Truffa al Supermercato | Confezioni più piccole allo stesso prezzo: la chiamano “Shrinkflation”, c’è un segnale per non farti fregare
Truffa al supermercato - Pexels - Bagheriainfo
Stesso prezzo, meno prodotto: la shrinkflation non urla dai cartellini, ma si riconosce osservando grammatura e prezzo al chilo o al litro, il vero faro per non pagare più del dovuto.
Negli scaffali dei supermercati il fenomeno ha un volto gentile: packaging rinnovato, “nuovo formato”, grafiche più pulite. Dietro, spesso, si nasconde una riduzione del contenuto a parità di prezzo, o con un ritocco minimo al ribasso che non compensa la quantità persa. È una strategia legale, usata da molte aziende per assorbire costi crescenti senza shock apparenti in cassa, ma che per il consumatore equivale a un rincaro camuffato. La difesa sta tutta in pochi dettagli misurabili e nella capacità di confrontare alternative equivalenti.
La chiave è leggere due informazioni semplici: la grammatura stampata sulla confezione e il prezzo per unità di misura riportato sullo scaffale. È lì che la matematica toglie il trucco al marketing. Se un pacco di biscotti passa da 500 a 430 grammi e il prezzo resta invariato, ogni euro “compra” meno prodotto. L’effetto è più subdolo quando i produttori aumentano l’altezza della confezione o cambiano il materiale, dando l’impressione di un volume simile. Lo sguardo deve allora spostarsi dai colori alle cifre, perché solo le cifre raccontano la sostanza.
Come riconoscerla: i segnali che il packaging non dice
Il primo segnale è un valore in grammi o millilitri che non coincide con il “ricordo” del formato standard. Capita con snack, yogurt, detersivi, cioccolato, caffè, persino con la carta per la casa. Una tavoletta da 100 grammi può scendere a 90 o 85 grammi mantenendo la stessa larghezza, un barattolo di crema spalmabile può ridurre il peso netto lasciando invariato il diametro del vasetto. Di fronte a queste micro variazioni, la prova del nove è il cartellino: controllare il prezzo al chilo/litro permette di confrontare marchi e formati diversi su una base comune e capire quale offerta sia davvero più conveniente.
Il secondo segnale è linguistico: diciture come “nuova ricetta”, “formato smart”, “ancora più buono” spesso accompagnano modifiche di quantità. Non è un indizio di colpa, ma un contesto che invita a verificare meglio. Il terzo è temporale: quando un prodotto cambia spesso veste grafica nel giro di pochi mesi, vale la pena rimettere a confronto i numeri. Se poi il prezzo per unità di misura cresce più della media del reparto, il sospetto diventa concreto. A quel punto conviene valutare alternative equivalenti, anche di marca commerciale, e monitorare nel tempo l’evoluzione del costo unitario.
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Acquisti più furbi: quando conviene (e quando no) cambiare abitudini
Non sempre la confezione più grande è sinonimo di risparmio. In presenza di shrinkflation, talvolta i formati medi offrono il miglior equilibrio tra prezzo e consumo reale. La regola è semplice: scegliere in base all’uso. Se un prodotto rischia di restare aperto per settimane, l’apparente risparmio del maxi pack svanisce tra sprechi e perdita di qualità. Al contrario, per beni ad alto turnover familiare può avere senso puntare su formati con prezzo unitario inferiore e calendario di promozioni più prevedibile. Tenere uno scontrino “di controllo” aiuta a costruire una memoria dei prezzi e a non farsi sorprendere da variazioni minime ma frequenti.
C’è poi il tema delle ricette e delle alternative. Alcuni marchi, nel ridurre la quantità, migliorano davvero la qualità degli ingredienti; altri inseriscono claim accattivanti senza un reale upgrade. Anche qui, la bussola resta quantitativa: leggere l’etichetta, confrontare il prezzo al chilo e chiedersi se il plus valga la differenza. In un contesto di inflazione altalenante, piccole scelte ripetute fanno la differenza sul bilancio familiare. Riconoscere la shrinkflation non significa demonizzare i prodotti, ma acquistare con consapevolezza: il carrello diventa più leggero solo quando si paga per il valore reale, non per l’illusione di una scatola più brillante.