Ancora detti popolari
La volta scorsa mi sono occupato dei detti popolari, ora voglio aggiungere qualche proverbio e alcune espressioni di venditori Voglio precisare che alcune espressioni in sé non dicevano alcunché. Occorreva adoperare un adeguato tono di voce e una appropriata inflessione dialettale, accompagnata da una conseguente espressività del volto. I venditori dovevano studiare frasi che invogliassero le donne ad acquistare i prodotti che vendevano. La frase colorita aveva più possibilità di successo. A volte un venditore trovava una frase efficace; un altro concorrente si sistemava accanto ed emetteva Nelle riunioni familiari le argomentazioni erano all’ordine del giorno e in esse i motti,i detti,i proverbi erano inseriti frequentemente. I proverbi, poi, rappresentavano la saggezza dei nostri avi e venivano ascoltati in devoto silenzio. L’unica cosa che si poteva aggiungere al proverbio era la approvazione del suo assunto: la saggezza dei nostri avi era fuori discussione. – Accattati ‘u muluni ca manci, vivi e ti lavi ‘a facci! – ‘a picchi pacchi i babbaluci (lumachine cotte con olio, aglio e – Va facitivi i cummirità ca ‘u siggiaru si nni va!