra pienamente nelle soglie di reddito vede sfumare il rimborso per un dettaglio formale. Per non ritrovarsi con il “carrello scuola” a prezzo pieno proprio quando i contributi regionali possono coprire i libri e buona parte del corredo, la mossa vincente è una sola: giocare d’anticipo, tenere i documenti in ordine e tenere d’occhio bandi e scadenze. In un anno come il 2025-26, la differenza tra chi controlla e chi si distrae può valere centinaia di euro a figlio.