C’è un Olio Extravergine venduto al supermercato che spacca | Altroconsumo svela il migliore del 2025: sembra una sottomarca ma è buonissimo
Olio extravergine d'oliva (Pexels) - Bagheriainfo
Altroconsumo aggiorna la guida 2025 all’olio extravergine: tra etichette che promettono eccellenza e bottiglie più “oneste”, emerge una qualità reale che sorprende molti consumatori.
Nel carrello della spesa l’olio extravergine di oliva è uno dei prodotti più delicati da scegliere. Prezzi diversi, diciture altisonanti, origini miste e blend internazionali rendono difficile orientarsi, soprattutto quando la qualità non coincide sempre con il costo. Per questo Altroconsumo ha testato numerose etichette diffuse nei supermercati italiani, mettendo alla prova parametri chimici, gusto, freschezza e coerenza delle informazioni riportate in bottiglia.
I risultati della nuova guida mostrano un mercato molto variegato, dove convivono oli eccellenti, oli semplicemente buoni e prodotti che superano la sufficienza ma non brillano. La sorpresa è che alcune bottiglie di fascia media superano marchi più costosi, dimostrando che il prezzo non è l’unico indicatore di qualità. Una notizia utile in un periodo in cui il costo dell’olio EVO continua a oscillare in modo significativo.
Cosa ha analizzato Altroconsumo e perché l’etichetta non basta
I test si concentrano su due fronti: da un lato le analisi chimiche, dall’altro la valutazione sensoriale effettuata da assaggiatori esperti. I parametri chiave sono acidità, perossidi, polifenoli, rancidità e presenza di difetti organolettici. Valori che, insieme, permettono di capire la freschezza della materia prima e la cura nella lavorazione.
L’etichetta, però, può trarre in inganno. La dicitura “100% italiano” garantisce l’origine delle olive, ma non dice nulla sulla qualità della spremitura o sulla conservazione. Allo stesso modo, i blend dell’Unione Europea non sono necessariamente inferiori: in alcuni casi risultano equilibrati e piacevoli, specie quando provengono da raccolti controllati. L’unico indicatore davvero affidabile è l’unione tra analisi e assaggio, non ciò che appare sulla bottiglia.
Chi merita nel carrello e cosa osservare tra scaffali e offerte
Dalla guida emerge che alcune etichette da scaffale, spesso sottovalutate, riescono a raggiungere punteggi molto alti grazie alla freschezza, al profilo aromatico pulito e a una buona tenuta dei parametri chimici. Questi prodotti sono spesso scelti anche da famiglie attente al budget, perché abbinano qualità e accessibilità. Le bottiglie che ottengono risultati inferiori non sono necessariamente “cattive”, ma possono presentare leggere imperfezioni di gusto, scarsa intensità aromatica o valori chimici meno brillanti.
Per scegliere con sicurezza, Altroconsumo ricorda alcuni criteri pratici: preferire confezioni scure che proteggano dalla luce, controllare l’annata di raccolta quando disponibile e non farsi influenzare solo dal prezzo. L’EVO ideale è quello che mantiene profumo, amaro e piccante in equilibrio, segnali di un olio davvero extravergine e non solo “di etichetta”. Nel carrello 2025, dunque, meritano spazio proprio quei prodotti capaci di unire trasparenza, qualità sensoriale e un profilo chimico impeccabile, spesso lontani dai marchi più appariscenti ma perfetti per la cucina quotidiana.