Sconto sui contributi | Agevolazione per le assunzioni nel 2025: l’aiuto che pesa in busta paga (e fa guadagnare tutti)
Inps - Bagheriainfo
Nel 2025 torna la Decontribuzione Sud, lo sconto sui contributi previdenziali per i datori di lavoro che operano nelle regioni del Mezzogiorno. L’INPS, con la Circolare n. 32/2025, conferma l’agevolazione fino al 30% dei contributi dovuti.
La misura, nata per sostenere l’occupazione stabile e la competitività delle imprese del Sud, è stata prorogata per tutto il 2025 con le stesse modalità operative già in vigore. L’obiettivo è favorire nuove assunzioni e alleggerire il costo del lavoro nelle aree più svantaggiate. Lo sgravio contributivo interessa le aziende private con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e si applica a tutti i rapporti di lavoro dipendente, esclusi quelli domestici e di apprendistato.
Secondo l’INPS, la decontribuzione riduce i versamenti previdenziali a carico del datore di lavoro del 30% fino al 31 dicembre 2025, con una progressiva riduzione negli anni successivi, in linea con la programmazione europea. L’agevolazione si applica anche ai rinnovi contrattuali e alle nuove assunzioni, purché la sede operativa sia ubicata in una delle regioni ammesse e l’impresa risulti in regola con i versamenti e gli obblighi di sicurezza sul lavoro.
Chi può usufruirne e come richiederla
La Circolare n. 32/2025 chiarisce che l’esonero contributivo spetta ai datori di lavoro privati, compresi gli enti del terzo settore, purché non si trovino in situazioni di crisi o insolvenza. Sono ammessi tutti i contratti di lavoro subordinato, a tempo determinato o indeterminato, compresi quelli a tempo parziale. Restano esclusi i contratti di apprendistato e il lavoro domestico. L’agevolazione non riguarda la quota di contributi destinata all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), che resta dovuta per intero.
Per ottenere il beneficio, i datori di lavoro devono inoltrare la richiesta attraverso i flussi UniEmens, indicando il codice agevolazione specifico fornito dall’INPS. Il riconoscimento avviene in via automatica, salvo verifica successiva del rispetto delle condizioni. L’Istituto effettua controlli incrociati con i dati anagrafici e contributivi per evitare duplicazioni o indebiti cumulativi con altre agevolazioni già in corso.

L’impatto reale in busta paga e l’effetto per le PMI
L’agevolazione non incide direttamente sulla retribuzione netta del lavoratore, ma riduce il costo del personale per l’impresa, creando spazi per nuove assunzioni o rinnovi contrattuali. Per una piccola o media impresa, lo sconto contributivo può tradursi in risparmi di diverse migliaia di euro all’anno per dipendente. Le risorse liberate possono essere reinvestite in stabilizzazioni o in formazione, contribuendo a migliorare la competitività del tessuto produttivo locale.
La Decontribuzione Sud si affianca ad altre misure attive per il Mezzogiorno, come i crediti d’imposta per gli investimenti e gli incentivi all’autoimprenditorialità. L’INPS evidenzia che il monitoraggio costante ha già prodotto risultati incoraggianti: nelle regioni interessate, il tasso di occupazione giovanile e femminile mostra un incremento progressivo. Per il 2025, il Governo ha confermato la misura come parte integrante delle politiche di coesione territoriale.
Per le imprese che operano nel Sud, il messaggio è chiaro: la decontribuzione non è un bonus occasionale, ma uno strumento strutturale di riduzione del cuneo fiscale. Rispettare i requisiti e comunicare tempestivamente i dati all’INPS è il modo più semplice per beneficiarne senza ostacoli. Perché dietro ogni nuova assunzione, in queste regioni, c’è un’opportunità concreta di crescita che parte da una busta paga un po’ più leggera — e da un Sud che vuole lavorare.