Cassa integrazione Straordinaria 2025 | arrivano nuovi fondi e proroghe: quali aziende possono usarla
Cassa integrazione (Web) - Bagheriainfo
Nel 2025 la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria si rafforza: nuove risorse, proroghe mirate e istruzioni aggiornate dell’INPS per sostenere le imprese in riorganizzazione o crisi e tutelare l’occupazione.
L’anno si apre con un pacchetto di interventi che mette al centro la continuità dei trattamenti e la possibilità di estenderli nei casi più complessi. Secondo l’INPS, sono stati confermati gli strumenti già noti e previste finestre aggiuntive per i settori e le situazioni in cui la transizione industriale richiede più tempo. Il perimetro resta quello delineato dal decreto legislativo 148/2015, ma con margini operativi più ampi e fondi dedicati.
Il punto chiave è l’allineamento tra Ministero del Lavoro, che autorizza i programmi di CIGS, e INPS, che gestisce i pagamenti. La regia pubblica mira ad accompagnare le aziende che presentano piani credibili di riorganizzazione, crisi con sbocco occupazionale o contratti di solidarietà. In parallelo, sono state rinnovate misure specifiche per comparti sensibili e territori in difficoltà, con l’obiettivo di evitare strappi sociali e consentire un riassestamento ordinato dei livelli produttivi.
Fondi e proroghe: cosa cambia davvero nel 2025
Le novità più attese riguardano il rifinanziamento dei trattamenti e le proroghe selettive. L’INPS ha comunicato per il 2025 il proseguimento dei sostegni straordinari e, in presenza di determinate condizioni, la possibilità di estendere per un periodo ulteriore i programmi già autorizzati. Nei casi di riorganizzazione o di crisi con prospettive concrete di continuità, è prevista una finestra aggiuntiva, concordata in sede istituzionale, per completare cessioni, trasferimenti di rami e riassorbimenti. Lo schema punta a dare ossigeno dove esiste una via d’uscita, evitando che i percorsi si interrompano a ridosso del traguardo.
Restano in campo interventi dedicati a comparti specifici, come i call center e le aziende considerate di rilevanza strategica, per i quali la normativa ha previsto canali e dotazioni mirate. In queste ipotesi la CIGS diventa un ponte per l’adeguamento tecnologico, l’aggiornamento delle competenze e la gestione degli esuberi temporanei. L’INPS richiama inoltre la condizionalità attiva: i lavoratori coinvolti devono partecipare alle politiche attive e alle iniziative di ricollocazione, pena la decadenza dal trattamento. Una logica che punta a collegare la protezione del reddito con il ritorno effettivo al lavoro.

Chi può usarla e come muoversi senza errori
Possono accedere alla CIGS le aziende che rientrano nel campo di applicazione del decreto 148/2015 e che presentano un programma formalizzato: riorganizzazione aziendale, crisi aziendale con interventi di risanamento o contratto di solidarietà. La durata ordinaria resta differenziata per causale: in genere fino a dodici mesi per riorganizzazione e solidarietà, fino a sei mesi per la crisi, con la possibilità di proroghe quando sussistono i presupposti e l’esito atteso è la salvaguardia dei posti o una transizione ordinata verso nuova occupazione. L’autorizzazione arriva con decreto del Ministero del Lavoro, mentre l’erogazione compete all’INPS, che verifica i requisiti e cura i profili contributivi.
Per evitare intoppi, è determinante la qualità del dossier: accordo sindacale coerente con il piano, cronoprogramma degli interventi, impegni formativi, elenco dei lavoratori coinvolti e stima del fabbisogno orario. L’INPS invita a utilizzare i canali telematici e a rispettare termini e modulistica aggiornati, perché istruttoria e pagamento dipendono dalla completezza della documentazione. Attenzione anche al contributo addizionale: sono previste riduzioni per chi non ha utilizzato ammortizzatori negli ultimi ventiquattro mesi, ma la misura opera solo in presenza delle condizioni indicate dalle circolari dell’Istituto. In sintesi, il 2025 offre strumenti più flessibili, ma premia le aziende che pianificano, contrattano soluzioni sostenibili e dimostrano effetti occupazionali misurabili lungo tutto l’arco del programma.