A Tu x Tu con Francesca Paola Bellomo

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Un’associazione storica a difesa  degli animali, l’Asva (Associazione Siciliana Volontari Animalisti) sin dalla sua fondazione si è contraddistinta nel territorio di Bagheria e di Santa Flavia per la lotta al randagismo e per la tutela dei diritti dei quattro zampe. Se sacrifici e difficoltà non sono mancate nel corso degli anni, parallelamente non sono venuti meno l’impegno e l’amore verso i cani e i gatti in difficoltà.

Allestita come centro momentaneo, nell’attesa del tanto anelato canile municipale, la struttura dell’associazione, in via Comunale Marino 1, ad oggi risulta essere in sovraffollamento, ospitando pressappoco 180 cani, molti dei quali, per età e  patologie, necessitano di cure certamente dispendiose.

Le difficoltà economiche rappresentano una ferita aperta, destinata a mettere a rischio il benessere e la salvaguardia degli animali del territorio.

A “tu per tu” con il presidente dell’Asva Francesca Paola Bellomo per accendere i riflettori sul tema del randagismo e conoscere le problematiche a cui deve attualmente far fronte l’associazione.

Da tanti anni al fianco degli animali, quando e come nasce l’Asva? 
L’Asva nasce nel 2003 per la volontà di circa venti animalisti, che già singolarmente operavano nel territorio di Bagheria e di
Santa Flavia. Accomunati dall’amore per gli animali, abbiamo deciso di unire le forze per contrastare, in particolare, il randagismo. Allora, la situazione a Bagheria non era affatto semplice: da una parte nessuno attuava interventi di sterilizzazione, dall’altra c’erano per strada numerosi branchi. Abbiamo quindi incominciato con il censimento, l’identificazione, le sterilizzazioni e le campagne di adozione. Pian piano, nel giro dei primi anni, i risultati positivi non sono tardati ad arrivare, nonostantei grandi sacrifici e “gli alti e bassi” con le varie amministrazioni che, da allora fino ad oggi, si sono succedute.

Quanto ha inciso, nel corso del tempo, il rapporto con le amministrazioni per lo svolgimento delle vostre attività?
Ha influito tantissimo, nel senso che proprie queste hanno determinato, nella maggior parte dei casi, l’efficacia del nostro operato. Alcune amministrazioni, in un primo momento, hanno mostrato una certa sensibilità, purtroppo rivelatasi in seguito apparente e non veritiera.

E attualmente come è la situazione?
Per nulla rosea. Con l’amministrazione attuale purtroppo non riusciamo ad organizzare concretamente un servizio continuativo nel tempo, a causa dei continui stop and go delle convenzioni. L’ultima, inoltre, non c’è stata rinnovata e quindi in pratica non disponiamo di quella configurazione legale necessaria per occuparci dei cani randagi del Comune di Bagheria. Abbiamo chiaramente cercato di interloquire con l’amministrazione inviando apposite richieste e chiedendo cosa fare, ma alla data attuale non abbiamo ricevuta alcuna risposta. Siamo, potrei dire, in un limbo: da una parte non possiamo esimerci dall’aiutare gli animali – non possiamo permettere che rimangano senza cura e cibo – dall’altra è una situazione certamente difficile da gestire, per la quale vorremmo che non venissero  mai meno i principi di trasparenza e legalità, su cui, nel pieno rispetto delle leggi in termini di tutela e benessere degli animali, abbiamo sin dall’inizio cercato di programmare le nostre attività.

Quanti cani per adesso sono ospitati all’interno della vostra struttura?
Circa 180 e naturalmente si tratta di un dato che, tra i continui abbandoni e le poche adozioni, è destinato ad oscillare.

La sede, all’interno della quale accogliete i cani in difficoltà, ha una storia successiva all’inizio delle vostre attività. Quali sinteticamente i passaggi fondamentali?
Un capitolo quello della nostra struttura – potrei dire – storico. Intorno al 2006, in accordo con il Comune facemmo la scelta di prendere un terreno dove allestire un centro temporaneo, con la promessa di un canile pubblico. Si trattava dunque di qualcosa di momentaneo, nell’attesa che ci fossero i presupposti per una struttura concreta ed effettiva. Una luce si accesa nel 2010, con un finanziamento da parte del Ministero: allora infatti venne stanziata una somma di 80 mila euro destinati alla costruzione di un canile pubblico comunale. Peccato che da allora fino ad oggi queste somme non sono mai state impiegate per questo fine e della struttura tanto sperata neppure l’ombra. La costruzione del canile dovrebbe essere per Bagheria una delle priorità che, tuttavia, non trova ancora una realizzazione concreta. La struttura attuale è precaria ed essendo stata ideata con un fine
provvisorio risulta poco funzionale ad accogliere i cani in difficoltà.

Ne è conseguenza l’evidente sovraffollamento. Qual è il problema maggiore a cui quotidianamente dovete far fronte?
Purtroppo i continui abbandoni: abbiamo infatti stimato, sulla base dei dati da noi raccolti, che ogni anno a Bagheria e Santa
Flavia vengono lasciati per strada circa 500 cani. Di questi riusciamo ad intercettarne pressappoco 150, 200 ed, inoltre, si tratta
prevalentemente di cuccioli o cani adulti malati. Se a ciò aggiungiamo l’indisponibilità finanziaria dei due comuni e l’incapacità
di ricevere e ricoverare tutti gli animali abbandonati nel nostro piccolo sito, adibito a ricovero, non possiamo certamente dire di essere soddisfatti.

E i volontari?
Questi purtroppo non sono molti. Per questo motivo, spesso cerchiamo di coinvolgere i cittadini, in particolare i giovani, non soltanto attraverso il web e i social, ma anche con iniziative di sensibilizzazione sul territorio e banchetti informativi.

Struttura e fattori economici a parte, c’è qualcosa che potrebbe essere per l’Asva un valore aggiunto?
Per fare in modo che chiunque possa conoscerci e aiutarci con più facilità, potrebbe essere utile ad esempio una sede operativa. Più di una volta abbiamo chiesto che ci venisse affidato un bene confiscato alla mafia, ma l’unica offerta che è arrivata è quella relativa al mattatoio: il contesto era talmente degradante, che avere affidata questa struttura più che un vantaggio rappresentava per noi un problema. Non abbiamo i mezzi per portare avanti il centro, figuriamoci ristrutturare una nuova sede per questo fine.

Avete lo spazio per lanciare un appello:
CI RIVOLGIAMO AI CITTADINI, AL COMUNE E ALLE ISTITUZIONI: LA SITUAZIONE ATTUALE, CHE RIGUARDA I CANI DI BAGHERIA E SANTA FLAVIA, È ORMAI DIVENTATA INACCETTABILE E DENIGRANTE SIA PER L’ASSOCIAZIONE CHE PER L’INTERA COMUNITÀ. È NECESSARIO COLLABORARE ED OPERARE IN SINERGIA PER GARANTIRE IL BENESSERE E LA TUTELA DEI CANI DEL TERRITORIO. 

SU QUESTO TEMA, CHIEDIAMO, DUNQUE, ALL’AMMINISTRAZIONE UNA MAGGIORE ATTENZIONE E RISPOSTE TEMPESTIVE. 

 

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